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Fecondazione eterologa, compenso alle donatrici come possibile incentivo?

Creato il 10 febbraio 2015 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

Il compenso alle donatrici potrebbe rappresentare un incentivo per alimentare le donazioni di ovociti per la fecondazione eterologa: infatti, sebbene la sentenza della Corte di Cassazione abbia smantellato già ad aprile scorso il divieto della Legge 40/2004, in Italia si fa ancora fatica a partire.

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Di: Redazione

Era proprio ciò che si voleva evitare, ma in assenza di ovociti, dal Tavolo tecnico delle Regioni  in merito alla procreazione medicalmente assistita, si inizia a parlare di compenso alle donatrici, una sorta di premio di solidarietà che dovrebbe incentivare le donazioni di ovociti.

Le procedure di fecondazione eterologa non sono effettuabili se mancano i gameti: ed in particolare, se le cliniche non sono dotate del materiale biologico per procedere alla fecondazione eterologa, non è possibile dare il via a quel tipo di fecondazione assistita che da tempo le coppie attendevano.

Come è noto, infatti, il 9 aprile 2014, attraverso una sentenza, i giudici della Corte di Cassazione hanno smantellato la Legge 40/2004 per mezzo della quale si vietava, in Italia, la fecondazione eterologa, ovvero quel tipo di fecondazione che richiede l’uso di gameti esterni alla coppia.

Le coppie infertili hanno potuto tirare un sospiro di sollievo di fronte alla reale possibilità di accedere alla fecondazione eterologa anche in Italia, evitando così di incentivare il turismo riproduttivo. Ma purtroppo i problemi non finiscono qui: le cliniche registrano tante richieste e pochissime donazioni, come è capitato all’Ospedale Careggi di Firenze, che ad oggi ha all’attivo circa 1800 coppie in lista d’attesa.

Se non vi sono i gameti, non è possibile procedere alla fecondazione eterologa: per questo motivo, molte cliniche hanno deciso di optare a banche di gameti estere, mentre dal Tavolo tecnico delle Regioni arriva la proposta del compenso alle donatrici.

In sostanza, le donne in età fertile potrebbero essere invogliate a sottoporsi al prelievo di ovociti, attraverso un premio di solidarietà: attualmente l’incentivo è solo una proposta, ma se la situazione dovesse rimanere a lungo quella attuale, è possibile che il compenso alle donatrici diventi concreto.


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