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GCP come trattamento terapeutico per il cancro alla prostata avanzato

Creato il 04 marzo 2013 da Laprostata @espriweb

rimedio naturale GCP filamin A Un estratto di semi di soia e funghi, chiamato GCP (Genisteina Combinata con Polisaccaridi), è un prodotto naturale che pare possa contribuire a prolungare l’aspettativa di vita di alcuni pazienti con cancro alla prostata. I ricercatori della UC Davis affermano che gli uomini con cancro alla prostata metastatico, che presentano un ridotto livello di testosterone per la terapia farmacologica a cui sono stati sottoposti, hanno più probabilità di trarre beneficio da questo trattamento. Questo studio è stato condotto sulle cellule tumorali della prostata e sui topi. La terapia di deprivazione androgenica, ampiamente utilizzata in presenza di un carcinoma alla prostata metastatico, comporta un abbassamento del testosterone, un androgeno che stimola e controlla lo sviluppo ed il mantenimento delle caratteristiche maschili. I risultati promettenti ottenuti con la terapia GCP, suggeriscono la possibilità di prolungare l’aspettativa di vita dei pazienti che hanno ottenuto una bassa risposta dalla terapia di deprivazione androgenica.  I ricercatori hanno scoperto che la combinazione dei composti genisteina e daidzeina, entrambi presenti in GCP, aiuta a bloccare un meccanismo chiave utilizzato dalle cellule tumorali della prostata per sopravvivere alla privazione di testosterone. Il gruppo di ricerca aveva precedentemente dimostrato che, quando il livello di androgeni di un paziente si abbassa, le cellule prostatiche cancerose esprimono una proteina nota come filamin A, che è altrimenti fissata al recettore degli androgeni nel nucleo della cellula. Il recettore androgeno regola la crescita delle cellule tumorali. Una volta che filamin A lascia il nucleo della cellula cancerosa, quest’ultima non richiede più androgeni per sopravvivere. Quindi, la perdita di filamin A permette a queste cellule di sopravvivere alla deprivazione androgenica, rendendo così il cancro incurabile. GCP, invece, mantiene filamin A nel nucleo. Finché questa proteina rimane attaccata al recettore degli androgeni, le cellule cancerose necessitano di androgeni per sopravvivere e crescere. Attraverso la deprivazione androgenica, quindi, diventa possibile prolungare la vita del paziente. L’ipotesi del team è quella di sottoporre i malati ad entrambi i trattamenti al fine di sconfiggere il tumore. I ricercatori stanno ora cercando di capire se GCP è anche in grado di ridurre sensibilmente i livelli di PSA.


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