Il numero dei parlamentari francesi che hanno aggiunto il loro nome ad una lista contro il “matrimonio” e l’adozione omosessuale ha ormai raggiunto quota 115, secondo la rivista francese “Liberation”. La petizione è stata avviata in seguito alla nuova iniziativa dei socialisti francesi, che promettono di istituire il “matrimonio” omosessuali se verranno eletti alle prossime elezioni presidenziali.
I parlamentari di opposizione provengono invece dai tre partiti che compongono la coalizione a sostegno del presidente Nicolas Sarkozy (il quale ha tuttavia approvato una riforma di patti di solidarietà civile, che sono una versione estremamente debole delle unioni civili): l’Unione per un Movimento Popolare, il nuovo centro, e il Movimento per la Francia. La dichiarazione avvalora “la difesa del diritto fondamentale di un bambino di essere curato e di sviluppare all’interno di una famiglia composta da un padre e una madre”. Sebbene il numero dei firmatari della dichiarazione siano passati da soli 82 all’inizio di questo mese a 115, c’è una lunga strada da percorrere per raggiungere lo stesso numero di firme che una dichiarazione simile ha raggiunto nel 2006, quando 174 parlamentari apposero i loro nomi. A quel tempo venne respinta una campagna a favore del “matrimonio” omosessuale da una commissione parlamentare francese, respingendo così anche la legalizzazione dell’adozione omosessuale.
Il confinamento del matrimonio alle coppie eterosessuali è stata confermato dalla più alta corte della nazione, il Consiglio Costituzionale, nel gennaio del 2011. Poi, nel mese di giugno, l’Assemblea nazionale francese ha votato decisamente contro la leggittimità del “matrimonio” omosessuale in una votazione 293-222.
Dall’Italia, quasi contemporaneamente, la notizia che la città di Gubbio (Umbria) ha cancellato il registro comunale delle coppie di fatto, introdotto dieci anni fa. La mozione è stata avanzata da un consigliere di centro-destra, Rocco Girlanda, votata dal Pdl, dal sindaco Diego Guerrini (area Pd) e da alcuni consiglieri comunali del partito guidato da Pier Luigi Bersani. Sul caso il (laico) direttore de “Il Giornale”, Vittorio Feltri ha scritto un articolo molto interessante criticando la “buffonata dei PACS”.
Antonio Tedesco