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Efraim Medina Reyes

Creato il 21 luglio 2013 da Ildormiglione @ildormiglione

Per rompere il ghiaccio ti chiedo: Qual è la domanda che nessuno ti fa mai ma che vorresti ti fosse fatta in un’intervista?

Veramente penso che le domande siano responsabilità di quello che intervista.

Quello indubbiamente, però può capitare di sperare di ricevere una domanda, su un tuo lavoro, su un tuo personaggio, ma nessun intervistatore pensa mai di farti.

Non è il mio caso, caro Alfredo.

Perfetto. Allora iniziamo a fare sul serio. Essendo un amante del suo romanzo, forse più celebre, “C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo”, prenderò in prestito qualche domanda della rivista “Dead dog”. Dunque cosa ci puoi dire del tuo ultimo romanzo, “Quello che ancora non sai del pesce ghiaccio”? Cosa ci si deve aspettare?

Non c’è nulla che non ci si possa aspettare da questo libro. Quello che mi spinge a scrivere è precisamente l’assoluto, non nel senso funzionale ma concettuale. Quindi, c’è una storia e ci sono gli sviluppi propri di questa storia ma ho scritto “Quello che ancora non sai del Pesce Ghiaccio” per provare a comunicare qualcosa che non si esaurisce nella storia del libro.

Ecco, quando nascono le tue storie?

Io non parto mai di una storia, mi sentirei molto stupido raccontando soltanto una storia. Ho bisogno di capire, di andare oltre a una semplice o non semplice storia. Di solito parto di una sensazione, di un malessere.

Quindi è per questo che le tue storie, nonostante una stranezza di fondo, sono piuttosto realistiche, quasi universali?

Credo di essere una persone con le stesse paure e dilemmi di qualunque altra ma, è questa forse è la differenza, non credo alla realtà. E penso proprio che la realtà non creda in me, quindi è una relazione perfetta.

Se non credi alla realtà, in cosa credi?

In tutto quello che non è la realtà, per esempio nella possibilità di creare il proprio mondo. Ho comprato una terra su Giove e penso di coltivare arance viola tra qualche anno. Ma comunque non sono idiota, al tizio che mi ha venduto quella terra ho pagato soltanto la metà.

Sai che è un’ immagine bellissima quella delle arance viola su Giove? Parlando ancora di realtà e immaginazione, ci racconti la tua Colombia? Solitamente alla letteratura dell’America Latina si associa immediatamente un immaginario fatto di folklore, magia, tradizione. I tuoi romanzi rappresentano una rottura anche in questo senso, come le tue posizioni rispetto ad autori apparentemente intoccabili.

La Colombia è uno dei paesi più divertenti tra quelli che ho conosciuto. La gente vive per bere, ballare e scopare. Le mie opinioni riguardo certe mummie della letteratura latinoamericana appartengono al passato, loro ormai sono morti, soprattutto quelli che sono ancora in vita.

Inutile quindi riprendere “Dead dog” e chiederti cosa pensi di personalità del tuo paese come G.G. Marquez e F.Botero. Invece ti chiedo: donne, sesso e alcool che ruolo hanno nella tua vita?

Amo bere, non lo faccio come una volta ma ho sempre vicino a me una bella bottiglia di Jameson. Le donne sono la mia religione e il sesso la mia droga favorita.

Invece, da “C’era una volta l’ amore ma ho dovuto ammazzarlo” a “La sessualità della Pantera Rosa” fino a “Quello che ancora non sai del pesce ghiaccio”, cosa è cambiato nella tua Città Immobile?

Nulla, negli ultimi tempi sono arrivati tanti europei che la fanno sempre più immobile. È una bella città ma allo stesso tempo sembra il giardino del inferno.

Queste sono la Colombia e Città Immobile, mentre cosa è l’Italia per te, paese in cui oggi vivi e che ama i tuoi romanzi?

Da qualche anno vivo parte del tempo in Italia, è un po’ la conosco, è uno dei paesi più tolleranti che esistono al mondo, uno dei più melodrammatici e superficiali, forse per questo è così tollerante. Per esempio sembra che in Italia sia più importante quello che Berlusconi ha fatto con il suo piccolo cazzo che i suoi crimini di stato. Lui ha fatto dell’Italia un’azienda, facciata per coprire suoi affari privati. È quello che si dovrebbe giudicare e non il suo talento di nano festaiolo.

Non posso che essere d’accordo. Ma lasciando da parte l’Italia per un momento, magari ci ritorniamo dopo, facciamo un passo indietro: abbiamo parlato di sesso, donne e alcol, ma i nei tuoi romanzi si parla anche di altro:c’è tanta, tantissima musica, dai Sex Pistols a Iggy Pop, dai Metallica ai Nirvana. Quanto è importante la musica per te?

Non concepisco niente senza musica, neanche me stesso. La musica non è soltanto un argomento per me, mi aiuta anche a creare il ritmo dei miei libri e la struttura. Per me i miei romanzi sono come lunghe canzoni.

E c’è anche il cinema nei tuoi romanzi, oltre che nella tua vita. In Italia arriva davvero pochissimo cinema colombiano, eppure qualcosa c’è: penso a “El Cartel de los Sapos” di Carlos Moreno o a “Retratos en un mar de mentiras” di Gaviria. Ci racconti tu il cinema colombiano? E raccontaci anche i tuoi film introvabili qui da noi!

Cinema colombiano? No credo siamo ancora in grado di parlare di un “cinema colombiano”. Sono stati fatti alcuni tentativi, niente di più. I miei film è meglio non trovarli.

C’è un altro aspetto importante che è quello della scrittura nella scrittura. Ad esempio Rep, in “C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo“, ci racconta perchè ha iniziato a scrivere. Tu invece?

Scrivo perché per tutto il resto esiste Mastercard e io non c’è l’ho.

Questo è un altro aspetto che mi colpisce profondamente, l’ironia. I titoli dei tuoi film, i titoli dei tuoi album con la “7 Torpes Band”, alcune tue risposte oltre che alcuni estratti dei tuoi romanzi. Quanto è importante sapersi prendere poco sul serio?

Sono cresciuto in un mondo molto difficile, quando andavo da piccolo a scuola ogni tanto trovavo un cadavere per strada e quindi dovevo scegliere se passare sopra o tornare indietro, ma sapevo che se tornavo indietro mia nonna mi avrebbe detto: “Dai, è soltanto un morto, non può farti niente”. E se io le chiedevo: “Sai di cosa e morto?” Lei avrebbe risposto: “Di serietà, come tutti i morti”.

Ti sto rubando tanto tempo, lo so, ma è davvero piacevole chiacchierare. Volevo sapere, quanto c’è di te nei personaggi che crei, e quanto poi quei personaggi entrano dentro di te?

C’è tutto di me in loro e di loro in me, ma io non sono loro, nè loro sono me.

Cosa è per te l’amore?

L’amore? Non so cosa sia l’amore ma so bene che cosa non lo è.

Dato che non ci occupiamo di cinema, volevo sapere con quale regista/attore usciresti per una sbronza, con quale andresti al cinema, e quale invece proprio non sopporteresti per una serata intera?

Andrei al cinema con Sofia Coppola, mi prenderei con lei una sbronza, ma non la sopporterei per un’intera serata.

Qual è l’ultimo film che hai visto e, in esclusiva per il dormiglione, ci faresti una recensione?

Only God forgives”  di Nicolas Winding Refn è l’ultimo film che ho visto. Recensione: Questo film è una cagata micidiale, mi è sembrato trascurato e pretenzioso. E Ryan Gosling ha potuto dimostrare che non vale un cazzo come attore. Sono rimasto in sala per Kristin Scott Thomas, amo quella donna.

Ti ringraziamo per la pazienza e la disponibilità. Grazie Efraim

Grazie a te, caro Alfredo.

 


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