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Gelato e frappè a Sanova

Creato il 12 marzo 2014 da Eva Guidi

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Ultimamente l’insonnia mi sta esaurendo; mi sento come il protagonista della pubblicità delle Gocciole, avete presente l’insolito Tarzan biondo con gli occhi azzurri reso celebre dalla battuta “Questa giungla mi distrugge”? Ecco, io sono la versione femminile, arruffata, pallida e decisamente meno sexy a cui manca, per fortuna, la suocera incline al tarocco. Sono una via di mezzo tra un neonato il cui ritmo sonno-veglia è ancora tutto da definire e un’ottantenne incallita per cui il riposo pare essere l’ultimo dei problemi. In ogni caso io voglio dormire, necessito di riposo, desidero tornare il bradipo di una volta, il ghiro in grado di addormentarsi ovunque, mi manca il mio periodo di letargo insomma.

Erano le tre di questa mattina quando, convinta dallo sguardo premuroso della mia gatta accoccolata, come sempre, al mio fianco, ho impugnato il Kindle in cerca di qualcosa da “sgranocchiare”; inutile continuare ad accanirsi in cerca di un sonno che non sarebbe arrivato per cui perché non leggere? In effetti concilia anche il sonno (eccezion fatta per il mio caso)! Posseggo una cartella di emergenza, in cui ho sistemato tutti i libri scaricati gratuitamente, che presenta la reale funzione di salvagente in casi come questi: il mio peggior incubo sarebbe ritrovarmi senza nulla da leggere, in balia della noia assoluta. La mia è stata una scelta decisamente infantile, dettata dal colore contenuto nel titolo dell’opera, il giallo, appunto il mio preferito.

“La casa gialla” (per cui è doveroso il rimando all’opera di Van Gogh) è un romanzo di Adriano Poggio, autore di cui non sono riuscita a trovare notizie nelle mie ricerche sul web; la recensione di Amazon definisce l’opera humour, anche se a parer mio non è riscontrabile nulla di così divertente tra le sue righe. La trama è un po’ complessa, ovviamente io mi trovavo anche in una situazione di difficoltà intellettiva, ma non credo che qualcuno riuscirebbe a stare dietro, con una lettura protratta nel tempo, alla quantità di particolari e piccolezze necessarie per comporre il puzzle della vicenda nella sua totalità. Più storie si incrociano, si mescolano, e la matassa, all’inizio apparentemente impossibile da districare, pian piano si scioglie giungendo ad una conclusione tutto fuorché scontata. Quello che posso dire è che non è, senza dubbio, una delle opere che consiglierei ad occhi chiusi ma è un piacevole modo per passare il tempo, in assenza di altre alternative più “succulente” in vista.

Sono consapevole di non aver scritto un grande post oggi, ma siate clementi, i miei neuroni stanno contando le pecore già da un po’, la palpebra cala e lo sforzo di collegare pensieri e tasti del pc è decisamente notevole; basterà un po’ di riposo per far tornare la mia “Brillantaggine” e post in grado di regalare emozioni impagabili. L’importante è crederci no? :D

 



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