Dov’ è la luce?

Il libro intervista scritto da papa Benedetto XVI intitolato “Luce del mondo” pubblicato da pochi giorni, ha stimolato nel sottoscritto alcune riflessioni. Da premettere che non ho avuto ancora modo di acquistare il libro che, dunque, non ho letto nella sua interezza. Ma c’ è stata occasione  di soffermarmi su alcuni passaggi riportati da servizi al telegiornale o da agenzie ansa. In entrambi i casi i punti in questione riguardano due aspetti molto delicati: l’ uso del profilattico e la piagha dei sacerdoti-pedofili.

1. Vorrei introdurre la prima delle due questioni valendomi delle parole riportate dal pontefice: ” L’ uso del profilattico è in alcuni casi giustificabile [---] una prostituta che sceglie di utilizzare un preservativo dà avvio dentro di sè a un processo di moralizzazione [---] la piaga dell’ AIDS non è debellabile facendo ricorso all’ uso di sistemi contraccettivi”. Il punto di vista di papa Ratzinger è di una chiarezza lapalissiana: ogni forma di contraccezzione è da bandire poichè dannosa al corpo, allo spirito e, in misura minore, al sociale in quanto non apporta nessun miglioramento nella lotta all’ AIDS, per esempio. E’ evidente, dal virgolettato riportato, la contraddizione in termini nella quale il sommo pontefice è caduto. Non si può, da un lato, sostenere l’ immoralità del preservativo ( più volte sostenuta) e “giustificarlo”, dall’ altro,  nell’ ambito del rapporto che una prostituta intrattiene con il proprio cliente. Parliamoci chiaro. Una lucciola fa uso del preservativo non perchè ex abrupto ha deciso di rimettersi sulla retta via; è una semplice, normale precauzione da parte sua: nulla di più, nulla di meno. Nessuna illuminazione di qualche tipo. Il pontefice rincara la dose estendendo la dannosità del preservativo al dramma dell’ AIDS. Mi chiedo e, soprattutto, vi chiedo: se il percorso per debellare l’ AIDS non è quello della diffusione di una cultura della prevenzione ( in particolare nei paesi sottosviluppati dell’ Africa), qual è la ” ricetta”, per così dire, da seguire? Ritornare a una sfiaccante castità di tipo medievale? Tutto ciò mi lascia davvero molto perplesso. A onor del vero, bisogna aggiungere che in Africa, per esempio, i milioni di morti sono causati, in massima parte,  dal fatto che la malattia è trasmessa oramai per via genetica. Questa potrebbe essere una obiezione all’ uso del profilattico. Un appunto al quale rispondo con una domanda: tra milioni di vittime che ogni giorno si spengono nell’ anonimato delle cronache dell’ occidente e la divulgazione di terapie mediche, preservativi, educazione alla sessualità cosa scegliereste?

2. Altre parole di papa Benedetto XVI introducono il secondo aspetto:” è preciso dovere della chiesa di Cristo far luce sugli ultimi trent’ anni durante i quali la pedofilia si è insinuata tra le gerarchie ecclesistiche [---] in alcuni casi la Chiesa deve anche punire come successo per il passato”. Che il capo della Chiesa di Cristo chieda o meglio esiga che si accerti la verità è senz’ altro doveroso. Quello che ritengo inaccettabile è che solo nel 2010 emerga questa vergognosissima pagina nella storia della chiesa. Che solo adesso si reclami giustizia per tutti coloro che hanno subito abusi in tutti questi anni.  Possibile che in trent’ anni nessuno sapeva? Nessuno ha visto? Nessuno ha sentito? E poi: basta semplicemente punire? Le coraggiose denunce delle vittime unite a spontanee confessioni dei sacerdoti-pedofili deve farci concentrare l’ attenzione sulla necessità di una profondissima opera di moralizzazione delle gerarchie ecclesiastiche. Se si punisce senza criterio, sparando nel mucchio soltanto per catturare l’ occhio dei media, c’ è il rischio di ritornare ai tempi dell’ Inquisizione. La Chiesa, oggi più che mai, è chiamata a fare i conti con il suo passato recente e ad essere testimone del suo tempo. Altrimenti, dov’è questa Luce del mondo così tanto invocata da papa Ratzinger?