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“È tutta vita” di Fabio Volo: grandi vendite non sono necessariamente sinonimo di qualità

Creato il 04 gennaio 2016 da Alessiamocci

“Mi sembrava bellissima, ho continuato a guardarla. Mi piaceva. Il sole dietro di lei mostrava la forma delle gambe sotto il vestito, e ancora non potevo sapere che nella luce tra le sue gambe era nascosto il mio destino.”

È tempo di feste, di buoni propositi, o almeno così si dice. Tra i buoni propositi andrebbe incluso quello di non parlare male degli scrittori e vorrei tener fede a questo pensiero. Ma poi ci ripenso e mi dico: in fondo io non ho niente contro di lui ma come si possono proporre libri simili che oltretutto riescono a vendere milioni di copie e delle quali si ritrovano traduzioni in lingue straniere? Per non parlare poi degli articoli di “illustri” quotidiani italiani che si parano a difesa di tali pseudo novellisti affermando che gli scrittori italiani, quelli con la S maiuscola, sarebbe gelosi per le elevate vendite. Ammesso che questo sia vero e considerato che il ritorno economico è sempre ben accetto, siamo proprio sicuri che gli scrittori con la S maiuscola provino invidia per il successore di Federico Moccia? Fortunatamente vi sono scrittori consapevoli, che fanno questo mestiere per passione, che spero rideranno di gusto leggendo queste mie righe.

In ogni caso Fabio Volo, penso fosse ormai chiaro il mio riferimento all’ormai rodato scrittore, ha fatto il suo regalo di Natale ai lettori con la pubblicazione dell’ultima fatica letteraria “È tutta vita” (Mondadori, novembre 2015). Letteralmente una sfacchinata considerando quanto gli ci sarà voluto per creare un tale capolavoro fatto di ripetizioni, modi di dire e immagini scaturite da chissà quali fantomatiche conoscenze.

Ma ecco la trama. Il quarantenne di turno dopo tante storie di poco rilievo incontra la donna della vita, quella che gli fa venir voglia di condividere la propria casa con un’altra persona e che lo porta addirittura a desiderare di voler diventare padre. Ma la vita da genitori non è semplice e l’arrivo di un figlio può sconvolgere anche la coppia più solida.

Niente di originale come potete intuire. E probabilmente ad inspirarlo sarà stata la seconda paternità. Se però in passato Volo aveva mostrato una qualche sensibilità ora questa sembra essere scemata e i dialoghi diventano sempre più rozzi e ricchi di immagini non esattamente romantiche. Per non parlare poi degli scambi tra il protagonista e alcuni amici che mostrano il prevalere di luoghi comuni poco felici:

“<Non ti ha mai chiesto se nella vita vuoi dei figli?>

<No, mai. Una volta mi ha chiesto se dovessi avere dei figli quanti ne vorrei. Ma ha detto dovessi non dovessimo.> Mauro mi ha sorriso complice.

<Oh cazzo, non ci avevo pensato.>

<Noi maschi siamo menti semplici, cosa hai risposto?>”

Ma se Volo è incline a simili luoghi comuni, che faccia pure. Così come chiunque è libero di leggere ciò che desidera ma, come già affermato tempo fa, concordo con le parole del sempre attuale Mark TwainUn uomo che non legge buoni libri non ha alcun vantaggio rispetto a quello che non sa leggere”.

Non tutti apprezzeranno queste parole, in pochi ancora comprendono il reale valore del leggere. La storia insegna che i detentori del potere di ogni luogo non amavano che la plebe leggesse, così come i religiosi. Si faceva leva sull’ignoranza della gente, meno la gente leggeva e più era semplice inculcare loro idee errate nella testa. Questo avveniva anche con la Bibbia e proprio per questo motivo l’invenzione della stampa a caratteri mobili da parte di Gutenberg non venne accolta positivamente. Oggi i libri circolano liberamente e possiamo decidere cosa leggere senza imposizioni, quindi sta a noi sviluppare un minimo di senso critico nei confronti di ciò che ci ritroviamo davanti agli occhi.

Va infine ricordato che grandi vendite non sono necessariamente sinonimo di qualità. Perciò auguro un magnifico anno a tutti, ricco di serenità e di piacevoli letture ragionate!

Written by Rebecca Mais


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