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Fasano: un territorio accessibile a tutti.

Da Trame In Divenire @trameindivenire
Fasano: un territorio accessibile a tutti.

Litoranea - Ricciolandia

La città presa d’assalto da predoni di ogni sorta. Chi s’indigna?

Con l’approssimarsi della stagione estiva, ogni anno, a piè sospinto, come fosse un evento naturale al quale cedere senza poter resistere, riemergono ciclicamente carenze, anomalie e disservizi propri di un territorio senza alcuna visione politica del futuro.

E’ indubbio che quando un territorio vasto e ricco come quello di Fasano non si doti di strumenti amministrativi stabili ed equi, condivisi, che contemplino innanzitutto il rispetto, il recupero e la valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio storico culturale, che rappresentano una ricchezza potenziale per tutti, l’unica legge che può affermarsi è quella del clientes.

A farne le spese, come al solito, sono il tessuto sociale, nel lavoro e nella professionalità, e lo stesso territorio: insomma, il complesso e ricco patrimonio, di cui si è eredi. In questa condizione di carenza strutturale, certa politica, difronte all’interesse della collettivià, preferisce derogare alla propria funzione di amministratrice di beni pubblici per cedere il passo a coloro i quali, pochi , ne traggono profitto a scapito della collettività.

Dalla costa… alla collina

Basta percorrere la litoranea che da Eganzia, passando per Savelletri e Torre Canne, porta fino al Parco delle Dune Costiere, per rendersi conto di quanto, negli ultimi vent’anni, la costa, sia stata imbrattata, violentata, abusata. Se poi si osserva il tutto dal mare, prendendo con un solo colpo d’occhio l’intero territorio lo spettacolo diviene ancora più desolante. Uno scenario decadente si dipana abbracciando il paese dal mare alle colline. Negli ultimi vent’anni la speculazione edilizia, a servizio di piccoli e grandi feudi, l’ha fatta da padrona e nonostante le istanze e le denunce dei più sensibili, si stenta a cedere il passo ad atteggiamenti virtuosi, grazie a un regime di connivenza e impunità diffusi.

Passando per il Canale di Pirro e guardano sulle colline di Selva e Laureto la scena contempla villini e vere e proprie palazzine, come se la città avesse allungato i suoi tentacoli, l’une a ridosso l’altre, senza respiro, senza il rispetto delle distanze e soprattutto senza rispetto alcuno per l’ambiente e dei vincoli paesaggistici che dovrebbero garantirne il rispetto.

Ci vuole il piano costa

Il litorale, in perenne e annosa assenza di un piano comunale per la costa (il che dimostra che ci si trova difronte ad una condizione di precarietà voluta), è sempre più simile ad una casbah fatta di baracche, che con la pretesa di assurgere alla funzione ricettiva, ma senza alcuna professionalità e competenza, con servizi al limite della legalità e della decenza, rendono sempre più improbabile l’accesso del pubblico alle zone demaniali. Recinzioni di ogni sorta – cancellate, palizzate, siepi, murature – il più delle volte illegittime, delimitano i nuovi feudi trita soldi, in cui gli avventori vengono letteralmente raggirati, come è avvenuto pochi giorni fa, quando a ignari turisti è stato servito, con annesso ai ricci di mare, un conto di circa mille euro.

Fasano: un territorio accessibile a tutti.

Litoranea - ibidem

Le gabbie dorate

Il quadro si arricchisce con i lussuosi resort, sempre più simili a gabbie dorate autoreferenziali, isolate dalla vita del territorio e dalla sua cultura, dal lavoro della città, dagli usi e dai costumi locali, e che con il paese si rapportano solo nella misura di quello che al paese è stato sacrificato in termini di ambiente, storia, arte, cultura, per cederli al godimento di pochi avidi beneficiari.

Egnazia tra gli esempi eclatanti

L’esempio di Borgo Egnazia e del Golf Club San Domenico sono emblematici di come è stata deliberatamente ignorata l’esistenza del parco archeologico di Egnazia, tanto da immolare (come avveniva per i tori delle tauromachie egnatine), per la loro realizzazione buona parte del parco archeologico e della via Traiana, nella porzione non ancora saggiata dagli scavi.

Insediamenti rupestri, indignazioni e indegnità

Tra le gravi manchevolezze c’è, poi, la scarsa attenzione e cura, anche in termini di sicurezza, oltre che di conservazione e promozione, del patrimonio storico archeologico a disposizione.

E’ del 19 marzo scorso la notizia dell’ennesimo furto perpetrato ai danni dell’insediamento rupestre di Lama d’Antico.

A distanza di tre giorni dal furto di attrezzature e dello stesso impianto di anti-intrusione dai locali attigui alla Lama, il vice sindaco di Fasano, dott. Antonio Scianaro, assessore alla cultura, esprimeva tutta la sua indignazione per l’accaduto senza però soffermarsi, nemmeno un attimo, sulla grave responsabilità a carico della stessa amministrazione di cui egli è parte integrante. Lo stato degli insediamenti è di totale abbandono, nonostante alcuni interventi, successivi ai tempi del contrabbando che sancì il passaggio d’uso degli insediamenti da rifugio per i profughi albanesi a ricovero per le bande dei blindati. Poi dell’operazione primavera, che sembrò liberare questi monumenti dal degrado per mano umana. Da allora poco o nulla è cambiato.

C’è indignazione e indignazione

Nessuna indignazione si leva, invece, non solo dal vice sindaco, ma nemmeno da tutto l’arco amministrativo in seguito alle continue incursioni di bande di ladri che sin dalla fine del contrabbando, nottetempo lavorano indisturbati ai danni anche delle aziende private. Come è accaduto pochi mesi fa ai locali del centro Conforama dove, pur di entrare nei locali di uno sportello bancario, è stato abbattuto un muro di cemento armato.

Per lo spettacolo tristo e desolante a cui si è costretti ad assistere, l’indignazione dovrebbe essere un sentimento proprio della cittadinanza che ne fa le spese, non certo di chi avendo la responsabilità amministrativa pare ricoprire il ruolo del predone politico.

A detta del vice sindaco il territorio di Fasano è stato reso fruibile a tutti, a noi pare anche fin troppo e soprattutto ai predoni della notte e della politica.

 

giuseppe vinci


pubblicato su: Largo Bellavista Aprile 2011

 


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