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Gli archetipi dell’horror

Creato il 23 giugno 2013 da Pamelaserafino

Nella cultura popolare sono presenti sotto forma di miti, racconti e leggende, molte figure di creature paurose, entità spettrali ed esseri soprannaturali che sono poi diventati degli archetipi della tradizione horror. Di seguito ne elenchiamo alcuni:
FANTASMA
Già nell’antica Roma si parlava di fantasmi come di un fatto reale e assodato. Si pensava che gli spiriti di chi in vita era stato un malvagio (larve) apparisse nottetempo per tormentare i vivi. Plinio il Giovane (61-113 d.C.) scrive al suo amico Sura di un fatto (che egli ritiene vero) riguardante una casa ateniese infestata da uno spettro che si manifestava per chiedere una degna sepoltura. Nell’Ottocento la credenza nei fantasmi venne alimentata dalla nascita dello Spiritismo che cercava di interpretare i fenomeni paranormali attribuendoli alle anime dei defunti evocati durante le sedute spiritiche.
GHOUL
Il ghoul è un mostro di tradizione islamica: è una creatura che in origine vive nel deserto, un demone che cambia forma, assumendo l’aspetto di un animale, in special modo di iena o di un essere umano. Dissacra le tombe e si nutre della carne dei morti o dei bambini piccoli. Inoltre attira i viaggiatori nel deserto per ucciderli e divorarli.
ORCHI
L’orco del folclore è correlato a quello della mitologia germanica, anche se quello mitologico è spesso più simile ad un demone. L’orco classico deriva dalla mitologia romana, è un guardiano degli inferi e divoratore di uomini. Si deve invece a Perrault l’iconografia classica dell’orco delle fiabe: un bruto gigantesco, peloso, muscoloso, barbuto e con il ventre prominente, armato di una clava e assai irascibile.
GOLEM
Secondo Una leggenda ebraica dell’Europa orientale, esso è un automa di argilla a cui viene dato vita attraverso la recitazione di lettere alfabetiche. Il suo compito sarebbe stato quello di difendere gli ebrei dalle persecuzioni. La leggenda viene ripresa in diverse opere del Romanticismo. Nel 1915 lo scrittore Gustav Meyrink scrisse il romanzo Il golem, ma qui l’informe creatura non è più un essere benefico: rappresenta piuttosto la forza ambigua delle macchine che sfugge al controllo dell’uomo diffondendo morte e distruzione.
LICANTROPO
La licantropia è una rara malattia legata a disturbi isterici, che si manifesta con sintomi inquietanti: il malato vaga di notte ululando e manifesta comportamenti animaleschi. Nella credenza popolare questo male fu interpretato come effettiva trasformazione di esseri umani in lupi mannari. Già nelle Metamorfosi di Ovidio (43 a.C.) troviamo la storia di Licaone mutato in lupo da Zeus. Nella letteratura classica ci sono poi gli antecedenti del Satyricon di Petronio (60 d.C.), dove si raccontava la storia di un “versipellis” – così i romani chiamavano il lupo mannaro – come riferita da Nicerota al banchetto di nozze di Trimalcione, e i numerosi testi zooantropici del periodo medievale. Le prime apparizioni licantropiche dei tempi moderni si trovano nel romanzo di Frederick Marryat The Phantom Ship, scritto nel 1839 (una lunga rielaborazione della leggenda dell’Olandese Volante in cui è incluso il capitolo The Werewolf of the Hartz Mountains, su una ragazza-lupo).
VAMPIRO
Nelle credenze slave sono cadaveri incorrotti che di notte escono dalle tombe per nutrirsi col sangue dei vivi. Il leggendario vampiro dei Carpazi, Dracula, immortalato nel 1897 dal romanzo di Bran Stoker, deriva sicuramente dalla figura storica del principe romeno Vlad III l’imperatore, che si opposero alla pressione dell’impero ottomano con sanguinaria ferocia.
ZOMBI
Questo termine proviene dalle isole Antille e vuol dire “morto richiamato in vita”. Nella religione vudù, diffusa fra la popolazione di origine africana ad Haiti e nelle Antille, si ritiene che attraverso particolari riti di magia nera sia possibile richiamare in vita i defunti: essi verrebbero utilizzati come schiavi per lavori infimi, illeciti o addirittura malefici.


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