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Expò 2015: "Come prima, più di prima" (di Gian Antonio Stella, Giuseppina Piano, Vittorio Zucconi, Tafanus)

Creato il 09 maggio 2014 da Tafanus

Expò 2015: Per piacere: evitateci lo stupore scandalizzato, "chi se lo immaginava?", "non l'avrei mai detto...". Tutto sono, gli arresti di ieri per l'Expo 2015, tranne che una clamorosa sorpresa. Perché, ferma restando l'innocenza di tutti fino alle sentenze, le cose stavano procedendo esattamente come era andata troppe altre volte.
Il solito copione. Recitato per i Mondiali di nuoto, le Universiadi, la World Cup di calcio, l'Anno Santo... Anni perduti nei preliminari, discussioni infinite sui progetti, liti e ripicche sulla gestione e poi, di colpo, l'allarme: oddio, non ce la faremo mai! Ed ecco l'affannosa accelerazione, le deroghe, il commissariamento, le scorciatoie per aggirare lacci e lacciuoli, le commesse strapagate, i costosissimi cantieri notturni non stop.
Sono sei anni, dal 31 marzo 2008, che sappiamo di dovere organizzare l'Expo 2015. E anni che sappiamo, dopo i trionfi di Shanghai 2010 dove il nostro padiglione fece un figurone, che l'impresa è difficile se non temeraria. Eppure solo Napolitano, all'ultimo istante, si precipitò alla grandiosa esposizione cinese per ricevere il passaggio del testimone e mettere una toppa sulle vistose assenze del nostro governo. Dopo di allora, tanti proclami, annunci, rassicurazioni... Mentre cresceva, nonostante l'impegno generoso di tanti, la paura di non farcela.
Expò 2015: È una maledizione, la fretta. E ci caschiamo sempre. O forse è peggio ancora: c'è anche chi scommette sui ritardi e sulla accelerazione febbrile col cuore in gola. Quando il rischio che salti tutto fa saltare le regole che erano state fissate e i prezzi schizzano sempre più su, più su, più su. Proprio come previde nel 2010 la presidente degli architetti milanesi denunciando "perplessità in merito al rispetto delle scadenze per il completamento dei lavori, alla trasparenza delle procedure e alle modalità che saranno utilizzate per affidare gli appalti". Già la prima di quelle gare, del resto, fu un'avvisaglia: vinse un'impresa con un ribasso enorme da 90 a 58 milioni ma l'anno dopo già batteva cassa per averne 88. Per non dire delle infiltrazioni nei subappalti di imprese in odore di mafia: il capo della polizia Pansa, mesi fa, comunicò che 23 aziende erano state escluse (...ma come... il Ministro degli Interni Maroni non aveva escluso, indignato, che in Lombardia non ci fossero infiltrazioni mafiode e 'nranghetiste? E quante volte il "Governatore per l'Eternità" ci aveva sfrantumato i coglioni parlando delle variegate "eccellenze lombarde"? NdR)

Lo stesso sindaco Pisapia, però, spiegò d'essere sulle spine: troppi, sei mesi di analisi burocratiche, per verificare la serietà di una ditta. Tanto più se la fretta si fa angosciosa.
L'unica sorpresa, nella retata di ieri che segue il fermo un mese fa del Direttore Generale di Infrastrutture Lombarde Giulio Rognoni, sono i nomi di alcuni degli arrestati. Già tirati in ballo vent'anni fa, nella stagione di Mani pulite, come se non fosse cambiato niente. Dal costruttore Enrico Maltauro all'ex pci Primo Greganti fino all'ex dicì Gianstefano Frigerio, poi candidato da Forza Italia (lifting anagrafico...) col nome d'arte di Carlo. Ma come, direte: ancora? Ancora, accusano i magistrati. E parlano d'"una cupola" che "condizionava gli appalti" in favore di "imprese riconducibili a tutti i partiti". Cosa significa "tutti"? Mancano solo un paio di settimane alle elezioni europee. E un anno all'apertura dell'Expo: i dubbi su quello che è oggi il più grande investimento nazionale e rischia di trasformarsi da vetrina della speranza e del rilancio in una vetrina infangata devono essere spazzati via in fretta.

Gian Antonio Stella

Expò 2015:

Mi sorprende molto la meravilia dei meravigliati. Scripta manent. Della "Expò del Fagiolo Borlotto" abbiamo scritto, con toni preoccupati, tutto il male possibile, ed abbiamo espresso le nostre fondate preoccupazioni quando ancora i "vincitori" del Gran Premio Expò 2015" erano con la coppa di Champagne in mano, intenti ad autocongratularsi. Correva l'anno 2008, addì 31 Marzo, quando abbimo scritto il post il cui incipit trovare nell'immagine sottostante.
Expò 2015:

Noi ci eravamo presi la briga di commentare questo in toni non entusiastici questo articolo di Giuseppina Piano, per un mix di ricordi di avvenimenti passati, e per la nostra inguaribile tendenza ad usare la testa e la calcolatrice, nel tentativo - che a volte riesce - di separare "i fatti dalle pugnette". Per i più pigri: ecco cosa scrivevamo in calce all'articolo summenzionato:

[...] Prima di dedicarci a masturbazioni collettive, a orgasmi di gruppo, a seghe circolari, vorrei invitare ad un attimo di riflessione, e di ritorno alla memoria. Dunque, una mostra di durata infinita e su un tema limitato (l'alimentazione) attirerà per cinque mesi dalle 160.000 alle 250.000 persone al giorno a Milano. Tutti ad adorare salami e mozzarelle per 150 giorni?

Una città nella quale la popolazione aumenterà del 20% al giorno in media, vedrà il miracolo della riduzione delle emissioni di CO2 del 15%. Stiamo parlando di una riduzione di emissioni pro-capite che, miracolosamente, passano da 100 a 70. In quale film? Con quali strumenti? forse con le tre Panda elettriche messe in circolo dalla Regione Lombardia, o con la BMW personale a idrogeno di Formigoni?

Un milione di metri quadri solo per le strutture ricettive e di servizio. In pratica, per ognuno dei 200.000 pellegrini giornalieri, ben 5 metri quadri: pochissimi per ogni pellegrino; tantissimi, un milione, una volta finito questo fantasmagorico flusso di assaggiatori di mozzarella.

Ma leggete l'ultimo passaggio dell'articolo, che è addirittura terrorizzante:

Le aree date in prestito al Comune torneranno ai loro proprietari, privati, ovvero ...la Fiera e il gruppo Cabassi. E là dove fino a oggi non si poteva costruire, in una zona vincolata dal piano regolatore per uso agricolo, potranno farci un nuovo quartiere residenziale..."

Expò 2015:
Per concludere con questo possibile film dell'orrore, vorrei ricordare, a chi è sufficientemente anziano per averne memoria, la storia allucinante di "Italia '90" . All'inizio dei Mondiali, non c'era una sola struttura ricettiva, sovvenzionata dallo stato, che fosse arrivata a completamento. Il parcheggio coperto di Cascina Gobba venne ridicolmente inaugurato tre giorni prima dei mondiali (era al rustico), in pompa magna, per essere richiuso il giorno dopo la fine dei mondiali. Per CINQUE anni il parcheggio non è stato lavato, perchè non era stato appaltato il servizio di pulizia. Per CINQUE anni gli ascensori per i piani superiori non sono entrati in funzione. Quando sono entrati in funzione, avevano delle strane pulsantiere dove il tasto "2°" corrispondeva al 3° (scritto col pennarello); il tre all'uno, l'uno al Terra. Italia 2008: sono passati 18 anni. Nel parcheggio, dopo 18 anni, le toilette brillano per la loro assenza, e chi proprio non ce la fa ad affrontare la tangenziale, piscia dietro un pilastro.

Lo spettacolo calcistico, a stadi vuoti, è stato uno dei più deprimenti degli ultimi 50 anni. Quasi tutti i biglietti erano stati venduti agli sponsors, i quali li avevano regalati a clienti improbabili visitatori. Sicchè c'era lo spettacolo dei bagarini all'opera fuori dagli stadi, e contemporaneamente gli spalti desolatamente vuoti.

Quindi, per piacere, prima di "toccarci" e di commettere "atimpuri", aspettiamo un momento, tanto per capire cosa sia, quanto costi e a cosa serva una Expo Universale di cinque mesi sui fagioli borlotti.

Interessante anche questa notizia del 2009 di Vittorio Zucconi: ...a famigghia padana: Renzo Bossi "consulente" per l'Expò 2015

Expò 2015:
Leggo sul Sole 24 Ore che Renzo Bossi veterano e reduce di ben tre trombature all'esame di maturità e chiamato con lusinghiero soprannome "la Trota" dallo stesso papà Humbert, è entrato, sicuramente per meriti e curriculum, a far parte della speciale commissione che avrà il delicatissimo compito di sorvegliare per conto delle piccole imprese la realizzazione dell'Expo 2015 a Milano e la distribuzione di fondi e commesse in quel carrozzone che comincia a suscitare le preoccupazioni di Formigoni e a richiamare l'attenzione del magistrati.

Expò 2015:
E' una nomina che offre sicure garanzie di attenta e preparata supervisione sullo snodo cruciale del carrozzone - i danèe - e un esempio concreto, fattivo, non parolaio, di come la Lega protegga la famiglia e affermi i valori più autentici della cultura italiana, fondata sulla parentela, già mostrato quando Humbert sistemò al Parlamento Europo (dunque a spese nostre) alcuni dei suoi cari. Lo specchietto del "merito" è per i polli che danno i voti. La famigghia è per noi che l'abbiamo potente e duro. (Full disclosure: sono figlio, purtroppo ormai orfano, di un giornalista, ma almeno superai la maturità a giugno e al primo tentativo, con grande stupore di mia madre e mio padre, stupore superato soltanto dal mio conseguimento di una laurea cum laude alcuni anni più tardi. E mio padre non mi diede mai della trota, semmai del più nobile e colto "asino") ( dal blog di Vittorio Zucconi]

Ed ecco cosa scrivevamo noi in un post del 23 gennaio 2009:

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Expò 2015:
"Ma per coinvolgere 28 milioni di visitatori", osserva Davide Corritore del Pd, vicepresidente del consiglio comunale, "oltre all'Expo bisogna rendere attraente il prodotto Milano. Milano dovrà essere appetibile in sé. Un collettore di eccellenze: non solo i nuovi metrò e la Tav, ma una città più vivibile, attraente e pulita, con una migliore offerta turistica e culturale. Il marketing territoriale sarà marketing politico, si svolgerà su reti politiche: questa è la grande partita dei prossimi anni". Che cosa offrirà la Milano del 2015? Il recupero delle vie d'acqua tra il Naviglio e l'area Expo, fascinoso ma con serie difficoltà tecniche. Due nuove linee di metrò, M4 e M5, che saranno realizzate solo in parte. Alcuni musei nuovi: il Museo di arte contemporanea di Libeskind al quartiere City Life, il Museo del Novecento all'Arengario, la Città delle culture all'ex Ansaldo. Nuovi alberghi e ristoranti, le seduzioni dello shopping, la Scala scintillante, Brera si spera rinnovata. La Moratti promette il raddoppio dei chilometri di metrò, dai 75 di oggi (paragonabili a Vienna e Atene) a 142: assai azzardato. Il turista di Mosca o di Seul non verrà a Milano per visitare il prolungamento del metrò da San Donato a Paullo. Per vendere nel mondo il brand Milano occorre uno sforzo straordinario di comunicazione. Ma tra le agenzie c'è diffuso timore che non vi sarà alcuna gara internazionale (i precedenti di Glisenti al ministero dell'Istruzione con la Moratti non incoraggiano).
Altra nota dolente: i denari. La crisi economica è seria, e la coperta è corta. Il budget della società di gestione, 4 milioni, è da completare. Tredici sono le opere 'essenziali' per 1,8 miliardi (l'area, i collegamenti, le vie d'acqua), e va bene. Ma ben 17 sono le opere 'connesse' (esterne all'area: come le autostrade Pedemontana e BreBeMi, i metrò M4 e M5) per 11,7 miliardi. Il 18 dicembre il Cipe non ha firmato le delibere di finanziamento. Il sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli ha dichiarato che di miliardi ne mancano solo 2 e si troveranno (ma non ha voluto approfondire con 'L'espresso'). Sul terzo elenco, le 35 opere definite 'necessarie', c'è il più vivo pessimismo: quegli altri 11,3 miliardi difficilmente salteranno fuori, non basta certo la legge obiettivo per il Nord. Al tutto si aggiunge la crisi di Malpensa e Linate. Sulfureo il commento dell'economista Marco Vitale a 'L'espresso': "Oggi l'Expo è il nulla. E lo sviluppo di Milano si basa su due falsità: che l'Expo sia un evento importante su cui proiettare le proprie aspirazioni, un'idea ottocentesca; e che per far crescere la città si auspichi il trasferimento coatto di 700 mila abitanti".
Intanto Milano freme: al suo sindaco chiede più trasporto pubblico, case a prezzi bassi, asili nido, lotta al traffico, all'inquinamento, alla sporcizia; e meno zingari, meno questuanti, meno violenza. È imminente un rimpasto di giunta, tre assessori da sostituire, e i partiti premono famelici. No, Letizia Moratti non può tirare il fiato, l'apnea è ancora lunga.

Expò 2015:

Ventinove milioni di visitatori. Per sei mesi, dal 1° maggio al 31 Ottobre 2015, oltre 160.000 persone al giorno, tutti i giorni, arriveranno a Milano, per poi trasferirsi a Rho-Pero per ammirare il culatello, il salame di Felino, e il biscotto Rovagnati. Se poi immaginiamo che, dopo un viaggio così impegnativo (magari dagli antipodi), uno voglia persino visitare Milano e restare tre giorni, per sei mesi, tutti i giorni, Milano avrà il 50% di popolazione in più, rispetto a quella che già ora non regge. Ma questa donna fa finta di essere scema, o è proprio così, in natura?
...fuori di testa...

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