Magazine Attualità

Gioie e dolori del self-publishing

Creato il 11 novembre 2012 da Silviaebookmania

Gioie e dolori del self-publishing

Appena hai finito di scrivere il tuo libro potresti decidere di pubblicarlo cercando un agente e, successivamente, inoltrando il manoscritto a tutte le più importanti redazioni. Se ti va bene, potresti vivere una vita ricca e di successo. Ciò accade ancora, raramente certo! Però secondo un nuovo report condotto dalla Bowker, una società che si occupa di ISBN e pubblicazioni di libri negli Stati Uniti, sono moltissimi gli scrittori che si servono di un altro mezzo di pubblicazione meno convenzionale ovvero il self-publishing.

Il report mostra che il numero dei libri (sia digitali che cartacei) pubblicati ogni anni a subito un aumento del 287% rispetto al 2006. Lo stesso  report ha evidenziato che 148.424 libri stampati sono stati autopubblicati negli Stati Uniti nel 2011 che sarebbero il 43% di tutti i libri pubblicati nel paese quell’anno. Anche i libri digitali auto-pubblicati sarebbero aumentati: il report, infatti, evidenzia che sono stati 87.201. Ad essere conteggiati soltanto i libri con codice ISBN.  Mentre i numeri sono flessibili, non c’è bisogno di essere dei matematici per capire che il fenomeno è in crescita e ha favorito il numero dei libri in circolazione.

Le ragioni di questo sviluppo possono essere molteplici. La prima, di sicuro, è che gli ebook sono più economici, efficienti e semplici e possono essere facilmente auto pubblicati. Il secondo è che gli scrittori trovano particolarmente difficile pubblicare attraverso i canali tradizionali. Ad essere auto pubblicati soprattutto i titoli del genere fan fiction. Dovremmo accogliere il fenomeno del self-publishing a braccia aperte in quanto rappresenta un ottimo modo per gli scrittori di fare ciò che vogliono senza dover fare i conti con gli editori in anticipo.

Il self-publishing, però, sembra avere anche un lato oscuro. Gli autori che si auto pubblicano in quella che molti di essi hanno definito Vanity Press non hanno indicazioni su come vendere i loro libri. Indicazione che non viene fornita dalle piattaforme di self-publishing che lasciano da soli gli autori. Gli editori tradizionali hanno cura che il libro sia affiancato dalla giusta campagna di marketing ma gli autori che si auto-pubblicano non sempre hanno i fondi necessari a condurle. Anche il controllo qualità viene meno. I contenuti pubblicati dalle case editrici vengono vagliati attentamente mentre con il self-publishing gli autori pubblicano ciò che reputano corretto. Certamente nessuno obbliga nessuno a leggere qualcosa di scritto male e poco curato ma potrebbe accadere. Perciò, il self-publishing deve essere considerato come una grande opportunità per farsi conoscere ma stando sempre attenti a ciò che si decide di pubblicare.

Rita Paola Maietta
© Riproduzione Riservata


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine