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Gli italiani a Courmayeur: Intervista a Raffaele Picchio

Creato il 10 dicembre 2013 da Fascinationcinema

Raffaele Picchio sarà presente alla XXIII edizione del Courmayeur Noir inFestival. Ecco cosa ha da dire:

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Oltre la soddisfazione personale, quanto ritieni importanti eventi di questo tipo?

Che un festival importante come questo dedichi spazio a discussioni sulla produzione indipendente è sempre cosa buona. Ma sarebbe anche ora di avere il coraggio di inserirli insieme a tutto il resto del cinema mondiale questi “nuovi” autori: altrimenti è un discorso da cui non se ne esce più, e si finisce che stiamo tutti qui a parlarne, ma poi non inizia ad essere finalmente trattato – nel bene e nel male – come un cinema e non come “indipendente italiano”.

Secondo te sta davvero rinascendo l’horror italiano?

Io non amo affatto l’espressione “rinascita dell’horror”. Si può notare che negli ultimi 7-8 anni c’è stato un deciso incremento delle produzioni “horror”, che è andato a pari passo con un decisivo innalzamento della qualità stessa del prodotto. Il discorso è che in questo paese l’horror è un genere che, salvo super-titoloni tipo The conjuring per capirsi, non fa una lira. Il pubblico di appassionati esisterà pure, ma non è quello che ti porta un rientro economico soddisfacente. E poi secondo me se ci fermiamo ogni volta a rifare Argento o gli assassini con il cappellaccio non faremo mai un passo avanti in niente. E poi va detto che il neo-pubblico nostalgico del giallo che fu (ma anche di quello più miserabile che ora si rimpiange della fine anni 80 e primi 90) che tanto piange i bei tempi alla fine davvero vorrebbe rivedere una riproposizione di quei film? Secondo me no e ci sono dati a dimostrarlo.

Cosa ti ha spinto a dirigere il tuo film più famoso, Morituris?

Fondamentalmente incoscienza. Ma soprattutto la voglia di poter dimostrare a qualcuno, ma anche a noi stessi, che fare qualcosa di stimolante, crudo, italiano (senza ricerche del giallo che fu) almeno è possibile. E farlo anche senza la paura di sbagliare. Morituris è stata una palestra gigantesca, una follia incredibile e un massacro che non esistono parole per descrivere. Si è raggiunta la meta prefissata? Questo non lo so, però di sicuro è servito per camminare molto.

Progetti futuri?

Insieme al gruppo del Courmayeur ho intenzione di proporre una rapina ad un portavalori. Vediamo che mi dicono. Che la produzione passi per il crimine?

 

Intervista a cura di Davide Comotti

 


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