Magazine Diario personale

Giorni strani.

Da V

Sono giorni strani,questi. Pieni di sole,ed è Dicembre;pieni di domande,alle quali non voglio dare risposta;pieni di voglia di starmene sotto le coperte,ma devo uscire. È sempre così di questo periodo:per me è un’agonia,una tortura vedere tutte queste persone prese dall’irrefrenabile voglia di abbuffarsi e specialmente di starsene in famiglia. [Per favore fatemi rinascere orso così posso andarmene in letargo.] Non voglio sedermi a quella tavola-mancano troppe persone ormai-nè tantomeno scartare i regali,che a me non serve niente [Tranne quelle splendide scarpe!]. Niente che si possa comprare,perlomeno. Che un paio di cose le vorrei [Le scarpe appunto. O i pantaloni di pelle super sexy!],come per esempio far tacere questa vocina fuori campo! Lui mi ha chiesto se voglio un profumo e me ne ha fatto provare uno. Non voglio avere il suo odore [La sua puzza vorrai dire!]. Che già Lei è bionda,come me,come mia madre. Tremo all’idea che un giorno me la vedrò seduta alla tavola imbandita di mia zia,con quel cazzo di nome e di accento,a scherzare come se nulla fosse. Come se tutto fosse normale. Avrei dovuto dire qualcosa quella volta,avrei dovuto insultarla e riversarle addosso tutto quell’odio che mi sono autoimposta di non provare. Perchè io voglio essere una persona per bene,perchè io in fondo sono ancora quella bambina un po’ bruttina in cerca di approvazione. E quindi scusate se ho una bassa opinione degli uomini [Basta dire 'tette' che fan quel che vuoi!] o per lo meno della maggior di essi. Posso aver anche perdonato [Tu non credi nel perdono!],ma ciò non significa che io capisca. Che io capisca perchè vai in vacanza con lei [Dovevi sempre lavorare un tempo!],perchè la chiami ‘la mia amica’,perchè mi hai mentito,perchè non hai smesso di vederla,perchè nessuno ci ha-a me e mio fratello-mai chiesto scusa.

Sono giorni strani. Sono adulta,ma divento una bambina capricciosa;sono figlia,ma divento madre che consola;compro libri e non li leggo. È preoccupante. Sono entrata in libreria e mi sono sentita a casa,ma sono uscita a mani vuote nonostante abbia sfogliato-e annusato- un libro per una ventina di minuti. Non leggo,scrivo. Sulla carta. Scrivo così tanto che il quaderno mi urla “Emmobbasta!Sei ‘na lagna!”. E allora lo punisco infliggendogli altre torture con l’inchiostro,così impara!

Sono giorni strani. È una vita strana.

V.

1486613_1781977951857448_1037369015_n


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog