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Etica e nuvole

Creato il 14 agosto 2014 da Bernardrieux @pierrebarilli1
ETICA E NUVOLEGallicani:"Me lo han chiesto un paio di amici, e persino mia suocera, quindi ne scrivo; la questione merita attenzione".
Maddai,  sulla crisi della Cooperativa Di Vittorio avete letto quanto scrive sulla sua pagina web il Segretario del Pd fidentino, Marco Gallicani ? A parte la di lui suocera e un paio di suoi amici
usati retoricamente per banalizzare le opposizioni,
nel documento (il testo integrale lo trovate in fondo pagina) il Capogruppo - si, Gallicani non solo è Segretario  ma anche Capogruppo Pd in Consiglio comunale -  cerca di spiegare il no del suo partito  verso qualsiasi iniziativa a sostegno delle richieste di circa 600 cittadini, giustamente preoccupati dei loro risparmi investiti nella Di Vittorio (Polis),   la quale, disperatamente in crisi finanziaria, per tentare di non fallire ha portato i libri contabili in Tribunale.   Il no  a qualsiasi iniziativa viene giustificato con un "eviterei di rompergli troppo i maglioni" (i maglioni?).
Gallicani,  nel suo profilo su linkedin.con, si dichiara esperto di risparmio cooperativo  ("di cui" notate la finezza "ho scritto anche in alcuni libri") e, sempre su linkedin.com, afferma che le sue specializzazioni sono:«[…] amare ed essere amati. Non dimenticare mai la propria insignificanza, non assuefarsi mai all’indicibile violenza e alla grossolana disuguaglianza della vita intorno a te. Cercare la gioia nei posti più tristi. Inseguire la bellezza fin dentro la sua tana […] rispettare la forza, mai il potere. E soprattutto guardare, cercare di capire, non distogliere mai lo sguardo. E mai, mai dimenticare
Me cojoni! "In genere" scrive Gallicani nella sua autobiografia "mi piacciono le cose che nascono dal basso, e che però poi vanno su"Davvero, non sapevo che l'ascesa per grazia ricevuta a determinate cariche, andasse di pari passo con la strafottenza, eppure... che dire di uno che nel devastante caso della Cooperativa Di Vittorio, scrive di sentirsi addosso "una specie di gigantesco senso di colpa collettivo... per quanto non si era fatto... perché la Cooperativa Di Vittorio e la sinistra fidentina sono stati parenti strettissimi per anni" anni in cui "la vicinanza della cooperazione alla politica ha creato dei mostri", per poi subito dopo affermare l'esatto contrario, testuale: "Non abbiamo – non ho – mai detto scemenze del tipo “la Di Vittorio è nostra”, infatti ha detto che Di Vittorio e la sinistra fidentina "sono stati parenti strettissimi per anni", che se non è zuppa è, eticamente,  pan bagnato.Evidentemente la rete delle opinioni sulla Di Vittorio sta a Marco Gallicani come la ragnatela sta alla mosca. E Massari che ne dice
il sindaco Andrea Massari, che, se ben ricordo, anche lui è stato membro del consiglio di amministrazione della Di Vittorio fino al 2006...
Buon ferragosto.(cp)
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Di quel sta accadendo alla Coop Di Vittorio

8 AGOSTO 2014LASCIA UN COMMENTO
Comizio2 CoopDiVittorioMe lo han chiesto un paio di amici, e persino mia suocera, quindi ne scrivo; la questione merita attenzione perché il problema è serio e c’è gente che sta seriamente subendo grosse ripercussioni sulla sua vita reale per colpa di quel che è successo. Ma non adesso, negli ultimi 10 anni.D’altro canto fu una delle prime questioni affrontate dalla mia segreteria quando fummo eletti alla direzione del Partito Democratico, l’autunno scorso. E non eravamo i primi a farlo perché ricordo bene una riunione nella quale il segretario cittadino della Cgil ci venne a raccontare cosa stava succedendo, ed era l’inizio del 2013, non ricordo con precisione. Mi ricordo però il clima che si respirava, una specie di gigantesco senso di colpa collettivo per quanto non si era fatto e un altrettanto fortissimo senso del dovere per quanto ora si poteva fare; in ogni caso mai ci venne in mente di “smobilitare”, anche se alcuni lo suggerivano, perchéandarsene in quel momento avrebbe significato abbandonare i soci in un momento in cui avevano davvero bisogno di noi, perché il futuro della Cooperativa era quantomeno tutto da scrivere.Ecco allora, a farne un’abbozzata sintesi, io penso:
– che la vicinanza (subalternità, scriverebbe Repubblica) della cooperazione alla politica ha creato dei mostri, ma non solo, anche parecchie eccellenze. Al netto delle ideologie che possiamo denunciare a prescindere (e chissà perché, ma vabbè) i sentieri della sinistra e della cooperazione in Emilia Romagna sono stati vicinissimi per tutto il secolo scorso, ed era normale che si sarebbero incontrati una volta che la cooperazione avesse raggiunto dimensioni “notevoli”. È accaduto grossomodo sul finire degli anni ’70 e ancora oggi è una comunione innegabile;- che la Cooperativa Di Vittorio e la sinistra fidentina sono stati parenti strettissimi per anni, ma non per via di un segreto patto criminale, semplicemente perché venivano dallo stesso paese, un paese piccolo e dai confini molto più netti di oggi, con nemici fuori dalle mura contro cui difendersi e altri parenti dentro le mura con cui lavorare per obiettivi largamente condivisi (e condivisibili);- che certo il fenomeno andava governato diversamente e molto si potrebbe fare anche adesso, ma il contesto non può essere ignorato e quel che è successo non può essere dimenticato. Ora e qui c’è bisogno di un aiuto per recuperare i danni di una gestione che ha fatto tutto tranne quello che era importante. Farlo ora con questo CdA eletto con una maggioranza così consapevole ha il valore della denuncia. Di cosa?- di quel che la vecchia gestione della cooperativa ha fatto, enormi ed incredibili errori che la gente (i soci) non hanno visto o se li han visti non li han combattuti come avrebbero dovuto (ritirando pian piano il proprio capitale, manifestando la propria disapprovazione). Perché non lo han fatto? Per loro stessa ammissione “si fidavano troppo di un legame che era stato creato in anni di militanza”;- che quindi i soci negli ultimi anni hanno sbagliato, ma non nella scelta dello strumento del risparmio cooperativo (di cui ho scritto anche in alcuni libri), ma nel non esercitare il secondo pezzo della faccenda, la vigilanza critica nei confronti degli eletti. Il CdA del 2012 fu rinnovato da 80 soci, con un tasso di partecipazione risibile;- che i soci stiano abbondantemente pagando l’errore compiuto, quindi eviterei di rompergli troppo i maglioni. Dubito lo faranno ancora. L’importante è che non perdano fiducia nello strumento cooperativo, che è ancora oggi rivoluzionario e non solo nel settore dell’edilizia. Se ci sono cooperative che si comportano da multinazionali la colpa è dei dirigenti o del sistema di leggi che glielo permette, non dello strumento cooperativo. E questo vale anche nel settore economico che conosco meglio, quello sociale;- che in questo momento il nuovo CdA stia lavorando per terminare il percorso e relazionarsi con il comitato dei creditori (di tutti i creditori) e il tribunale. Le amministrazioni comunali potranno dare supporto dopo, ma sul piano e sull’eventuale omologazione non possono giuridicamente metterci il becco. Non come istituzioni, per lo meno. Perché se la Coop fosse fallita i soci non sarebbero stati chirografari e non avrebbero preso il becco di un quattrino;- che come già detto in campagna elettorale l’ideale sarebbe di evitare di fare del circo su aspetti della vita delle persone che non sono mica degli spettacolini per gente col pelo sullo stomaco. Perché alimentare false speranze significa portare avanti gli errori, e non correggerli. Correggere gli errori significa agire con lucidità, competenza e serenità. Punto.- che prendersela con il Pd e con il sottoscritto discutendo di cementificazione appare utile solo a far vendere qualche copia in più al giornale locale. Non abbiamo – non ho – mai detto scemenze del tipo “la Di Vittorio è nostra”, non ho mai sbeffeggiato nessuno e se esiste un comitato difesa soci farebbe bene a partecipare ai tavoli previsti dalla legge per accompagnare il concordato, non insistere a questa maniera per entrare in un ipotetico tavolo comunale o per apparire sulla stampa;- che stare sulla stampa non serve a nulla, se non al proprio ego o a quello di chi ti appoggia strumentalmente. E lo capisci che la loro vicinanza è tutta finalizzata al momento elettorale (o ai momenti immediatamente conseguenti) perché se no li avresti visti qualche anno fa se gli interessava la cooperazione di abitazione. Sarebbero soci, lo sarebbero stati. E invece niente, come per le torri: tutti ad applaudire quando le presentarono al pubblico di un San Donnino d’inizio secolo e tutti a criticarle quando non han funzionato come dovevano e potevano essere usate in campagna elettorale;- che comunque è facile facile sapere cosa è stato veramente detto in Consiglio. Tutti i video sono sul sito del consiglio, serve solo un po’ di pazienza. Abbiamo votato contro un Odg (che è vincolante per la giunta, se approvato) che chiedeva una cosa irrealizzabile e istituzionalmente zoppicante. Non significa che non vogliamo affrontare il problema, ma che lo vogliamo fare“senza buttar merda nel ventilatore” (cit. detto popolare brasiliano);- che se si vorrà fare un consiglio monotematico per parlare di cementificazione, di politica urbanistica, di cooperazione e di salvaguardia del paesaggio siamo pronti a farlo, ma quelle cose non erano nell’Odg e io non posso votare le affermazioni verbali di un consigliere, io voto un documento scritto e depositato. Sul tema della salvaguardia del paesaggio, mi spiace, ma non temo il confronto con politicanti che non sanno di cosa parlano e che quando l’edilizia tirava come un treno erano “del tutto contrari a limitare l’espansione naturale delle nostre città” (cit.) mentre io ero in piazza a manifestare;- che i Comuni di Fidenza, Salso e Fontanellato si sono già trovati e han già messo per iscritto l’impegno pronunciato in campagna elettorale (“come primo atto inviterò il CDA eletto dai soci della storica Coop Di Vittorio, per dare pieno supporto alla ricerca di una soluzione che tuteli il più possibile il patrimonio dei soci, oggi alle prese con una grave crisi. È in corso una procedura di concordato delicatissima su cui sarebbe bene non fare speculazioni politiche” A. Massari). E dopo nemmeno 15 giorni dall’insediamento, giovedì 3 luglio, il presidente della cooperativa Ermanno Ianelli, accompagnato da numerosi membri del Consiglio, ha spiegato nel dettaglio il piano di risanamento approvato dal Tribunale, le scadenze legali e le azioni che il gruppo dovrà intraprendere negli anni futuri per garantire i creditori. Lo trovate sul sito del Comune.
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