Magazine Politica

Femminicidio

Creato il 05 maggio 2013 da Pdarcore
Femminicidio
di Raffaele Mantegazza
Si chiamano Ilaria, Alessandra, Alexandra. Sono le ultime tre. Prima c’erano state  Alfina, Carmela, Patrizia, Brunella. E Franca. Yaniir, Emma. Le trovate qui: http://www.inquantodonna.it/. Sono le vittime di quello che è stato definito “femminicidio”; una nuova forma di genocidio. Non utilizza armi nucleari, campi di sterminio, guerre batteriologiche.  Uccide selettivamente, solo le donne, anzi solo la “MIA” donna, quella donna che a un certo punto ha deciso di non essere la mia proprietà, di sottrarsi al destino che la voleva ridotta a un mio oggetto, a qualcosa di cui potevo disporre a piacimento. “Se non sarai mia non sarai di nessun altro”; questa frase contiene già tutte le premesse del femminicidio. Pensare in questo modo significa non capire che in un rapporto di coppia nessuno è di nessuno e che la bellezza e la dolcezza dell’amore, che sia eterosessuale o omosessuale (perché l’omofobia e l’omo-cidio sono l’altra faccia del femminicidio)  consiste nel darsi all’altro/a, non nel possederlo/a. Centinaia di donne vengono assassinate; ma migliaia di donne vengono   picchiate, vengono segregate in casa, devono sopportare insulti e improperi perché hanno bevuto un aperitivo con un amico, perché hanno accettato un passaggio da un collega, perché hanno guardato troppo a lungo un uomo per la strada. i. Si chianano Renato, Massimo; Fabrizio, Luigi, Omar. Si trovate qui:  http://www.inquantodonna.it/argomenti/uomini/. Sono gli uomini che uccidono le donne. Ma per fortuna, noi uomini siamo meglio: sappiamo amare, sappiamo darci alle nostre donne (o ai nostri uomini), sappiamo essere forti e protettivi, teneri e virili, sappiamo offrire il piacere senza rinunciare al nostro piacere. Sappiamo essere compagni e complici, amici e amanti. E soprattutto sappiamo che chi uccide una donna, chi la picchia, chi la umilia, è un impotente; una impotenza che non c’entra con l’organo sessuale ma con tutto quanto  ci rende uomini, nel corpo, nella mente e nell’anima.;  il cui contrario non è né la potenza né il potere, ma l’amore, fisico e forte, tenero e appassionato, che non ha niente a che fare con la proprietà e il possesso; e che oggi più che mai dobbiamo difendere dalla morte.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog