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Gli inganni dell’olio di palma certificato

Creato il 31 gennaio 2014 da Rossellagrenci

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Gli inganni legati all’Olio di Palma sono davvero tanti. Sebbene alcune buone notizie paiono arrivare dal fronte Multinazionali, come questa: Unilever e Ferrero hanno deciso di impegnarsi a utilizzare olio di palma sostenibile.

Ma a ben vedere, come scrive Greenpeace, la ricerca, condotta sul campo dagli attivisti, dimostra come la maggior parte della deforestazione avvenga in concessioni controllate da membri della RSPO (Tavola Rotonda per l’Olio di Palma Sostenibile) un’organizzazione nata per garantire la sostenibilità della produzione dell’olio di palma in Indonesia.

In realtà La RSPO non esclude il taglio delle foreste per implementare nuove piantagioni di palma. Come spiega Greenpeace, la RSPO si vanta di annoverare tra i propri membri i leader della sostenibilità nel settore dell’olio di palma ma gli standard della propria certificazione lasciano gli stessi membri liberi di distruggere le foreste, drenare le torbiere e appiccare incendi dolosi.
“Anno dopo anno gli incendi forestali creano il caos, rendendo irrespirabile l’aria dall’Indonesia a Singapore e producendo migliaia di sfollati dalle aree forestali in fiamme – denuncia Chiara Campione, responsabile della campagna Foreste di Greenpeace Italia -. I membri della RSPO dicono di avere delle precise politiche che vietano l’uso del fuoco per preparare il terreno alle nuove piantagioni ma non si rendono conto che le torbiere, una volta distrutta la foresta e drenata l’acqua diventano delle polveriere. Basta una scintilla per scatenare l’inferno”.

Qui trovate il report di Greenpeace: 8 pagine ricche di dati per dimostrare che la causa principale della deforestazione in Indonesia, tra il 2009 e il 2011, continua a essere la produzione di olio di palma. Viene dimostrato come la produzione di olio di palma causi la perdita di circa un quarto della superficie forestale del Paese (circa 1,24 milioni di ettari di foresta nel periodo 2009-2011, pari a 620.000 di ettari l’anno) che è il più grande produttore di olio di palma grezzo al mondo.

«L’unica soluzione per le aziende che acquistano olio di palma indonesiano è andare oltre la certificazione Rspo. Alcune lo stanno già facendo. Questa è la sfida che Greenpeace lancia oggi all’industria dell’olio di palma». L’associazione ambientalista ricorda che sapone, cioccolata, sughi pronti, biscotti, shampoo e persino prodotti per la pulizia della casa sono tutti fatti con olio di palma.

Se pensate che è stato anche dimostrato che l’olio di palma non fa bene alla salute a causa del suo elevato quantitativo di grassi saturi (in particolare, gli acidi grassi saturi sarebbero responsabili della formazione di pericolose placche sulle pareti delle arterie) io scelgo solo prodotti SENZA OLIO DI PALMA!

Purtroppo molti prodotti alimentari Bio contengono ugualmente Olio di Palma, ecco perchè preferisco aziende

L’olio di palma, grazie al suo elevato potere calorico, la sua viscosità e la sua convenienza economica, si presta molto bene alla produzione di numerosi prodotti da forno dolci e salati e di altri prodotti dolciari in cui può sostituire e/o integrare i grassi del cioccolato.

Ricordate che spesso l’olio di palma si nasconde dietro la dicitura in etichetta di “olio vegetale” o “oli vegetali”.

Per evitare l’olio di palma sarebbe necessario controllare con attenzione le liste degli ingredienti, diffidare degli snack, merendine, piatti pronti e creme spalmabili industriali. La scelta migliore sarebbe quella di autoprodurre e mangiare cibi “freschi”, utilizzando in cucina l’olio extravergine d’oliva o oli vegetali biologici spremuti a freddo.


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