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Drinks di Ringraziamento

Creato il 21 novembre 2010 da Obyinlondon

Drinks di RingraziamentoDopo quattro mesi di sudore e sangue spesi su un progetto di riorganizzazione dello staff aziendale che non vi sto qui a spiegare (indizio: includeva un’ apprezzatissima scrematura dell’organico), io ed altri loschi personaggi coinvolti in suddetta organizzazione riceviamo un’email dal capo supremo egr.ill.dir.sup.lup.man.faccia di cul, con tanto di asterisco rosso abbagliante che indica “messaggio importante” — insomma roba che scotta — che alla sola lettura del mittente ci guardiamo immediatamente in faccia e diciamo “é venuto anche il nostro momento!”, invece no: si tratta a sorpresa di un coloratissimo invito a “brindare alla riuscita del progetto” e “per complimentarsi con tutte le persone coinvolte nel duro lavoro degli ultimi mesi” e “per rilassarsi assieme in maniera informale una serata dopo il lavoro”.

Voi dovete sapere che il capo supremo non si é mai manifestato in forma umana ai comuni mortali, c’é chi sostiene che in realtá non sia nemmeno un uomo ma un essere immateriale onnipresente tipo The Matrix, o un supercomputer a positroni localizzato in un caveau supersegreto nella banca venti piani sotto terra, o una principessa bambina che impartisce ordini da una prigione all’ultimo piano di una torre d’avorio, e cosí via; ma sopratutto quando, terminando di leggere la mail, scopriamo che il luogo dell’incontro é un viziosissimo bar della city famoso per proporre drink talmente costosi che per pagarli devi indebitare anche i figli che non hai ancora concepito; con una vista talmente ricercata che Renzo Piano in persona ti cambia lo skyline londinese nel caso non fosse di tuo gradimento; con delle cameriere talmente selezionate che hanno almeno tre tette l’una; che quando abbiamo letto che il capo si é anche offerto di coprire tutte le spese per gli alcolici … beh, un commento condiviso si é immediatamente sollevato: “OK, é una trappola“.

“Ci sará la coordinatrice del piano che ci aspetta con l’anello a comparto segreto con dentro il veleno” dice uno, “sará una scusa per presentare un nuovo progetto grande il doppio e con la metá della forza lavoro” dice un altro, “secondo me ci licenziano tutti appena arriviamo” dice quello piú ottimista; cosí senza una chiara idea su cosa aspettarci ci presentiamo all’ingresso del locale un po’ intimoriti, tipo bambini all’ingresso dalla scuola il tredici settembre, assicurandoci di arrivare con un elegante ritardo per farci sembrare talmente ligi al dovere da esserci trattenuti in ufficio da qualche consegna dell’ultimo minuto che dovevamo necessariamente concludere… Tutte precauzioni inutili: giá dalla vetrata dell’ingresso vediamo tutte e 12 le segretarie del piano del trading che, ubriache come camionisti della transalpina, stanno ballando la lap-dance sui tavoli sbandierando c

Drinks di Ringraziamento
apelli ed adipe al vento, con le bottiglie di birra nelle traballanti mani che praticamente quelli di sotto che vorrebbero farsi gli affari loro si beccano comunque delle meravigliose secchiate di birra in testa tipo flash-dance.

Per evitare la benedizione dell’alcool mi ritiro in un angolo, ma la terribile amministratrice delle relazioni pubbliche mi ha giá avvistato e si avvicina a velocitá perpetua ed immutabile, senza toccare il pavimento, tipo ectoplasma, con un sinistro sorriso sul viso e lo sguardo vispo ed intenso come quello di una triglia al mercato rionale — i miei colleghi da distanza mi guardano e ridacchiano: il vecchio scheletro é infatti nubile dal 1934 e dopo la prima birra ha l’abitudine di cominciare a girovagare per il locale tipo macchinina a raggi infrarossi, di quelle che si schiantano contro il muro e cambiano direzione,  marpionando chiunque le capiti davanti e chiedendolo in sposo nel corso della stessa serata.
Colto dal panico attacco bottone con l’essere umano piú vicino a me: é un’irlandese di mezz’etá, giá talmente ubriaco che si regge al bancone con la mano tremolante, mi dice di lavorare nel management ma non si capisce bene cosa é che “maneggia”, mi racconta una vita di stenti e di fatiche: che a 14 era in Cina a caricare latte sui camion, a 16 a Bangalore a cucire palloni in fabbrica, a 18 nel quartiere delle puttane ad Amsterdam a contare i clienti, a 20 in America in cassa in un ristorante take away, a 22 a Londra a pulire i pavimenti per pagarsi gli studi, poi a Vienna, in Australia, a Singapore; oltre che vagabondo scopro che ha anche acquisito un’affascinante memoria contemporanea: era a Burma durante l’arresto di Aung San Suu Kyi nel 1990, in Sudafrica durante le rivolte per il rilascio di Mandela, a New York quando hanno buttato giú le Torri Gemelle, a Londra quando hanno fatto l’attentato nel 2005.. insomma, se non fosse per il fatto che é avvolto da un misto di sfiga e di pessimismo cosmico che lo fa trovare in tutti gli angoli del mondo quando succede una disgrazia, il tizio sarebbe anche simpatico: cosí dopo averlo preso un po’ per il culo finiamo per conversare per quasi due ore filate e mi stupisce piú di una volta perché ne sa veramente tante: conosce pure Falcone e Borsellino, mi spiega come “il ladro fa un sacco di soldi ed il massimo che rischia é la

Drinks di Ringraziamento
prigione, mentre il giudice rischia di saltare per aria con la moglie e i figli”, parliamo della crisi finanziaria a Londra, dei derivatives, della mentalitá ai tempi del capitalismo, dei rogue traders, della bancarotta dell’Irlanda, non gli risparmio le battutine e gli dico che gli irlandesi dovranno mettersi a vendere patate al Regno Unito per tappare l’incompetenza dei loro financial regulators, e lui non si offende, anzi, ride e mi dice che sono piú informato della maggior parte dei cittadini britannici.

All fine lo vedo spegnersi e cadere lentamente con il volto sul bancone, cosí mi sposto in direzione dei tecnici del dipartimento di IT, dove vengo immediatamente inglobato dalla “curva sud” allestita per l’occasione di fronte alla partita Inghilterra-Francia, nella quale, aiutati dall’alcool, rapidamente si degenera e si passa dal calcio al cricket e da lí a promettere di cantare tutte le canzoni del Barmy Army con punte estreme come “Jesse Ryder” fino a che mattino giunga.

Fortunatamente riesco a divincolarmi attorno a mezzanotte, durante un momento di abbiocco generale: scivolo silenziosamente verso l’uscita scavalcando l’amministratrice delle relazioni pubbliche, che nel frattempo ha esaurito le batterie ed é collassata al suolo, e mi lancio sulla via verso casa sotto una pioggia battente dopo essermi scolato 5 birre Peroni, 4 gin & tonic, 2 bicchieri di vino bianco, uno di vino rosso, un Martini e due Sambuche (per mia fortuna gratis…).
Il giorno dopo arrivo sul lavoro con l’occhio spento e la mascella ad incasso, ed ancora prima che mi riesca a togliere la giacca il mio capo mi assale sulla mia scrivania con la bava alla bocca tipo quindicenne fuori dal camerino di Vasco Rossi: “Mi hanno raccontato di ieri sera!!”.
“Ti hanno raccontato cosa?” rispondo terrorizzato, “delle segretarie ubriache sul tavolo?”. “-No, no!-”, mi dice scuotendo la testa.
Dell’amministratrice delle relazioni pubbliche ubriaca sul pavimento?”. “-No, no!!-”.
“Dei tecnici ubriachi che cantavano le canzoni del Barmy Army?”. “No, no! Mi hanno raccontato di te!!!”.
Di me?! In che senso?”.
“Mi hanno detto che sei il nuovo amichetto del mega-direttore supremo: vi hanno visto parlare tutta la serata!!!!!”

Ma tu pensa chi vai ad incontrare in certi locali, io mi dico; e sono pure certo con la mia fortuna l’unica cosa che si ricorderá sará quando gli ho dato del barbone e dello sfigato.


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