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Emanuele Monica ingegnere siracusano emigrato a Tokyo a progettare auto ibride

Creato il 03 dicembre 2014 da Giornalesiracusa

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News Siracusa: la storia di Emanuele Monica, ingegnere ventisettenne siracusano trasferitosi a Tokyo dove lavora presso la “Mitsubishi Fuso” e ha messo su anche famiglia nonostante la giovane età. Emanuele, figlio di docente di matematica, e nipote del grande scultore Salvo Monica, dopo gli studi di ingegneria svolti a Pisa ha deciso di trasferirsi nel paese del Sol Levante dove ha da subito iniziato ad essere apprezzato per le proprie capacità, attualmente lavora per il prestigioso marchio giapponese e con orgoglio nel video di Repubblica.it racconta di essere “l’unico ingegnere italiano in azienda”. Attualmente Emanuele lavora alla progettazione di auto ibride, nel paese leader al mondo della tecnologia automobilistica.

Una storia esemplare, fatta di sacrifici e studi, di grandissime soddisfazioni per il giovane siracusano, costretto a dover “fuggire” circa due anni fa dal suo paese nonostante i tanti riconoscimenti anche in campo accademico. In Italia ha ricevuto offerte non gratificanti e non sicure dal punto di vista occupazionale. motivo per cui si è sentito obbligato ad andare dove poteva realizzare le proprie aspirazioni. Dopo solo un mese la Mitsubishi lo ha subito contattato e da lì l’ascesa.

Un rammarico viene fuori anche dall’intervista realizzata dalla prestigiosa testata: “Da una parte mi piacerebbe tornare a Siracusa, vivere ogni giorno Ortigia, ma dall’altra parte so benissimo che il problema principale è quello del lavoro, in quanto non ci sono offerte che possono attirare la mia attenzione, ed anche la mancanza di tutti gli amici, che sono andati via”. Mi piacerebbe crescere mio figlio tra le emozioni che la famiglia del Sud Italia riesce a dare, ma di contro so bene che tornare significherebbe accontentarsi di un lavoro precario e ritrovarmi dunque a dargli un futuro incerto”.

Questo e tanto altro Emanuele racconta davanti le telecamere di Repubblica TV. Una storia che è uno specchio della realtà della nostra terra e dell’Italia intera dei nostri tempi, sempre più assuefatta da una mediocrità disarmante e incapace a cambiare tendenza, dove i migliori cervelli ogni giorno sono costretti ad emigrare in altri paesi attenti ad attrarre e ad “accapararsi” i migliori giovani sul mercato, offrendo immediatamente o quasi gratificazioni e riconoscimenti da noi ormai impensabili.


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