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Estetica del cambiamento o cambiamento dell’estetica?

Creato il 14 novembre 2011 da Cultura Salentina

La decisione storica del dottor Babbarabbà
Estetica del cambiamento o cambiamento dell’estetica?
Di recente, nel mio genogramma fotografico, ho inserito alcune significative immagini-guida, accuratamente selezionate tra le tante inviatemi da un caro amico (Nino Trimarchi, sommo poeta e grande guru della sanità nazionale).
Ve ne propongo due che credo esprimano con chiara evidenza quanto lungo, difficile, sofferto e persino doloroso sia stato il mio percorso verso una scelta di vita, una decisione epocale coraggiosa, presa in silenzio e con impegno, cercando di usar bene non solo il cervello, ma anche (e soprattutto) il cuore. Per meglio comprendere le fasi ed i tortuosi passaggi “storici” di questa mia scelta epocale, sappiate che io ero (e continuo ad essere, e senza alcun complesso) quello dell’immagine a sinistra.

Ebbene, sappiate che però per qualche istante ho pensato di mettermi sotto (dieta e palestra) per diventare come quello del lato opposto, ma mi sono ravveduto subito, perché mi sono reso conto che da quella parte (là dove l’apparire conta molto più dell’essere) mi sarei ritrovato accanto a Umberto Bossi ed ai suoi abominevoli “homines hominibus lupi” di plautiana memoria (leggi Asinaria) e, quindi, oltre a qualche (temporaneo) chilo di peso (e questo è, comunque, un fatto tutto da dimostrare), avrei perduto di vista quello splendido precetto di Seneca del “homo sacra res homini” , nonché, dalle mie labbra (senza dubbio alcuno e per sempre), ogni parvenza di sorriso; per questo, ho deciso senza alcun indugio di restare come sono. Un sorriso “cambogiano” vale ben più di 1000 diete.

Ancora: preferisco mantenere ancora accesa quella piccola fiammella di fede (ma soprattutto di etica e moralità) cristiana, piuttosto che virare verso quei ridicoli e stupidi riti pagani delle ampolle ricolme delle torbide e putrescenti acque del Dio Po: molto meglio un bel bicchiere di negramaro e malvasia nera, no?… Non solo: ho sempre creduto ciecamente nel principio socratico (e pure cartesiano) del dubbio e del “so di non sapere”; quindi, se mai mi venisse data la possibilità di scegliere un precettore dal quale ricevere nuova conoscenza, non mi metterei certo a prendere appunti dal professor Trota, raro esemplare di animale anfibio, un po’ pesce, ma soprattutto tanto, ma tanto somaro… E poi – e per finire –, dal basso dell’esperienza legata agli anni (cominciano davvero a pesare, sapete?) e alle sane tradizioni della cultura salentina, se non vogliamo (o se non riusciamo a) seguire l’estetica del cambiamento, possiamo divenire autentici protagonisti della storia dell’umanità promuovendo il cambiamento dell’estetica… O no?… Baci e abbracci a tutti voi!


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