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E il PdL staccò la spina

Creato il 08 dicembre 2012 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

telegiornaliIl Tg di Rai 3, il Tg de La7 e Ottoemezzo non possono non occuparsi dei recenti fatti causati dalla presa di posizione del PdL con Angelino Alfano, che dichiara alla Camera che è finita l’esperienza Monti. A pilotare la crisi – che un tempo sarebbe stata definita extraparlamentare – c’è Giorgio Napolitano.  I partiti chiamati a raccolta, valutano la situazione. Il PdL considera chiuso il governo tecnico, Alfano liquida Monti,  mentre Bersani, li accusa di irresponsabilità, ricordandogli che prima hanno negato la crisi economica e ora di punto in bianco tolgono la fiducia al governo.  Solo per un calcolo elettorale! Di fatto, il governo non è stato sfiduciato, ma le consultazioni con i partiti che hanno fino ad ora appoggiato il governo Monti, per capire se e quando sciogliere la Camere, si sono verificate. Per ora, sembrerebbe prevalere l’ipotesi di un percorso concordato di fine legislatura con elezioni a marzo.monti-berlusconi-blogtaormina

Ricondurre tutti alla ragionevolezza, per non vanificare i sacrifici dei cittadini è lo scopo del Quirinale che, ha fatto sapere con una nota di aver chiesto alle forze politiche ”un percorso costruttivo e corretto sul piano istituzionale, nell’interesse del paese e della sua immagine internazionale”. Non è possibile mandare tutto all’aria, accontentando, ancora una volta gli interessi personali del leader di un partito che, ormai è sul viale del tramonto.  E sullo strappo consumato dal PdL nelle aule parlamentari si cercano soluzioni, perché la non precipitosa fine della legislatura significherebbe, l’approvazione, entro i tempi prestabiliti, di decreti cardine e importanti per noi. Primo tra tutti la legge sulla stabilità. Bocciarla, significherebbe portare ad una crisi di governo  con conseguenti ulteriori rischi di sconquasso finanziario. Dunque se si riesce a tener testa a questa presa di posizione del Cavaliere e dei suoi prodi, lo scioglimento della Camera avverrà ai primi di gennaio poi, voto per le regionali nel Lazio e infine elezioni politiche e regionali per Lombardia e Molise. Su tutto questo incombe sempre e comunque la decisione di Berlusconi e qui si annidano le incognite del capo. Il Cavaliere vuole accelerare il più possibile la fine della legislatura per evitare la conversione in legge  sull’incandidabilità e per impedire che la sentenza Ruby arrivi nel bel mezzo della campagna elettorale. Altro che senso di responsabilità così ben sbandierata durante l’oratoria da Alfano:  “Consideriamo conclusa esperienza del governo Monti, ma non vogliamo mandare le istituzioni allo scatafascio. Non siamo irresponsabili, semplicemente non crediamo che responsabilità c

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oincida con cecità”. A Napolitano spettano le conclusioni alle quali Monti si è rimesso.

Lilly Gruber domanda al ministro Brunetta come ha fatto a far cambaire idea su Monti a Berlusconi? – ” Conosco Monti da 30anni, siamo amici, siamo colelghi, ho alvorato vcon lui i Europa, però io ho giudicato fin dall’inizio l’eseprienza del governo tecnico, negativa. Ho cominciato a lavorare in tal modo e alla fine questo battie ribatti ha convinto la stragrande maggioranza del mio partito e anche Berlusconi. Abbiamo giudicato che la misura fosse colma e che i risultati sossero disastrosi e che fossimo sul serio sull’orlo del baratro e così via. Abbiamo detto, basta, non si può più nadare avanti così. Il governo ora, non ha più la maggioranza, ha finito la sua spinta propulsiva, non può più far nulla”.

Udo Gumpel corrispondente Rtl ” Monti si era capito che era arrivato a fine percorso, ma  dal punto di vista europeo questo non è grave, ha fatto quello che poteva fare con questa coalizione anomala. Ha stabilizzato la situazione ma non ha dato quell’impulso importante che molti si aspettavano e la delusione è forte perché le aspettative erano irrealistiche, però ha stabilizzato u anave che stava affondando e sono convinto che nelal prospettiva questo non è un dramma”.

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Sono giornate di crisi e di gelo politico. I partiti sembrano d’accordo ad assicurare un’ordinata conclusione della legislatura. Dunque una complessa situazione che si è incanalata verso una crisi pilotata che porterà all’eutanasia della legislatura.  Tutti guardano alle elezioni e al prossimo scontro tra centro destra e centro sinistra, ovvero tra le due “B” della nostra politica. E sarà la guerra dei seggi dopo la probabile rialleanza con la Lega da parte del PdL.

Mentre il mondo ci guarda, i venti gelidi di crisi dopo lo strappo, scuotono l’Italia. La maggiornaza non c’è più e il governo resta nel limbo.


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