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Esami di Stato 2014 - Conclusioni di un breve viaggio

Creato il 05 luglio 2014 da Spaceoddity
Diario del capitano, data astrale...
Esami di Stato 2014 - Conclusioni di un breve viaggio
Qui siamo quasi giunti al termine. I colloqui di esami sono ormai finiti, rimangono poche noiosissime formalità burocratiche - alcune anche piuttosto coreografiche - e anche quest'esperienza entrerà nel patrimonio di cose da maturare per il mio strano 2014.
A dire il vero, non mi aspettavo che sarebbe stato così pesante stare in commissione come "inviato" esterno. Certo, una volta tanto non ho sofferto dell'ansia di chi deve "difendere" i propri alunni di fronte a colleghi finora ignoti, ma ho dovuto partecipare a tutti gli esami senza un attimo di pausa; e la sensazione più brutta è quella di veder scivolare via con una velocità inaudita le specificità dei miei interlocutori.

Ho preso appunti, dapprincipio in misura maniacale, ma ciò mi ha consentito di chiamarli quasi subito per nome, di impadronirmi di alcune storie, di parlare con loro. Però è increidibile come tutto ciò non basti a far sì che quei volti e quelle voci comincino già ad accavallarsi nella mente, a perdere la loro originalità, per quello che possono dare sul momento.

Sarà forse la paura dell'effimero, la sensazione di essere investiti di un incarico ufficiale e impersonale, l'avanguardia di una società rispetto ai propri giovani e, al contempo, una specie di odiosa strettoia. (E d'altra parte dovremmo anche deciderci, tra chi ci rimprovera troppo rigore e chi ci detesta per l'eccessiva facilità con cui a conti fatti si svaluta, con l'inflazione, un titolo di studio.)

Questi Esami di Stato 2014 sono stati per me una finestra sul modo in cui funzionano le cose a seconda della "divisa" che indossi. Trattandosi anche del mio primo anno nella scuola statale e in una diversa classe di concorso, direi che non avrei potuto fare a meno di quest'esperienza, che spero di saper far maturare al meglio dentro di me.
Esami di Stato 2014 - Conclusioni di un breve viaggioDi contro, vedendo quanto sforzo hanno fatto questi ragazzi per ricordare tante nozioni insieme - chi per errori di metodo di studio, chi per aver progettato male il proprio impegno, chi per obiettive difficoltà - mi è venuto in mente che la scuola vale ancora, e forse oggi ancor più, la pena di essere vissuta fino in fondo, nella misura in cui si accede a un ricchissimo patrimonio di conoscenze e professionale.

È commovente costatare con quanta fatica la vita adulta entri in alcuni ragazzi meno fortunati di altri, meno pronti ad affrontare le difficoltà che li attendono. Mi metto nei loro panni e mi sembra quasi di capirli, a noi ignoranti tocca imparare e portare con noi un sacco di cose, non siamo così fortunati da evitare questo ostacolo, questo sforzo talvolta poco gratificante e di cui non ci rendiamo conto.


Eppure, questa è la fatica che io auguro a ogni mio alunno, lo sforzo e il piacere di andar oltre se stessi: conoscersi un po' di più e spiccare un salto, ciascuno come può, ma più di prima e, soprattutto, più di ciò che ci si arrende a essere. Non auguro loro "voti" più alti, ma lo stentato raschiare sul gradino sopra la propria testa, magari con le unghia rotte, la fatica ineguagliabile di essere superiori al disfattismo e ai pregiudizi su ciò che li attende.

E, naturalmente, oltre a tutto ciò, auguro loro anche tanto successo.


FirmatoIl grande e potente Oddo

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