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Freedom Wars – Recensione

Creato il 14 novembre 2014 da Rostislav @videogiochiword

 L’evoluzione degli ultimi anni di Ps Vita è un caso lampante di come una promettente console si sia rivelata in qualche modo “inadeguata” per un determinato mercato e ciò non per la qualità intrinseca del prodotto, che tante soddisfazioni avrebbe potuto regalare ai possessori, ma per un supporto che sembra venir meno ogni mese che passa. In realtà ciò è vero solo in parte, perché in patria la piccola portatile di casa Sony realizza numeri migliori di quanto non faccia in occidente, prova ne è il costante afflusso di titoli marcatamente “Jap” che arrivano regolarmente sulle nostre console.

Freedom Wars è proprio figlio di questa tendenza di mercato, che sfrutta inoltre un filone il cui principale esponente risponde al nome di Monster Hunter, tanto acclamato quanto immediatamente riconoscibile sia in Giappone che qui da noi.

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CONDANNATI ALLA NASCITA

Il titolo prende il via in un futuro apocalittico in cui il genere umano è arrivato alle battute d’arresto ed una guerra per accaparrarsi le ultime risorse disponibili non fa che complicare le cose per i pochi superstiti.

In Freedom Wars la popolazione è ripartita nei Panopticon, ciò che resta delle metropoli terrestri, che sono entrati in guerra tra loro ed in cui gli abitanti sono distribuiti in classi sociali secondo degli schemi estremamente rigidi, volti a fare in modo che ciascuno possa contribuire come meglio può al benessere del Panopticon ed allo stesso tempo evitare di sprecare le pochissime risorse disponibili. Per questi motivi, ciascun individuo è semplicemente “colpevole di vivere” e condannato ad una pena detentiva già dal primo istante di vita. L’unico modo di ridurre tale pena è quello di contribuire attivamente al benessere del Panopticon, recuperando le risorse necessarie al suo sostentamento.

Il protagonista si rende colpevole di uno dei più gravi reati previsti, ovvero la perdita della memoria, che comporta un enorme spreco di risorse per la sua “rieducazione” e per questo, condannato a ben 1.000.000 di anni di reclusione e retrocesso nel più basso gradino della scala sociale.

Oltre alla reclusione forzata, al protagonista viene associato un Automa, con il compito di sorvegliarlo e valutare il suo percorso rieducativo, di ridurre la sua pena o aumentarla a seconda delle proprie azioni.

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SI VA A CACCIA

Ma veniamo al gameplay vero e proprio, elemento distintivo di Freedom Wars. Come già detto, l’unico modo a disposizione del protagonista per diminuire la sua condanna, è quello di accettare gli incarichi che di volta in volta si rendono disponibili e che vanno dalla eliminazione di un certo numero di nemici, fino al salvataggio dei “cittadini”, ovvero la popolazione istruita, coloro i quali si trovano nella parte più in alto della scala sociale. E’ tuttavia impossibile non notare una certa ripetitività di fondo nella struttura dei vari e numerosi incarichi, sottolineata maggiormente dalle ambientazioni piuttosto piatte e anonime che non rendono piacevolissima la fase di grinding e di ricerca dei materiali necessari per il potenziamento del protagonista.

Ciò che permette a Freedom Wars di distinguersi è in realtà il sistema di combattimento, abbastanza ben studiato e che permette la realizzazione di differenti strategie che variano a seconda dell’equipaggiamento utilizzato. Sono infatti disponibili sia armi da mischia, che armi dalla distanza, oltre al peculiare rovo, uno strumento che permette di curare i bersagli, piazzare trappole o aggrapparsi sui nemici più grossi e potenti per realizzare delle letali combo. Il tutto impreziosito da una grandissima varietà di oggetti, armi e materiali vari da combinare sapientemente per affrontare delle difficoltà che spesso ci ostacoleranno, rendendo necessarie ulteriori ricerche e fasi di potenziamento. La curva di difficoltà è, infatti, piuttosto ripida, con dei momenti di frustrazione che a volte si fanno presenti e che incentivano il ricorso alla pur valida modalità cooperativa per quattro giocatori, favorendo ulteriormente il gioco di squadra e la gestione oculata di tutte le risorse disponibili. Il tutto viene reso ancora più complicato dai comandi, che in più di un’occasione risultano legnosi e persino scomodi nella fasi più concitate delle missioni.

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E QUESTO DOVE LO METTO?!

Altra peculiarità di Freedom Wars è da individuarsi nei tantissimi menù e nelle infinite personalizzazioni che il titolo vi permette. Si va dalla personalizzazione del protagonista e del suo automa, con un ricco editor che permette di stabilirne genere, aspetto fisico e persino la voce, in modo da renderli quanto più vicini alle nostre preferenze, alla personalizzazione dell’equipaggiamento nelle fasi più avanzate di gioco e di un menù di crafting molto vario, ma altrettanto difficile da padroneggiare anche a causa delle poche informazioni rilasciate dal gioco in merito al suo utilizzo.

Infine la parte tecnica è ancora una volta realizzata in cel-shading, che sembra piacere proprio tanto agli sviluppatori orientali per realizzare i propri titoli, e che dona una aspetto anime che non guasta quasi mai e che fa sempre piacere agli appassionati del mondo orientale. Tuttavia, mentre i personaggi risultano di discreta fattura, le ambientazioni appaiono veramente troppo spoglie e anonime per poter promuovere la parte artistica di questo titolo, che soffre inoltre di sporadici cali di frame-rate nei momenti più convulsi dell’azione di gioco.

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COMMENTO FINALE

Freedom Wars viene proposto nel nostro store ad un prezzo ridotto di 24,99€, prezzo che costituisce già di per se un buon incentivo all’acquisto, se si è disposti ad accettare tutti i piccoli difetti che si porta dietro questo titolo, in primis la ripetitività delle missioni. Tutti coloro i quali si lasceranno catturare dal gameplay di Freedom Wars, scopriranno un gioco profondo ed appagante, contorniato da un buon livello di sfida e una buona cooperativa online che incentiva la collaborazione fra giocatori.

  • Sistema di combattimento
  • Personalizzazione del personaggio
  • Coop Online
  • Trama poco ispirata
  • Ambientazioni anonime
  • Missioni ripetitive

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