Magazine Cucina

E' inutile, non sarò mai un "cuoco di baldacchino". Mi accontenterò di vivere di passione.

Da Lacucinadiqb

Perchè stare vicino ad una persona che ama il cibo, vive il cibo, va in giro con il cibo, sogna il cibo, sta trasformando una passione totalizzante in una professione contundente (uno di queste giorni mi fotograferò dita, mani e avanbraccia segnati da tagli, ustioni e contusioni, alcuni dei quali hanno avuto bisogno di qualche punto di sutura e altri che si sono auto-puntati) non è affatto una cosa facile.Me ne sto rendendo conto ogni giorno di più.

Sono passata dal tailleur gonna+giacca+camicetta+tacco8, mise che diceva immediatamente "sono una donna d'azienda e non ho tempo da perdere" ad un look che è un mix che potrebbe tranquillamente indossare un boscaiolo il quale, al ritorno dalla giornata di lavoro nei boschi, si è ricordato improvvisamente che doveva andare ad una festa di compleanno. Per cui, non potendo passare per casa, si è cambiato con i capi lavati e appesi ad asciugare delle case affacciate lungo il suo tragitto. Abbinati fortunosamente con l'ausilio dell'ultima luce del tramonto. Si, più o meno ultimamente giro così.

A casa poi ci sono sempre due catini di "ammollo perenne": uno con strofinacci e giacche ed uno con falde e, a seconda delle prove, delle ispirazioni, delle stagioni e ovviamente del lavoro, sanno di formaggio stagionato, pesce assortito e verdure, che fanno sempre bene. E macchie, tante macchie, di tutti i colori. Moderatamente assortite e tenacemente indelebili. Inoltre, alla ricerca della luce migliore, posiziono piatto e "set fotografico" in giardino o sui davanzali delle finestre e cerco di riprendere il tutto arrampicata su scale o stesa sul pavimento. Una volta alla mia vicina ho consegnato direttamente la Torta Caprese che avevo cucinato, così da rassicurarla dopo che mi ero accorta che mi stava osservando un po' stupita.


Fin qui tutto - o quasi - nella norma. Il bello accade quando esco dalle discrete mura dell'abitazione.Tengo dei corsi in strutture che, per quanto attrezzate, non potranno mai essere dotate di tutto cò che utilizzo: attrezzature per la cottura, per il taglio, spezie, aromi, oli diversi a seconda delle ricette...che carico nell'auto dopo averle stipate in contenitori impilabili.  Da fermi sembrano molto sobri e professionali tranne sbattacchiare allegramente appena in movimento. Tutto ciò sotto gli occhi dei vicini o dei passanti che ancora non hanno capito di che cosa mi occupo nella vita.

La stessa domanda se l'è posta un Carabiniere durante un controllo ad un posto di blocco. Come mi è stato insegnato sono scesa dall'auto, patente alla mano, dimostrando cordialità. Breve controllo e poi la richiesta del libretto, che conservo in una tasca laterale nel bagagliaio. L'ho aperto e dentro c'era quanto non ero riuscita a far stare sui sedili posteriori, coperti da casse con cipolle, verze e verdure in genere, formaggi sottovuoto e riso dei presidi, sacchi di farina e una scatola con un centinaio di uova. Ovvero una cassetta con 6 galline padovane, anch'esse di presidio slow food, con tanto di ciuffo e cartellino. E tante bottiglie di latte crudo.Prendo il libretto e lo consegno al giovane tutore dell'ordine, armato, che lo legge e nel restituirmelo mi squadra dalla testa ai piedi, partendo dagli scarponi molto cool ed un po' infangati, passando per i pantaloni verde militare e cavallo basso fermandosi sulla giacca vintage con toppe e sciarpa in tinta.Tolgo gli occhiali da sole, lo ringrazio e mi saluta ironicamente: "Ospiti a cena, Signora?"Per cui quando ho chiesto alla collega, alla quale avevo fatto acquistare un Zwilling Sandoku, irrinunciabile per lei che è vegetariana, di prestarmelo per fare delle foto nel porticciolo di Trieste, in cambio di croccante tardivo, non si è stupita più di tanto. E mi ha prestato anche la sua macchina fotografica!


Tagliatelle di Petra9 e cacao amaro con tardivo, bottarga e pecorino

Ingredienti (per 4 persone)200 gr di Petra9, 60 gr di farina di Petra5 (in alternativa potete usare un mix di 50% farina 00, 40% farina integrale 0 bio, 10% farina di semola), 40 gr di cacao amaro, 3 uova bio, 2-3 cespi medi di tardivo dop, 2-3 scalogni, bottarga di muggine in baffa intera da grattugiare, un po' di pecorino sardo media stagionatura dop, olio evo, sale e pepe nero lungo macinato al momento, vino bianco secco e poco profumato.ProcedimentoNella planetaria inserire le farine setacciate con il cacao e le uova, mescolare con la frusta a foglia, ottenere una palla e lasciarla riposare coperta per circa mezz'ora, stendere la sfoglia ed ottenere le tagliatelle ottenute con la sfogliatrice max 4 di spessore. Mettere da parte con della semola.Mondare il radicchio e tagliarlo a julienne e poi ancora nell'altro verso così da ottenere una "dadolada", tagliare sottilmente gli scalogni e farli appassire con un filo di olio evo per qualche minuto, unire il radicchio e cucinare per circa 6', sfumare con un po' di vino bianco, regolare di sale e mettere da parte.Lessare le tagliatelle (max 3'), unirle al radicchio brasato, saltarle per un paio di minuti con la bottarga.Impiattare aiutandosi con un mestolo e servire con il pecorino grattugiato con la microplane e qualche pomodorino confit (portate pazienza, oramai sono diventati il mio marchio. Come dice la mia amica Barbara, sono diventata Miss Confit :)



"Se non si ha la pretesa di diventare un cuoco di baldacchino non credo sia necessario per riuscire, di nascere con una cazzaruola in capo, basta la passione, molta attenzione e l'avvezzarsi precisi: poi scegliete sempre per materia prima roba della più fine, che questa vi farà figurare."Pellegrino ArtusiLa scienza in cucina e l'arte di mangiare bene, 1881


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :