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Drogati di firma

Creato il 11 marzo 2013 da Albertocapece

ero1interna2Tra le sostanze oppiacee da salotto buono ce n’è una che ha mercato solo in Italia e che purtroppo miete molte vittime: la firma dell’intellettuale. Sebbene non sia elencata dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze ha effetti simili ai funghi allucinogeni dello Yucatan: altera la percezione della realtà, produce allucinazioni e deformazioni sensoriali, ma crea soprattutto nel firmatario  una disposizione alla pace interiore da dovere compiuto. “Spesso rimango due giorni in preda all’ebrezza di essere tornato un intellettuale organico” dice un consumatore abituale che ovviamente vuole mantenere l’anonimato.

La firma dell’intellettuale è in realtà un prodotto di sintesi e deriva da un composto narcisistico dell’acido lisergico capace di creare una potente assuefazione. Allo spacciatore basta far firmare la prima volta l’intellettuale e poi la vittima rimarrà prese nella rete, chiederà disperatamente altri documenti, manifesti, appelli, carta straccia da sottoscrivere, perché a chi è dentro  il tunnel  di questo stupefacente  sembra di esistere davvero solo se appone il proprio autografo. Alle volte per disintossicarsi non bastano nemmeno i metodi più coercitivi e inumani: in alcuni casi è stato inutile anche  essere legati alla sedia, di notte, a leggere Kant. Secondo alcune ricerche tale percezione di sé non è sempre sbagliata, ma in ogni caso è chiaro che bisognerebbe mettere un argine alla diffusione della sostanza.

Proprio in questi giorni assistiamo a una terribile recrudescenza: due appelli firmati in pochi giorni, il primo indirizzato al “Caro Grillo”di sei intellettuali che fino 24 ore prima schifavano Grillo (qui) e ora un altro di Serra, Benigni, Ciotti, Gallo, Jovanotti, Petrini, Saviano,  Spinelli, Ozpetek ,Fazio che urla Facciamolo! intendendosi per esso un governo di “alto profilo e alte speranze di cambiamento”. Quale sarebbe la natura di questo cambiamento non è dato sapere e di certo al firmatario in astinenza interessa un ciufolo, basta prendere la penna e sottoscrivere. Segnalo alla direzione nazionale antidroga  il caso umano della Spinelli che ha firmato entrambi gli appelli, zan zan, come due piste  in camera da letto, mentre sotto si fa festa.

E naturalmente a queste ne seguiranno altre migliaia, nonostante la palese aria di frittura mista che si alza dagli appelli: qui sono i piccoli consumatori che firmano e poi spacciano agli amici, il solito giro così difficile da colpire anche perché non è stato ovviamente possibile stabilire una quantità massima per uso personale. Che spreco: visto che sono i mezzi a giustificare il fine, tanta richiesta di cambiamento attraverso ritualità e fumi così vecchi non può che impressionare. E poi sono gli stessi che firmavano cinque, dieci, quindici, venti, anche trent’anni fa, risalgono al tempo che Berta firmava. Colpa dei grandi pusher di Repubblica ed Espresso che della sinistra sembrano aver ereditato queste modalità: hanno butatto via il bambino, le idee e la passione sociale e hanno tenuto l’acqua sporca di queste forme di partecipazione fasulla unita al vago leninismo che si esprime nelle élite, persino quelle da talk show. Possibile che non sia capito come questo prendere un gruppo di persone note e raggrumarle sotto a un testo, non voglia dire più nulla, specie quando diventa una forma abusata?

Alle volte viene da chiedersi, ma fare davvero qualcosa per questo Paese? Già, ma appunto questa sarebbe la realtà vera.


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