Franzoni libera! Liberi tutti!

Siamo arrivati al punto in cui chi non ha capito qual è il punto non lo capirà più. Siamo arrivati al punto del dentro o fuori. E nel giorno in cui viene fissata la prima udienza per il processo a Silvio Berlusconi sulle ipotesi di reato di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile (6 aprile, save the date!), ancora rimango basita di fronte alla dabbenaggine di chi cade nei tranelli degli stupratori semantici, linguistici e concettuali.
In questo giorno io prego coloro che urlano alla violazione della privacy, perché “ognuno in casa propria può fare ciò che vuole”, di chiedere a gran voce la liberazione della Franzoni: anche lei, in fondo, in casa sua ha fatto ciò che voleva. Dato che pare così difficile comprendere che privato e reato sono due termini che possono – e in certi casi devono – entrare in conflitto, chiedo a questi sbandieratori della privacy di lottare per l’annullamento dei processi e delle sentenze di tutti i reati commessi dentro le mura domestiche. Perché se è vero che esistono diversi reati e diversi livelli di gravità, è altrettanto vero che la privacy è una sola, e può essere infranta di fronte ad un’ipotesi di reato, qualunque esso sia.
Spero che tutti i narcotrafficanti insorgano, a partire da oggi, contro quei magistrati che hanno spiato le loro telefonate per intercettarne le consegne. Che tutti i mafiosi denuncino le forze dell’ordine che hanno letto i loro pizzini. Che le maestre-picchiatrici chiamino in giudizio i genitori che hanno messo telecamere nascoste per sbugiardare le loro violenze.
A quanto pare saranno in buona compagnia, a difendere la privacy dei poveri peccatori.
LIBERI TUTTI.