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E’ giusto che questo Calcio sottragga risorse allo sport italiano? Ecco i contributi CONI 2011

Creato il 13 giugno 2011 da Sport24h

Lo sport italiano vive dei contributi del CONI. Non esiste un Ministero dello Sport. Non si è mai voluto, perché avrebbe minato l’autonomia dello Sport, rischiando di aprire questo mondo alle “infiltrazioni” politiche. Non che il CONI sia impermeabile ai colpi di vento di un Paese che ha fatto della lottizzazione il proprio codice costitutivo, ma in effetti il sistema sportivo italiano è riuscito, molte volte, a mettersi al riparo dalle continue pressione dei partiti. Soprattutto finché lo sport, ed il calcio in particolare, alimentavano copiosamente le casse dell’Erario e la propria sussistenza.
Erano i tempi del Totocalcio e della schedina come unico tributo alla dea bendata. Allora i guadagni erano tali che lo Stato e tutte le Federazione potevano vivere “di rendita”, omaggiando il Calcio di tanta prodigalità e fieri della propria autonomia. Con l’avvento di altre forme di scommesse il CONI ha perso la sua autonomia finanziaria, a scapito di un Superenalotto che non ha nulla a che vedere con il movimento sportivo. Le altre forme di scommesse hanno aperto una breccia. Lo sport (il CONI) non poteva più detenere il monopolio del gioco. Tutto è passato allo Stato (Monopoli) e lo sport italiano ha perso la sua autonomia economica.
Detto questo, bisogna dire che essendo ancora lo sport il maggior motivo di scommesse ed essendo queste una delle maggiori forme di finanziamento dello Stato, la regola per cui lo Sport finanzia l’Erario è ancora valida. Solo che adesso i soldi transitano per altre mani e ad ogni finanziaria il buon Petrucci (o chi per lui) si deve mettere in fila, con il cappello in mano, in attesa dell’elargizione.
Come poi questa venga gestita e divisa tra le diverse Federazioni è l’oggetto di questo mio post.
A metà dicembre dello scorso anno, in coincidenza con il bilancio di previsione del CONI, sono stati pubblicati i contributi per il 2011 alle Federazioni nazionali (Tabella contributi FSN 2011). L’elemento più evidente riguarda i contributi destinati al Calcio: oltre 80 milioni di euro,  un terzo del complessivo. Perché il Calcio merita tutti questi contributi quando la Federazione non ha un personale superiore agli altri (prima colonna) e, soprattutto, il sistema si può permettere l’autosufficenza amministrativa?
Ho difficoltà a dare una risposta. Ci provo. Contiamo il numero dei tesserati e compariamolo con i contributi 2011 (Tesserati e Contributi per FSN e DSA); senza dubbio il calcio può vantare un numero largamente superiore a tutte le altre Federazioni. Ma se esiste una correlazione tra tesserati e contributi, allora non si spiegano perché questi contributi sono circa 10 volte quelli del Basket, per esempio, mentre i tesserati sono soltanto 5 volte di più. Lo stesso discorso, inoltre, potrebbe valere per Federazioni minori, sull’orlo della sparizione e titolari di  contributi consistenti.
Nell’attività del CONI, si potrebbe obiettare, il numero non è mai un elemento determinante, vale anche la qualità, ovvero il numero di medaglie. Così si spiegano i relativamente alti contributi alla Scherma, Ciclismo, Canottaggio… Non si spiegano però i soldi alla Federazione Gioco Calcio, o quanto meno la netta differenza rispetto a Federazioni di maggior peso internazionale.
Ha senso regalare 80 milioni di euro ad una Federazione che ne possiede, attraverso le proprie società, più di 10 volte tanto, e che in pochi anni ci ha regalato Calciopoli e scandali scommesse a profusione? Ha senso sottrarre queste risorse a sport emergenti, che non rientrano neanche nella lista di cui sopra perchè DSA (Discipline Sportive Associate), ma che stanno ridisegnando il panorama del costume sportivo del nostro paese, come Arrampicata Sportiva, Orienteering, Wushu Kung FU…?
L’unica risposta richiama alla prefazione di questo articolo. Il contributo così eccessivo appare  il retaggio di un passato, quando lo stesso sport nazionale contribuiva all’autonomia finanziaria del CONI.
In generale, come ognuno può verificare, è tutto il sistema dei contributi CONI che appare legato a vecchie logiche, ormai vuote. Non trovano altrimenti spiegazione i milioni regalati all’ACI, alla Motonautica, alla Caccia (600 mile euro, non presenti in tabella per un refuso), oppure sport sull’orlo della sparizione.
Antonio Ungaro


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