Ritratto non tanto di un poeta vate, idealizzato, onnisciente e celebrativo come spesso si descrive, quanto piuttosto il disegno di un messaggero ingannevole e inaffidabile, che vive egli stesso nel dubbio di quello che scrive.
Con questi versi Edoardo Sanguineti rende quotidiano, tangibile e terreno il compito dello scrittore, il quale ci viene presentato, non tanto come un artista sui generis, ma come un comune uomo dei nostri tempi, che si trova di fronte ad un foglio di carta impugnando una comune penna. Un poeta decoratore quindi, più che un messaggero. Un seduttore dedito a rendere piacevole più il suo stile e il suo tratto che la tematica affrontata, che quindi vende la sua esperienza e “i suoi guai migliori” (citando la Merini) e li rende belli e affascinanti per illudere il lettore, costretto a vivere una vita talvolta senza fascino, ma con l’amore per la poesia che legge…