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“Figli dello stesso fango” di Daniele Amitrano: adolescenti tra sesso, droga e scelte sbagliate

Creato il 14 gennaio 2015 da Alessiamocci

“Lungo il freddo e desertico treno per Roma, scorrono le vite e i destini dei quattro giovani. È un binario senza via d’uscita. La voglia di diventare adulti, e la necessità di sentirsi forti a tutti i costi sono il motore delle loro azioni. I vuoti esistenziali rappresentano la spinta decisiva per i loro passi.”

Talvolta fatti inaspettati possono sconvolgere le nostre vite che parevano scorrere immutate e ormai distanti dai fantasmi del passato. Ma cosa accade quando questi riemergono prepotentemente travolgendo ogni nostro pensiero e generando in noi dubbi e amarezza?

Questo è quanto accade nel romanzo d’esordio di Daniele Amitrano, “Figli dello stesso fango” (Watson edizioni, novembre 2014).

Il protagonista, Andrea, un trentenne che di mestiere fa il giornalista, si ritrova ad avere a che fare con una morte che lo tocca molto da vicino.

Sarà il pretesto per compiere un viaggio indietro nel tempo nella sua Formia, tra i vecchi amici d’infanzia, i mai dimenticati amori, il fratello affetto da una malattia psichica e la consapevolezza di come tutto col tempo sia inesorabilmente mutato.

La vicenda si apre nel presente ma dopo poche pagine parte un lungo flashback e da quel momento fino alla quasi conclusione del romanzo riviviamo le vicende di Andrea ragazzo e la sua crescita. Si tratta infatti di un romanzo di formazione con delle peculiarità giallistiche.

Le tematiche trattate sono diverse, si va dall’uso ed abuso di droghe, dal sesso alle difficoltà che si possono incontrare nel dover accudire un ragazzo con gravi patologie psichiche.

Amitrano mostra le difficoltà dell’età dell’adolescenza, palesa i risultati di scelte non sempre corrette e fa riflettere su quanto la situazione famigliare e le amicizie possano influenzare il futuro dell’individuo. Perché quel fango citato nel titolo è quello che ha accolto tutti noi in determinati periodi della vita e nessuno ne è immune.

Unico punto dolente il finale un po’ troppo precipitoso. Non sarebbe stato male poter comprendere meglio le fasi conclusive degli avvenimenti e magari scoprire in modo un po’ più dettagliato l’attuale vita del protagonista.

A parte questo il romanzo è scorrevole, la storia interessante ed il finale imprevedibile. L’aspetto psicologico è presente in maniera discreta e facilita l’immedesimazione del lettore nelle vicende dei ragazzi protagonisti.

 

Written by Rebecca Mais

 

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