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El Salvador: Beatriz è viva. Ma gli unici soddisfatti sono gli anti-abortisti.

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Ricorderete la vicenda di Beatriz, la 22enne di El Salvador che rischiava la vita perchè non le era consentio l’aborto terapeutico.

Ecco, Beatriz oggi è salva. La notizia, diffusa per ora solo dall’agenzia Reuters, sarebbe stata sottoposta lunedì a un cesareo che le ha salvato la vita rimuovendo il feto, senza infrangere la legge – che nel frattempo non ha subito alcune modifica – poichè si è trattato di un parto e non di un aborto.

Il ministro della salute, Maria Isabel Rodriguez, ha riferito che l’intervento ha lasciato Beatriz in condizioni stabili.
La ragazza aveva raggiunto le 27 settimane, la bambina fatta nascere è morta solo cinque ore dopo l’intervento.

Beatriz, che soffre di lupus e insufficienza renali, non avrebbe infatti potuto sopportare oltre la gestazione di quella figlia anencefalitica, le cui aspettative di vita erano in ogni caso quasi nulle.

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Giovedì scorso, la Corte InterAmericana per i Diritti Umani ha decretato che lo stato di El Salvador dovesse obbligatoriamente farsi carico di salvare la vita della ragazza, ma nessun tribunale ha autorizzato l’aborto.La legge quindi non è cambiata e non è stata fatta alcuna eccezione, si è dovuta aggirare la legge di uno Stato e rischiare la vita di una giovanissima donna per non intaccare un sistema culturale retrogrado e violento sul corpo delle donne.

Morena Herrera, portavoce del Colectivo Femenista per il diritto all’aborto, sottolinea però come questo non sia considerabile un assoluto lieto fine, non solo per il modo cui si è conseguito il risultato, modo che non apre all’emancipazione delle donne, ma solo alla risoluzione furbetta di un problema contingente, ma anche per le atroci sofferenza a cui finora Beatriz è stata obbligata dal suo Stato.

La voce del paradosso è invece quella di Claudia Handal, portavoce del movimento anti abortista Red Familia ( rete famiglia ):

“Siamo soddisfatti perchè, come diciamo dall’inizio, non era necessario un aborto, il punto era rispettare la vita del bambino e dare a Beatriz la cura e la salute che merita”

Che bella la soddisfazione anti abortista, il sollievo cattolico di chi in questa vicenda non vede il dolore fisico e mentale di una donna sottoposta a più di sei mesi di gravidanza di un feto condannato comunque  a morte e che lentamente causa anche quella della madre che la incuba.
Non considera il dramma di non aver diritto sulle proprie scelte e sulla propria salute o la violenza di una gravidanza imposta che comunque termina con la morte della neonata.

Intanto, rallegriamoci della vita in salvo di Beatriz, ma non cantiamo vittoria, che di vincete non c’è nulla in questa storia.



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