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Fame e spreco

Creato il 01 agosto 2011 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Fame e sprecoUno mattina estate Week end, il nuovo programma del fine settimana di Rai1,  esamina il disequilibrio contemporaneo tra fame e spreco. Nel mondo ci sono persone che soffrono la fame e muoiono di malnutrizione. Una strage silenziosa che può essere arginata?

La nostra è una società legata al concetto di spreco, che manda al macero tonnellate di prodotti ubbidendo alle leggi di un mercato generato dall’egoismo e  che ha come diretta conseguenza l’arricchimento di pochi. Il cibo è  business e oggi investire sugli alimenti primari è un affare. C’è un aumento dell’attenzione nei confronti del mercato dell’agricoltura che in futuro dovrà soddisfare i bisogni di tutti, e per  sempre. Dunque l’interesse degli investitori aumenta e questo cambia l’economia del mondo.

Fame e spreco
Un tema che può sembrare così distante dalla nostra vita tranquilla e dalla nostra quotidianità. Eppure la fame non è un male inevitabile. Gli esperti confermano che il mondo è già oggi in grado di produrre cibo per tutti, nessuno escluso. Eppure si muore di fame. Sono le facce della stessa medaglia: lo spreco e la carestia di risorse alimentari. La radice del problema è che molti nel mondo non hanno terra, condizioni, capacità sufficienti per produrre il cibo di cui necessitano; oppure non hanno abbastanza reddito per comprarne. Una vulnerabilità di fondo, aggravata dalla difficoltà di accesso all’acqua potabile, che moltiplica le conseguenze dei disastri naturali, inclusi quelli generati dai progressivi cambiamenti climatici. Su equilibri già tanto vulnerabili vanno ad incidere l’assenza di sensibilità degli stati e la mancanza di politiche distributive e di riciclo.  E pensare che durante il Ver
Fame e spreco
tice mondiale dell’Alimentazione del 1996 i leader mondiali avevano preso il solenne impegno di dimezzare in vent’anni il numero di affamati: bene, dopo gli incoraggianti progressi iniziali il numero è cresciuto del 20 per cento e oltre.

Che rapporto c’è fra gli avanzi nel piatto e la fame nel mondo? Il rapporto invece esiste, perchè spreconi e affamati comprano il cibo sullo stesso mercato globale.

La lunghissima catena di distribuzione alimentare, soggiogata dalle grandi multinazionali e schiacciata dalla logica del mercato: produrre di più a qualunque costo tende a emarginare i piccoli produttori privilegiando l’economia di larga scala.  Il sistema industriale alimentare è tutt’altro che efficiente. Butta via una quantità di cibo paragonabile a quella che produce, è vorace di energia, compresa quella, costosa e inquinante, per i trasporti e richiede sussidi a man bassa dai governi. Produce tonnellate di rifiuti con gli imballaggi. Lo spreco ricade sulle spalle di tutti e sull’ambiente sopra a tutti.

Fame e spreco
Il futuro va affrontato riscrivendo la parola, sobrietà nella nostra mentalità. Diventa improrogabile ridisegnare uno scenario in cui produttori e consumatori tornino a costituire un’alleanza di valori e obiettivi per uscire dal sistema, nel quadro di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e delle comunità rurali. Cercando canali di distribuzione alternativi per accorciare finalmente la filiera, riducendo lo spreco e i costi a carico della collettività. Ecco un’occasione da non perdere per restituire dignità e autorevolezza alle istituzioni impegnate nella solidarietà e ai politici  chiamati a produrre nuove regole più giuste, eque, pulite. Insomma dobbiamo ricollocare al giusto posto i concetti: fame, spreco, essenziale, bisogno e superfluo.


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