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Endless Legend – Stermina chi vuole sfidarti

Da Videogiochi @ZGiochi
di Fabio Cecco D'Ortona

Quando, nel 2012, un team ai più sconosciuto come Amplitude Studios lanciò sul mercato Endless Space – anche grazie al supporto del publisher olandese Iceberg Interactive – l’attenzione nei titoli 4X di stampo sci-fi si alzò vertiginosamente. Gli amanti ebbero la prova finale che per toccare vertici realizzativi importanti non servisse un elevatissimo dispendio di risorse economiche, ma una pletora di ottime idee e tanta attenzione per i dettagli. La stessa che portò il team di sviluppo parigino a lavorare in giro per il mondo, prestando le proprie competenze per titoli disparati: da Battlefield a Rayman e Ghost Recon, R.U.S.E., Call of Juarez e Might & Magic. È forse così che è nata in loro la voglia di alzare il tiro, di far sentire la loro voce per emergere come sviluppatori indipendenti, e realizzare videogiochi che da sempre – per il loro genere di appartenenza – sono relegati quasi esclusivamente al mondo PC, e altrettanto spesso distinguono i pcisti veterani da quelli passati al gaming su questa piattaforma soltanto per convenienza e in tempi piuttosto recenti.

Endless Legend giunge così al traguardo, proponendosi ancora una volta come uno strategico 4X, ma di stampo fantasy, una sorta di incrocio tra Civilization e Might & Magic, sul quale i developer avevano avuto già modo di lavorare come detto poc’anzi. Il risultato? A dir poco elettrizzante!

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UNA FORMULA COLLAUDATA, RIVISTA E MIGLIORATA

Nel mondo fantasy di Auriga – pianeta situato nell’universo di Endless Space – avrete modo di espandere la vostra città ed il vostro territorio, una popolazione fedele e truppe al vostro servizio, ma eccezion fatta per questi particolari niente è scontato, tutto si evolve, nel bene o nel male. Il mondo di gioco creato dagli sviluppatori è di fatto eterogeneo e pensato per adattarsi al meglio alle svariate situazioni in cui ci troveremo, influenzabili dalle razze scelte ma anche dal nostro modo di giocare; il risultato è quello di trovarsi all’interno di un universo di gioco stupendo ed originale, che ci vedrà convivere con le stagioni fredde che rallenteranno le fasi di spostamento, in mondi generati casualmente e centinaia di quest da conseguire, per cercare di averla vinta come razza in un mondo pieno di insidie. Si parte con una delle scelte più difficili ed importanti, quella della razza, tra le otto disponibili: dai Raminghi Selvaggi, popolo di creatori e costruttori, ai Signori Infranti, nobili guerrieri e cavalieri, senza dimenticare i Rifugiati o i Necrofagi: i primi di origine sconosciuta, cauti e sospettosi, non interessati ad instaurare rapporti con altri popoli, e i secondi che rappresentano un popolo in sciame, che vive ingerendo o convertendo gli altri, infettandoli con la stessa malattia di cui sono portatori. Ce n’è per tutti i gusti, considerando che all’appello mancano ancora i Maghi Ardenti (sopravvissuti a storie di violenza e massacri), i Clan Erranti (commercianti nomadi ed esploratori), oppure i Drakken – una razza antica e venerabile, molto potente, ma interessata nello stabilire relazioni pacifiche piuttosto che scendere in guerra – quindi i Cultisti, silenti ed un po’ folli, anch’essi molto potenti, ma pericolosi perché addestrano ed armano esseri inferiori per distruggere i loro stessi creatori, dei quali ne disprezzano l’esistenza. Ciò dà vita ad una marea di situazioni e variabili di cui tener conto nelle fasi gameplay, sostanzialmente ad un gioco che riesce a cambiare drasticamente a seconda della scelta effettuata, visto che con ogni fazione potrete conseguire una tipologia di vittoria completamente diversa dalle altre, e per ognuna di queste troverete strutture, edifici, unità ed eroi del tutto diversi, aspetto che ben mette in mostra quanta attenzione sia stata fatta in questi termini, che ritroviamo anche nella strepitosa caratterizzazione delle razze stesse. L’ulteriore prova è confermata dalle diverse trame che le investono, che prenderanno via via sempre più forza grazie alle varie quest che saremo chiamati a risolvere.

In apertura abbiamo parlato di Civilization, ecco Endless Legend lo ricorda per molte delle meccaniche – che alla base sono pressapoco identiche – ma la generazione randomica del mondo di gioco e delle quest vi consentirà di giocare ogni volta a partite diverse e la fenomenale caratterizzazione e differenziazione delle razze apriranno le porte al puro divertimento, aiutandovi nel considerare la vita sociale un ostacolo alla gestione del vostro regno, che ha bisogno di evolvere e svilupparsi in territori spesso impervi, rappresentati da caselle esagonali a volte già occupate, o con reliquie e oggetti di valore da raccogliere e ricercare. Tutto qui? Naturalmente no, abbiamo appena scalpito la superficie. Come ogni buon titolo 4X, l’ultima opera di Amplitude Studios ci mette nelle condizioni di occuparci della gestione delle risorse e dello sviluppo territoriale e per far ciò bisognerà selezionare scrupolosamente il luogo in cui fondare la prima cittadina, zona che non dovrà essere carente di risorse, pena l’ingresso di problematiche e variabili che potrebbero intralciare oltremodo la vostra avanzata verso la vittoria finale, e lo stesso discorso potremmo farlo per un discorso di “vicinato”: è opportuno guardarsi un attimo attorno, per capire quali razze si siano stanziate in prossimità della zona da noi scelta. Di sicuro, non avrete problemi di spazio, vista l’ottima grandezza delle mappe, suddivisa in regioni entro cui potrete fondare al massimo una città, e di conseguenza potervi poi occupare dell’espansione e la costruzione di strutture, o della gestione delle risorse. Queste si suddividono in Cibo, Industria, Polvere, Influenza e Scienza. La Polvere altro non è che la valuta del mondo di Auriga, mentre lo scopo degli altri parametri è facilmente intuibile, con gli ultimi due che influenzeranno anche la frequenza con cui sbloccheremo nuove voci tecnologiche e la velocità di costruzione delle opere messe in lista. L’evoluzione della nostra razza, per forza di cose, viene influenzata da un sistema di conoscenze sviluppato su più livelli, o meglio suddiviso in ere, grazie alle quali potremo selezionare le tecnologie più desiderate, passando al livello successivo dopo averne sbloccate un tot. A questo aggiungete la diplomazia, legata strettamente all’Influenza di cui sopra, che vi consentirà di ottenere – a cadenza regolare, dopo un tot di turni – dei punti da spendere nel pannello generale, in modo tale da conseguire una crescita di tipologia militare piuttosto che una di carattere economico o scientifico, e così via.

NON SEPPELLITE L’ASCIA DI GUERRA

Se nelle prime ore di gioco non è affatto raccomandabile gettarsi a capofitto in scontri e guerre contro le altre fazioni, sappiate che con l’avanzare dei turni potreste trovarvi impossibilitati nel procedere pacificamente, ricorrendo alla diplomazia, magari a causa di condizioni d’intesa troppo sfavorevoli, e quindi sarete “costretti” a ricorrere alla forza bruta. Per farsi trovare pronti, bisognerà creare unità addette a questi compiti, ognuna delle quali si differenzia per abilità in possesso e statistiche utili a cambiare le sorti delle battaglie, particolari che evidenziano il lato un po’ ruolistico della produzione, e tramite queste potrete addirittura creare e personalizzare nuove unità, visto che ognuna di esse potrà essere modificata in base al tipo di armatura indossata, o all’uso di speciali anelli; non dimentichiamo gli eroi, alcuni dei quali saranno perfino assoldabili più in là nell’avventura, che presentano piccoli alberi d’abilità che danno quel qualcosa in più, anche in termini di diversificazione dalle altre unità. Non per questo, potranno ricoprire ruoli di spicco, come quelli di alti funzionari delle vostre città o generali dell’esercito. Tutto questo processo, da principio non così immediato, dà al giocatore la certezza, più che la sensazione, di trovarsi dentro un mondo di gioco vasto non solo per le mappe e le innumerevoli quest, ma anche per profondità ed impegno richiesti nell’approcciare il titolo, che non si fa mancare niente: dalla sua, anche un originale sistema di combattimento a turni dinamico e ulteriori fazioni non giocabili, che avrete modo di conoscere durante le vostre esplorazioni.

È proprio il combat system a meritare un’analisi più approfondita, rappresentando un elemento distintivo ed originale di Endless Legend che, come ribadito in precedenza, negli altri aspetti sfrutta meccaniche di gioco derivate dalla serie Civilization. Nello specifico, parliamo di un sistema che, avviato lo scontro, ci dà la possibilità di controllare singolarmente le truppe, all’interno di una porzione di territorio, sempre ben delineata dalle caselle esagonali di cui sopra. Con la possibilità di scegliere tra una esecuzione del tutto automatica dello scontro o manuale, tramite la vostra attenta pianificazione e gestione, il tutto si riassume nel coniugare spostamenti ad attacchi mirati, quindi a fasi difensive o colpi dalla distanza, ed eventuali contrattacchi. Un occhio attento andrà sempre prestato alla morfologia del campo di battaglia, visto che superare terreni accidentati sarà possibile solo e soltanto aggirando tali caselle, così come della distanza tra voi e il nemico – anch’esso abile e capace nel colpirvi da lunga gittata – e delle abilità e caratteristiche insite in ogni soldato facente parte della vostra truppa. Funziona tutto molto bene e ad un quadro d’insieme corposo ed allettante si aggiunge così una piccola chicca che gli amanti del genere non potranno che apprezzare, portando inoltre un po’ di freschezza al genere, visti gli scontri che tutti noi abbiamo vissuto e rivissuto su videogiochi dai titoli più altisonanti, certamente più conosciuti di un Endless Legend. Ecco, aggiungete un bel multiplayer fino a otto giocatori ed avrete un quadro più che completo sulla tipologia di esperienza che vi aspetta in questo titolo, anche se ci sono ancora margini di miglioramento: sia per quanto riguarda l’IA dei nemici, nelle fasi offline ovviamente, dove si sono palesati comportamenti spesso poco organizzati, e sia per quanto riguarda le meccaniche prese in “prestito” dal titolo di Sid Meier, sicuri del fatto che Amplitude Studios possa – col suo prossimo titolo – portare qualcosa di fresco ed innovativo anche in quel frangente.

L’OCCHIO VUOLE LA SUA PARTE

La bontà a livello di gameplay, di profondità e qualità del più piccolo dei dettagli, la ritroviamo anche per quel che concerne l’aspetto audio-grafico. A fronte di soli 3 GB di codice, Amplitude Studios è riuscita nell’interno di creare ambientazioni fantasy dalla bellezza spesso disarmante, costruendo un mondo di gioco partecipe e fondamentale per lo sviluppo delle singole razze, esente da difetti, con una palette di colori molto varia ed effetti atmosferici semplicemente fantastici. Lo stesso dicasi per l’interfaccia di gioco, chiara e semplice da consultare, almeno dopo aver preso la necessaria dimestichezza con ognuna delle sezioni, che forniscono una quantità industriale di statistiche e dettagli; bella da vedere anche per un design piuttosto moderno, segno che il team di sviluppo non ha lasciato nulla al caso, e lo stesso dicasi per le cut-scene di apertura, differenti da fazione a fazione. Niente male nemmeno la colonna sonora, composta da ben 32 tracce per una durata complessiva di oltre novanta minuti, che vi guideranno più allegramente nel mondo di Auriga; stesso discorso per gli effetti sonori, ben campionati e credibili.


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