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E siate rei di tutto questo stallo

Creato il 12 aprile 2013 da Lucas
«e sieti reo che tutto il mondo sallo!» Inf. XXX, v. 120 
Nelle ultime ore sembra emergere una "rosa" con le candidature di Finocchiaro, Amato, Marini e Grasso. Lei chi preferirebbe?
"Ripeto: a noi non hanno ufficializzato alcun nome. Ci hanno detto che ci presenteranno una rosa, quando lo faranno allora decideremo. Al momento non sono in grado di dire altro. Dobbiamo aspettare che ci presentino queste opzioni". [intervista di Tito a Berlusconi]
Sono più in stallo dello stallo. Politicamente, italicamente, repubblicamente, democraticamente.Aspetto l'inesorabile caduta del saggio del profitto. Quindi procedo limitandomi alle prudenti soddisfazioni dei bisogni che il mio ego moderato manifesta. Massì, cazzo me ne frega della decrescita e della felicità. Assorbire la vita e suggerla. Stasera, per esempio, non ho separato un contenitore tetrapack e l'ho buttato nell'indifferenziata. Ho vissuto il gesto quasi come un atto rivoluzionario.Il barattolo di metallo dei pelati, però, l'ho messo al vetro, ché mi sembrava troppo l'ardire; non vorrei ritrovarmi una Charlotte Corday pentastellata alle spalle, sia mai.
Ma per tornare alla questione sospesa, che oso a fatica pronunciare, ovvero accordo con Berlusconi sì o no, vorrei rispondere: dipende, e mi stupisco di quanto sia di carta la mia fortezza antiberlusconiana.Come dire: ho vissuto peggio, molto peggio le vittorie del '94, del 2001 e del 2008 (e la notevole “rimonta” del 2006), rispetto a questo sostanziale pareggio: insomma, per la prima volta vivo Berlusconi come epifenomeno e non do neanche troppo la colpa all'Italia, a quanto siamo cazzoni e stolti noi italiani, beoti politici di primo piano, incapaci di una rivoluzione, con tutti sti preti nel mezzo da sempre a rompere i coglioni, a sedare, comporre, sanfranceschizzare l'Italietta del pane e del vino bono, del giubbottino di pelle della prima comunione, troppo sangue la storia ha versato in questa penisola di pena e quindi, forse giustamente, ci siamo rotti i coglioni di lottare come popolo, venga chi venga basta che non stressi le palle e ci tenga al calduccio o al fresco della nostra dimora di proprietà esentasse, e vaffanculo agli zingari e agli avventisti del settimo giorno.
Infine: sono orgoglioso di non aver votato i cinquestelle. Non che avessi avuto la tentazione. Però pensavo fossero più intelligenti: politicamente, italicamente, repubblicamente, democraticamente, intendo.

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