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Giornalismo sportivo, scrivi anche tu sul sito dei record

Creato il 09 dicembre 2013 da Redazione Firstmaster Magazine @FirstMasterFad
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Vavel, il sito di giornalismo sportivo in 7 lingue e 13 edizioni, ha raggiunto il mese scorso un milione di lettori, ed è solo l’inizio…

Il mese scorso Vavel è stato visitato da 1.051.086 utenti unici, rinforzando in Spagna la quinta posizione tra i giornali sportivi più letti. 
Un record, che si aggiunge a quello di essere è disponibile in 7 lingue e 13 edizioni per Spagna, Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Francia, Argentina, Brasile, Portogallo, Germania, Messico, Colombia, Ecuador e Paesi arabi.
Il fenomeno Vavel  è stato creato da Javier Robles nel 2008 (all’epoca studente universitario a Madrid), che ricorda: «tutti ci dissero che era impossibile. Invece oggi possiamo gridare al mondo, fieri e felici, che il meglio deve ancora arrivare, e che siamo già entrati in un milione di case negli ultimi 30 giorni. Possiamo solo ringraziare i nostri lettori che scommettono su un giornalismo sportivo fedele ai valori del rispetto, del talento e del lavoro.

Giornalismo sportivo: una dichiarazione d’indipendenza

Nel 2008, Robles non pensava al successo, ma a creare un modo di fare informazione alternativa, addirittura «antagonista» all’informazione controllata dai grandi interessi che muovono lo sport.  
Quando, il mese scorso, ha celebrato il record, ha messo in primo piano l’indipendenza di Vavel: «la nostra indipendenza, il nostro antagonismo, ci garantiscono che il sistema continuerà a cercare di bloccarci, ma ci ricorda anche che non dobbiamo dire grazie a nessuno, perché abbiamo raggiunto questo traguardo con le nostre mani, senza alcun aiuto esterno, con il talento e il duro lavoro, fuori da questo sistema marcio e decadente. Un sistema che perde pezzi, anche se possiede ancora il monopolio pubblicitario, l’unico valore interessante di cui rimane in possesso».

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Al superamento di questo primo traguardo storico, Robles ha ricordato di essere«nati in una stanza, in un sobborgo di Madrid, spinti dalla necessità, dalla disoccupazione e dalla frustrazione nel vedere la stampa governata da persone irresponsabili, sconsiderate, incapaci di generare idee creative e che vedono il giornalismo solo come un modo per arricchirsi. Giorno dopo giorno nelle nostre edicole, radio e TV assistiamo a spettacoli volgari, creati e sviluppati da chi occupa i piani alti della nostra professione, senza una spiegazione logica del perché l’industria continui ad investire in questo tipo di contenuti polemici invece di sostenere chi cerca di fare giornalismo realeVavel è stata una risposta a quel sistema, per alzarsi in piedi invece che continuare a vivere in ginocchio.
La nostra indipendenza, il nostro antagonismo, ci garantiscono che il sistema continuerà a cercare di bloccarci, ma ci ricorda anche che non dobbiamo dire grazie a nessuno, perché abbiamo raggiunto questo traguardo con le nostre mani, senza alcun aiuto esterno, con il talento e il duro lavoro, fuori da questo sistema marcio e decadente. Un sistema che perde pezzi, anche se possiede ancora il monopolio pubblicitario, l’unico valore interessante di cui rimane in possesso».

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Vavel: per un giornalismo sportivo aperto a tutti

Con una dinamica da social network e non da testata editoriale, Vavel  invita giornalisti e blogger a partecipare, per «dare ai lettori l’informazione che si meritano», senza censure e controlli, se non quello della qualità. 
Su questo punto, la redazione promette di mantenere sempre alto il livello del network, attraverso un “controllo qualità” e secondo i loro principi base: talentocreativitàimpegno.

Paolo Scansani & staff FirstMaster Magazine

- Home Vavel Italia;
- Pagina per collaborare.

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Nota – Questo articolo non è sponsorizzato da Vevel, ma rientra in un nostro programma formativo di analisi di testate d’informazione.

A cura della Redazione - 9 dicembre 2013.


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