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Eco-logia Politica: Germania 5 – Italia 0 e Palla al Centro

Creato il 22 febbraio 2012 da Topogina
Eco-logia Politica: Germania 5 – Italia 0 e Palla al Centro
La sfida tutta italiana all’ecologia. Ci capiremo mai qualcosa? È dal 1998 che vivo fuori casa e fuori sede: Londra, Dublino e ultimamente Barcellona e devo ammettere che essere italiana non ha sempre giocato a mio vantaggio. Purtroppo, chi dovrebbe rappresentarci è conosciuto e chiaccherato a livello internazionale più per atti e misfatti poco inerenti la politica che per opere di bene. Ne va della nostra reputazione, ci prendono per i fondelli e ci massacrano anche quando abbiamo abbandonato la madre patria per non sentire più le solite filastrocche sulla classe politica, ché non se ne poteva più.
Io rispondo che non mi sento rappresentata a mo’di no comment, ma pensandoci bene mi chiedo se sia giusto che ci considerino tutti dei volta gabbana, dei vecchi bavosi, delle veline. E io mi dico ma non potevo nascere in  Germania!?” Loro si che si preoccupano e occupano dell’ambiente!
Il prof. Gerhard de Haan, presidente in carica [...] del comitato nazionale tedesco del “Decennio dell’educazione allo sviluppo sostenibile” afferma: 
“Non c’è dubbio che i tedeschi si impegnino a salvaguardare l’ambiente. In Germania tutti hanno a cuore le tematiche ambientali. Anche il cambiamento climatico viene preso sul serio e dibattuto ampiamente. Lo stesso vale anche per il consumo delle risorse primarie. L’importante è capire se il comportamento dei tedeschi rispecchi veramente la loro filosofia ambientalista. Quando si parla dell’Ambiente è essenziale passare dalla consapevolezza all’azione”.

E noi italiani cosa facciamo di diverso? Prima di tutto, del problema energetico se ne parla poco, in televisione, sui giornali. Gli ambientalisti sono ancora considerati degli idealisti rompiscatole, la pacifica convivenza con le altre specie nel rispetto reciproco è un’utopia. E il Governo che fa? Il Governo fa taglia e cuci delle risorse stanziate al Ministero dell’Ambiente dedicando ad esso solo lo 0,7% del totale manovra, decide di non includere la legge delle bio-shopper nel milleproroghe e il settore dei biocarburanti è ancora bloccato. In Germania il governo organizza un comitato per educare la popolazione all’ecologia, in Italia...no!
PhotobucketDice Francesca Petretto nel suo articolo A proposito di eco-energia in Germania e sull’approccio ecologico al sostenibile:
"l’approccio tedesco è sempre e comunque politicamente diverso, differente e avanti anni luce rispetto al nostro italiano. Consideriamo i reali motivi che impediscono ad oggi l’affermazione di una politica ambientalista su scala nazionale, in Italia, che non sia solo prerogativa del partito dei Verdi e del SEL, ma seria e reale obiettivo di tutte le fazioni rappresentate in Parlamento. Cosa significa “da noi” (in Italia) salvaguardia? [...] ma vogliamo interrogarci sui veri motivi che ci impediscono di evolverci nella direzione della sostenibilità ragionata? Salvaguardia ambientale e salvaguardia dell’antropizzato, Conservazione dei Beni Architettonici ed Ambientali recitava uno scomodo corso di laurea bandito da molte Scuole di Architettura italiane con la scusa dell’adeguamento alle direttive europee: quali direttive se non quelle del nostro personale interesse economico e degli equilibri internazionali? Intercorre poi tanta differenza tra la tutela dell’Ambiente e quella del patrimonio artistico nel nostro smemorato Paese? Cos’altro muove le decisioni politiche e personali di noi italiani se non l’imperativo del danaro, ovvero, al di là della sacrosanta considerazione economica, la triste e ristretta mentalità del “ci faccio i soldi o no?” e, di conseguenza “se non ce li faccio, non mi interessa”? [...] Il mio ecologismo di italiano sono certo sia “sociale”? Come posso pormi di fronte all’imperativo ecologico imparando dall’esempio tedesco?"
PhotobucketSecondo il prof. Michael Succow 
SOLO in maniera ecologica!”. È sacrosanto e conclamato che l’utilizzo delle energie rinnovabili sia l’unica strada che la civiltà umana può assumere se vogliamo sopravvivere nel futuro. Rispettare l’ambiente, risparmiare energia poiché la produzione di energia secondo i metodi convenzionali è la maggiore causa di distruzione ed ammorbamento del nostro habitat naturale, paesaggistico e antropizzato, non solo in termini di controllo della costruzione scellerata sotto l’imperativo della cementificazione, [...]  ma anche di utilizzo quadridimensionale di questo medesimo spazio, dove – per dirla come Sigfried Giedion, la quarta dimensione è il tempo, un tempo tiranno, veloce, che ci impone una sosta di riflessione su quello che lasceremo a chi verrà dopo di noi.”
E allora chiediamoci se un pianeta sofferente e sgangherato è veramente ciò che intendiamo lasciare in eredità ai prossimi a venire. Di tempo ce n’è davvero poco a disposizione. Siamo già spaventosamente in ritardo e se vogliamo riportare la qualità dell’aria, acqua, terra e vita in generale a un livello decente dobbiamo agire ora! Domani sarà troppo tardi...
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Ha ragione Guido Viale che sottolinea l’importanza di creare una rete sociale internazionale, interconnessa, intergenerazionale di cittadini della Terra perchè l’ambiente, il mondo, la biodiversità riguardano tutti noi che siamo una parte del tutto. Viale ammette che 
”se la crisi economico-finanziaria e la crisi ambientale segnalano, con la loro dimensione globale, l’urgenza di una svolta per tutto il pianeta, questa non può prescindere, e non può distinguersi, da una radicale conversione ecologica del modo in cui consumiamo (e quello che consumiamo, alla fine, è l’ambiente) e del modo in cui produciamo (e quel che produciamo è soprattutto diseguaglianza e sofferenze superflue). E siccome la conversione ecologica riguarda in egual misura i nostri atteggiamenti soggettivi verso l’ambiente e gli altri esseri umani, e l’organizzazione delle nostre attività “economiche” (che cosa produciamo, come, dove, con che cosa e perché lo produciamo), è un imperativo concreto partire da quello che ciascuno di noi può fare, o intende fare, qui e ora. […] La conversione ecologica è innanzitutto una rivoluzione culturale che ha bisogno di processi di elaborazione pubblici e condivisi e di sedi dove svilupparli.”

E allora che anche il Governo inizi a fare qualcosa....dice un’ambientalista utopica e in cima downshifter....
Letture consigliate:
Fonti: A proposito di eco-energia in Germania e sull’approccio ecologico al sostenibile Ambiente e Inquinamento – Tagli del governo e Apocalisse Sacchetti Biodegradabili – Ambiente, WWF e la Polemica fra Legambiente e il Governo Monti Settore del Biodiesel in Italia Ancora Bloccato I sei pilastri della conversione ecologica dell’economia

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