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Fasano: primarie in fermento

Creato il 04 dicembre 2011 da Trame In Divenire @trameindivenire
Fasano: primarie in fermento

Candidati alle primarie - Fasano. Da sinistra: Luana Amati, Vito Loparco, Loredana Legrottaglie, Pino Sabatelli, Sante Nardelli

 

La voce dei candidati del centrosinistra

Con il voto del 20 novembre prossimo i fasanesi potranno scegliere il candidato di centrosinistra che dovrà rappresentare una rinnovata esigenza di cambiamento. Largo Bellavista ha scelto di dar voce direttamente ai protagonisti di questo momento politico, anzitutto chiedendo loro cosa ne pensano delle Primarie. Uno strumento democratico o demagogico?

Grande assente, da questa intervista, il candidato ufficiale del PD Sante Nardelli, il quale ha preferito, inspiegabilmente, non partecipare a questo confronto.

Luana Amati, PD: Le primarie sono uno strumento democratico, e va vissuto come tale. E’ un momento di partecipazione per il popolo e rappresenta la vera scelta del candidato sindaco. Utilizzare la formula delle primarie contribuisce, inoltre, ad infondere nei cittadini l’entusiasmo nei confronti di un progetto e combatte anche l’astensionismo del voto che ormai fa da padrone nella politica del nostro tempo

Vito Loparco, PD: E’ assolutamente uno strumento democratico. A mio parere, dovrebbe essere utilizzato anche dalle altre forze politiche per una maggiore trasparenza.

Loredana Legrottaglie, PD: Le primarie sono certamente uno strumento democratico che smuove la coscienza dei cittadini. Vanno presentate, specie per mettere in risalto la differenza tra coloro che scelgono i propri candidati politici in cerchie ristrette.

Pino Sabatelli, SEL: Sicuramente, dobbiamo considerare le primarie un atto di democrazia. Quella democrazia che si rappresenta con la partecipazione popolare, con il coinvolgimento dei cittadini alla vita politica sia della propria comunità che a livello nazionale. Spesso, purtroppo, è un processo che tende a fermarsi per il timore di perdere il proprio potere di alcuni “big” politici, nostrani e nazionali. Certo, il dubbio che si sconfini nella demagogia, è sempre presente, anche per il fatto che insistiamo con lo strumento delle primarie, in un paese in cui è in vigore una legge elettorale, il cosiddetto “porcellum”, che è in estremo contrasto logico con quanto ho appena affermato e che contesto con il massimo vigore.

L’intervista prosegue poi con un quesito forse un po’ più cattivello a cui tuttavia i nostri candidati hanno risposto con grande disponibilità.

Luana Amati: Lei è la sorella del gettonatissimo Fabiano Amati. Pensa di essere trascinata dal grado di parentela in modo tale da spuntarla in questa tornata elettorale?

Non sono l’appendice di Fabiano. La scelta di candidarmi è stata personale ed autonoma. Rispetto agli altri candidati mi sento meno libera, in quanto se non fossi stata la sorella di Fabiano Amati, forse avrei ricevuto maggiori riconoscimenti per le mie capacità. Ho accettato di candidarmi sotto la spinta di alcuni cittadini che mi hanno chiesto di rappresentarli nelle Primarie. Io faccio politica per dare un contributo al centrosinistra e per favorire la partecipazione attiva al voto. Mi proporrò senza una vera coalizione alle mie spalle e il mio risultato sarà un trasparente indice di gradimento sulla mia figura politica. Avrei gradito che questo fosse accaduto anche per gli altri candidati, perché in questa prima fase è necessario valutare le qualità personali, invece che il ruolo ricoperto all’interno di un partito. La mia non è una candidatura che parte dall’alto, ma dai cittadini fasanesi.

Vito Loparco: Da Alternativa Sociale al PD. Dopo la batosta delle regionali in Molise, dove i due candidati di CDX e CSX provenivano entrambi da Forza Italia, la sua aspirazione è forse quella di disorientare il centrosinistra fasanese?

Ho fatto parte per un breve periodo di Alternativa Sociale, perché in quegli anni per me rappresentava l’unica “alternativa” ai poteri forti della politica. Sono sempre stato di centrosinistra, sin dai 16 anni. Dopo aver avuto problemi interni col CSX fasanese, per due o tre anni ho militato in Alleanza Nazionale e sono stato eletto consigliere. Purtroppo, mi sono sempre battuto per la trasparenza, mentre loro un po’ meno. Mi ritengo un uomo che lotta per la vera politica e continuo a portare avanti le mie idee.

Loredana Legrottaglie: Tra la segreteria regionale del PD e la sua amicizia politica con il Senatore Latorre e sua moglie Stella Carparelli, vuole rappresentare quelle figure politiche che a Fasano non hanno una presenza istituzionale?

Non mi piace la politica di riflesso. Io faccio politica in modo personale, per Fasano e per tutti coloro che vogliono un cambio generazionale. E’ come se il candidato dei SEL fosse considerato il portavoce del fare politica di Vendola! Il mio ruolo nella segreteria regionale del PD nasce da una lunga militanza nel partito, dove l’esperienza gioca un ruolo fondamentale.

Pino Sabatelli: Lei sembra avere un percorso lineare nella sinistra progressista. Dopo la sua esperienza da indipendente in Rifondazione, SEL rappresenta uno spostamento moderato: è l’unico modo per essere eletto?

Il mio percorso politico e il mio essere di sinistra non ha mai avuto alti e bassi. Sono convinto che una società moderna non può e non deve essere caratterizzata dal profondo divario, delle condizioni economiche e sociali, come quello esistente in Italia. L’esigenza di equità sociale ed economica non è una caratteristica esclusiva di un militante di Rifondazione Comunista piuttosto che di SEL. E’ invece un sentimento radicato nella cultura di sinistra. La dicotomia moderato-estremista non mi convince affatto. Ritengo strumentale e demagogico parlare di due approcci diversi fra loro senza riflettere profondamene sui contenuti. Per questo non credo che per la mia persona si possa parlare di spostamenti in termini di opportunità. Resto convintamente e coerentemente a sinistra rappresentandola quotidianamente con il mio percorso di vita. La politica è un bene comune e non può che occuparsi della gestione dei beni comuni nell’interesse della collettività. Se questo significa essere estremisti…!

Serena Rosati e Marco Ottomano

 Pubblicato su Largo Bellavista anno 5 – n. 54 – Novembre 2011


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