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Elenco di osservazioni sulla comunicazione digitale sempre connessa

Da Flavialtomonte

Dobbiamo rivalutare l’importanza del racconto orale. 
Una premessa che ripeto sempre a me stessa mentre mi abbandono tra le righe trasparenti di un blog – e non mi sento l’unica! – per comunicare le mie idee e i miei pensieri quotidiani. Oggi, sfogliando le pagine del web (perché ormai è possibile) ho consultato notiziari, interventi, pubblicazioni, parole insomma, di persone che credono nel progresso, specie quello tecnologico. 
Qualche giorno fa, mi lamentavo sul perché la gente diventa più social sul web e meno socievole nella vita. Non è un discorso da sottovalutare o da correggere migliorando il web piuttosto che la realtà, perché mentre chi crede nel progresso tecnologico si impegna in questa evoluzione, la vita terrena subisce una vera e propria devoluzione (e la genetica potrebbe darci risposte a riguardo).
L’obiettivo non è sollevare polveroni di polemiche e riflessioni senza piani di appoggio, piuttosto è un’osservazione (ve l’ho già detto, mi piace osservare): il mondo digitale e multimediale non mi dispiace affatto, ma come integrarlo al meglio nella vita reale? Non così: con iPhone che costringono l’individuo allo schermo e allo scroll continuo. Si pensi a queste scene a cui ho assistito più volte:

  • individuo con iPhone esce con gli amici – a loro volta muniti di iPhone – e commentano ciò che accade sul web, scattando una miriade di foto “per ricordare” – dicono – un momento esatto della loro esistenza mediante canali di condivisione specializzati;
  • individuo con iPhone va a fare visita ad un amico di vecchia data e ricadono – anche questa volta – nella tentazione dell’iPhone-uguale-internet a portata di touch. 
  • individuo in una conferenza importante, o in un’assemblea, in un evento culturale, in un luogo pubblico in cui si discute di temi rilevanti, durante l’incontro si abbandona sui canali di condivisione emotiva – talvolta asettica (ma per questo ci stiamo muovendo verso una navigazione più semantica) – che lascia parlare un pubblico vastissimo, anch’esso in interconnessione con il medesimo mezzo e per il medesimo fine.

Ci sarebbero molti altri individui da immortalare in questo mio tragico elenco di osservazioni ma molti di voi potrebbero essere contrari a quanto scritto, perché positivi e credenti della strada percorsa dall’innovazione tecnologica. Che sia stata la morte di Steve Jobs ad offrire tale prospettiva, o che siano state altre le ragioni, poco importa, il pubblico le ha prese per buone, il prodotto è stato accettato e così sia. 

A mio discapito, ci tengo a osservare e farvi osservare quanto invece molte cose siano cambiate, alcune in positivo come l’informazione a portata di mano, la possibilità di connettersi con un numero spropositato di amici detti “followers” e la capacità di operare in un nuovo sistema, oltre che digitale, anche culturale; altre in negativo come la perdita della realtà spazio-temporale e della fatica di molte operazioni che oggi avvengono online (e non è detto che questo sia interamente un male). Tuttavia è di questo che avevamo bisogno, di stringere i tempi e gli spazi, dopo lunghi periodi di lontananze, in seguito a guerre e discordie, all’emigrazione lavorativa, all’impossibilità di fare rapidi accordi tra nazioni, ecco forse, tutto questo, oggi è possibile, ma chi ripaga allo stesso tempo il piacere di un viaggio a piedi, dell’acquisto di un libro cartaceo, di un servizio allo sportello, di una ricerca in biblioteca, e di tanto altro di cui magari oggi non se ne sente il bisogno ma di cui forse domani torneremo ad avere nostalgia, come la cara vecchia macchina da scrivere, come i timbri a mano, come l’artigianato e come quattro chiacchiere frontali, face to face? A volte è solo di questo che abbiamo bisogno, non neghiamocelo!


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