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E via che si riprende!

Creato il 01 settembre 2015 da Propostalavoro @propostalavoro

Foglied_autunnoCome avete passato le vacanze? Mare, montagne e città d'arte? Noi ci auguriamo che le vostre vacanze siano state un successo e che abbiano portato divertimento e relax. 

Sembra però che molti abbiano passato le vacanze a chiedersi se il mondo del lavoro non stia iniziando a dare i numeri nel senso letterale del termine: ISTAT, Ministero del Lavoro e INPS, infatti, hanno fatto a gara a chi pubblicava i risultati più sorprendenti sull'andamento di occupazione e disoccupazione. Alla fine, sono state buone notizie: l'effetto Jobs Act c'è stato, l'occupazione ha iniziato a stabilizzarsi e salire. Non una "rivoluzione copernicana", ma, come spiega Pietro Garibaldi in questo articolo, rispetto al luglio dell'anno scorso «sono stati creati 168mila posti di lavoro con un tasso di crescita dell’1,3 per cento su base annua. Nello stesso periodo (luglio 2015 su luglio 2014) il tasso di disoccupazione è sceso dal 12,9 al 12 per cento, mentre il tasso di disoccupazione giovanile e sceso al 40,5 per cento dal 43 di dodici mesi prima».

Quando cresce l'occupazione, però, deve crescere anche il PIL, o si rischia di andare verso un abbassamento del livello di produttività nazionale. Il perché è logico: se con più persone si produce quanto prima, vuol dire che qualcosa non va. Come avevamo già scritto, raccomandando un "cauto ottimismo" che non va dimenticato, l'Italia è in crescita. A sorpresa, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non sono i bassi consumi a tenere contenuta nel modesto +0,35% la ripresa italiana. Francesco Daveri scrive infatti che «i consumi si sono risvegliati con una crescita dello 0,4 per cento (dunque superiore alla crescita del Pil)». Ma questi consumi non vanno a vantaggio delle produzioni del nostro paese. A soddisfarli, infatti, è la produzione estera, l'importazione. E così più consumi non si traduce, del tutto, in più volumi d'affari e in nuovi posti di lavoro…e il PIL cresce meno di quanto dovrebbe.

Parlando di Italia che consuma, due giovani ricercatori segnalano un'anomalia nel nostro consumo di energia elettrica. I consumi italiani sono in continua diminuzione, già da prima della crisi e a dispetto delle riprese – vere o solo annunciate – degli ultimi anni. Se questo calo fosse dovuto alla necessità di fare economia, sarebbe purtroppo un dato negativo, ma potrebbe, al contrario, essere molto positivo per l'economia e per l'ambiente se la domanda elettrica si fosse abbassata per un aumento dell'efficienza degli sistemi e dei comportamenti dei fruitori. Resta ad ogni modo valida la raccomandazione di procedere con ulteriori ricerche, soprattutto per capire se installare nuovi impianti, soprattutto ad energia pulita, serva ad affiancare o sostituire quelli vecchi.

E intanto, ultima notizia dell'estate, un gigantesco pozzo petrolifero viene scoperto in mezzo al Mar Mediterraneo dalla italianissima Eni, riaprendo il mai risolto dilemma tra sfruttamento economico - che potrebbe salvare decine di aziende e creare moltissimi posti di lavoro – e salvaguardia dell'ambiente, il tutto, naturalmente, nella torrida cornice della zona più esplosiva del mondo.

Sarà insomma una nuova stagione carica e senza esclusione di sorprese. Proposta Lavoro cercherà di rimanere come sempre al passo per raccontarvi in parole essenziali le novità e le rivoluzioni del mondo del lavoro e dintorni.

Continuate a seguirci!


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