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Giardinieri per un giorno (al Teatro Romano di Benevento)

Da Fredy73 @FedericaRossi5
Giardinieri per un giorno (al Teatro Romano di Benevento) Questo sabato mi sono dedicata alla cittadinanza attiva. Insieme ad altri duecento beneventani sono andata, guanti e cesoie alla mano, a liberare il nostro magnifico Teatro Romano dalle erbacce che lo infestavano.
L'iniziativa è nata dalla compagnia teatrale stabile locale che poi, tramite social network e stampa, ha raccolto proseliti.
E' un palliativo, me ne rendo conto. Anche perché le erbacce ricrescono. E, a volte, non basta la buona volontà per estirparle definitivamente. Certo, però, qualche cosa di positivo l'iniziativa l'ha innescata. Alla manifestazione, infatti, c'erano anche moltissime autorità locali, sindaco in testa, che si sono impegnate a salvaguardare uno dei principali monumenti della città (invero non dipendente da loro direttamente. Ma per il futuro ne hanno chiesto la gestione).
In ogni caso, col mio solito senso del pudore e dell'inadeguatezza, sono giunta all'appuntamento con abbigliamento fantozziano, fatta eccezione per i guanti tecnici acquistati per l'occasione. E lì è successo il miracolo. Orde di persone - privati cittadini e associazioni, artisti del luogo - e anche mostri sacri come Ugo Gregoretti - sono corsi a frotte per l'evento. Instancabili. Inarrestabili. Travolgenti. E insolitamente allegri. Tutti a cercare di dare una mano. Molti, come me, senza sapere assolutamente come o cosa fare. Ma con tanta voglia di partecipare e di sporcarsi le mani. E un'incredibile capacità di imparare l'arte del giardinaggio.
Ad esempio io, per mia fortuna, ho incontrato i ragazzi dell'associazione del mio amico B che mi hanno adottato. Insegnandomi a rastrellare, estirpare, raccogliere le erbacce e differenziare.
Poi, è vero, per gli enormi spazi del teatro giravano anche uomini con decespugliatori impazziti. In alcuni casi ho pensato che fossero persone che aspettavano da una vita di mettere in funzione il portentoso aggeggio comprato due anni prima per 200 euro e dimenticato, poi, in cantina. Ma va bene anche questo! Come tutta l'armata che, in disordine sparso, ha poi trovato la sua collocazione, il suo quadrato di terra da sistemare, con sempre più affiatamento e coordinazione.
Così, pur essendomi liberata dalle stampelle da soli due giorni, ho iniziato a darmi da fare sotto un caldo reso ancora più afoso dalla minaccia di pioggia. E ho lavorato per un'ora e mezza senza sosta. Alla fine avevo le braccia completamente ricoperte di graffi, come se avessi litigato con un gatto isterico.
Ne è valsa la pena. Non solo per lo splendido monumento che avrebbe bisogno anche di altre cure. Ma per le anime dei cittadini che hanno partecipato. Quelle godono di perfetta salute. E sono come nuove. Splendenti e restaurate, come un'imponente vestigia restituita alla vita...
Poco city, si intitola - in parte - il mio blog. Ma quel poco, a volte, può fare la differenza.Articolo originale di Federica Rossi per Poco sex e niente city. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso dell’autrice.

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