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Fatti mandare dalla mamma... all'estero

Creato il 04 ottobre 2011 da Nonchiamatemiborgia @nonsonoBorgia
Mia mamma è sempre stata molto presente. Nonostante dovesse lavorare otto ore al giorno, e quindi non potesse ricoprire il tipico ruolo di mamma chioccia, lei ha sempre trovato il modo per seguire me e mia sorella: dallo studio alle questioni più personali, la mamma c'era.
Lei c'è ancora, anche se ormai io e M. siamo cresciute e abbiamo iniziato a camminare da sole già da un bel po'. La mamma continua ad esserci, anche perchè in fondo lei, come la maggior parte delle mamme, non vorrebbe mai che ci staccassimo definitivamente dal cordone ombelicale.

Io e M. abbiamo studiato fuori casa, abbiamo viaggiato e siamo state lontane dalla famiglia. E ogni volta che partivamo, alla fin fine, la mamma c'aveva sempre quel magone e quell'occhio lucido che faceva trasparire la malinconia di un genitore che vede il figlio crescere. Ma domenica sera è successo qualcosa, è avvenuto uno di quegli episodi catartici che sai che racconterai ai tuoi pronipoti: Hai mai pensato di trasferirti? Vattene via dall'Italia e non tornare, perchè qui non vi stanno lasciando più niente...”. Questo quello che mi ha detto mia madre, la donna che, seppur abbia origini più venete dello spritz, a tratti mi ricorda il modello di mamma o'scugnizzo è pezz'e core (credo si scriva così...).
Mi ha subito spiegato che sebbene le piacerebbe avermi vicino a lei, da buon genitore vuole il bene per le sue figlie. “...qui non vi stanno dando niente. Nessuna possibilità, solo debiti. Stanno annullando una generazione”.
Inizialmente non capivo cosa le fosse preso, ma poi ho visto tutto molto più chiaro. La mia è una mamma delusa, che non vuole più sentire dire dalle sue figlie “Sai, ho trovato un lavoro. Un contratto a progetto per due anni, che dopo non mi rinnoveranno manco morti”. La mia è una mamma che ha lavorato per istruirci, per renderci più preparate e, nonostante ciò, non riesce ancora a vedere un futuro per le sue figlie. La mia, in realtà, è una mamma come tante altre, perchè si preoccupa e si arrabbia. Si arrabbia con quelli che considerano il cognome, e non il merito. Si arrabbia con quelli che sfruttano, e non premiano. Si arrabbia con quelli che approfittano.
E io, alla fine, ho preso da lei: anch' io sono arrabbiata e delusa. E nonostante abbia ambizioni e aspettative, continuo a vedere nero davanti a me. Anzi no, riesco a scorgere un'immagine: una classe dirigente di vecchi, sostenuti da giovani tirapiedi che venderebbero persino la madre pur di tenersi stretti il posto che assolutamente non gli compete e, nel gradino più basso della piramide, tutto il popolo dei diseredati/precari. Insomma, uno schifo, detta francamente senza troppi giri di parole.
Avevo già considerato l'idea di andarmene, ma ho sempre rimandato la decisione finale. Ma adesso che sto per concludere gli studi, devo iniziare a ragionare in maniera più pratica. Per fortuna c'è la mamma che spassionatamente mi consiglia, aggiungendo docili note di colore: “Qui è una merda. Scappa che poi ti raggiungo”.

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