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Funambol: da startup italiana anni ‘90 a grande impresa americana dei giorni nostri

Da Eartgaia88 @earthgaia88

Funambol

“Forse un giorno arriveremo anche a Telecom italia” ironizza su facebook Fabrizio Capobianco, Presidente  e fondatore di Funambol, commentando l’annuncio della collaborazione di Funambol con Telefonica Digital, una della più grosse telefoniche al mondo, operante in Europa e America Latina con oltre 320 milioni di clienti.

Ho incontrato la prima volta Fabrizio a San Francisco per intervistarlo mentre scrivevo la mia tesi di laurea sulle startup italo-americane. Fabrizio con Funambol era uno dei precursori di questo trend, quando in Italia ancora non sapevamo neanche cosa volesse dire startup.

Forte delle sue precendenti esperienze lavorative negli Stati Uniti, Fabrizio insieme agli altri soci fondatori ( in primis il CFO Alberto Onetti) e agli ingegneri italiani addetti alla ricerca e sviluppo, ha costruito uno dei servizi cloud più innovativi per la sincronizzazione dei dati su più dispositivi.

Telefonica Digital dichiara di aver scelto OneMediaHub di Funambol per la sua semplicità, flessibilità e potenzialità di customizzazione. Il servizio infatti integra in un’unica piattaforma account multipli, ponendosi un gradino più in alto rispetto a Dropbox, i-Cloud o Google Drive.

Ecco come un progetto open-source nato all’università di Pavia possa trasformarsi in un’impresa che se la gioca con i colossi californiani grazie, però, ad investimenti d’oltreoceano (Funambol ha raccolto dal 2002 circa 13, 5 Milioni di dollari da diversi fondi VC americani).

“Perchè dopo i primi due anni in Italia avete spostato la sede di Funambol a SanFrancisco?” chiesi a Capobianco durante la mia ricerca, “Trovare capitali sufficienti a sostenere il nostro progetto fu davvero difficile, perciò iniziammo a cercare capitali statunitensi, ma l’Italia non era vista dagli investitori americani come ambiente ideale per creare una nuova impresa hi-tech”.

Funambol non è l’unico esempio del genio italiano a cavallo fra Italia e Stati Uniti : Spreaker, Neptuny, Fluidmesh Networks sono altri esempi dell’eccellenza italiana esportata negli States che ho incontrato a San Francisco.

Loro almeno un pezzo del loro successo lo tengono qui, forse più per nostalgia che per business.

Dopo quasi 15 anni di rinnovamento culturale, spinta all’innovazione, decreti, incubatori, acceleratori…  potranno finalmente iniziare a nascere tante Funambol TUTTE italiane?

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