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Gli effetti della “Legge Beckham” nel calciomercato

Creato il 26 giugno 2013 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

La Legge Beckham fu approvata in Spagna nel giugno del 2005 con lo scopo di attrarre talento straniero permettendo una tassazione privilegiata per coloro che avessero redditi superiori ai 600.000 Euro annuali. L'idea era che arrivassero scienziati, medici, top managers… ma ne trassero vantaggi anche grandi giocatori di calcio, il primo di loro fu David Beckham che diede il soprannome alle legge.

Dal 2005 in avanti, gli stranieri residenti (quelli che avessero lavorato più di 183 giorni in Spagna) venivano considerati a effetti fiscali come non residenti, in questo modo la loro aliquota non era più del 43% ma del 24%.

 

Se paragoniamo le aliquote che avevano gli altri paesi per soggetti nelle stesse condizioni vediamo che in Germania era del 45%, Italia 43% e Inghilterra stava discutendo se aumentare dal 40% al 50%. La Spagna dunque aveva un regime che permise l'arrivo di giocatori come Ronaldinho, Agüero, Ibrahimovic, Cristiano Ronaldo …. E di questo non ne approfittarono soltanto club come Barcellona e Real Madrid, ma anche quelli con budget molto minori facendo si che la presenza di giocatori stranieri aumentasse di un 50%.

Nel 2010 però, la legge fu modificata tornando al regime fiscale anteriore alla legge Beckham (tassazione attualmente al 53% per gli stranieri residenti con redditi superiori ai 600.000€), ma senza effetti retroattivi. In questo modo coloro che avessero firmato il contratto prima del 2010 continuavano ad avere una aliquota del 24%.

A modo di conclusione si potrebbe dire che la legge non ha rispettato completamente gli obbiettivi poiché soltanto 2.000 persone hanno beneficiato di questo regime privilegiato. Per quanto riguarda il settore del calcio, si è creata una grande disuguaglianza tra i club dei diversi paesi che rendeva troppo facile per i team spagnoli acquistare i top players mondiali.

 

 

 

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