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Gli scherzi del federalismo municipale

Creato il 23 ottobre 2010 da Speradisole

QUELL’IMU AL POSTO DELL’ICI

GLI SCHERZI DEL FEDERALISMO MUNICIPALEIl 4 agosto scorso è stato approvato il decreto sul federalismo fiscale municipale, mai pubblicizzato. Se si va a spulciarlo spuntano alcune cosette interessanti anche se nascoste in oscuri comma.

L’articolo 5 del decreto che introduce l’imposta unica municipale (IMU) cancella alcune esenzioni fiscali accordate dalla vecchia ICI (tassa che verrà inglobata nella IMU).

Si ricorderà che nel dicembre 2005, alla vigilia delle elezioni, Berlusconi concesse esenzioni fiscali alla Chiesa. La porzione più corposa era quella che ha permesso alla Chiesa di non pagare l’ICI per circa un miliardo di euro all’anno.

Ospedali, scuole, alberghi, comunità, biblioteche, case di riposo, librerie, collegi, teatri, circoli e varie ed eventuali, tutti esentati.

Ebbene dal 2014 anche la Chiesa dovrà pagare l’IMU, versando le stesse tasse imposte agli altri imprenditori privati.

Le tra le esenzioni cancellate c’è appunto quella della lettera “i” della 504 del 1992 (legge che istituiva la tassa sulla casa) che contempla i soggetti “destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive”.

Tradotto in parole più comprensibili, si tratta degli enti ecclesiastici che operano nella sanità (ospedali e cliniche legate alla Chiesa), nell’educazione (scuole private), nel turismo (alberghi e resort – spesso a cinque stelle – del mondo cattolico) e i circoli.

Continueranno invece a non pagare le tasse (cosa mai contestata dall’UE) chi ai sensi dei Patti Lateranensi gode dello status di zona extraterritoriale  (ad esempio Castel Gandolfo, l’Università lateranense o il vicariato), nonché i luoghi di culto (le chiese) e loro pertinenze ( i chiostri, il sagrato o la canonica), le parrocchie e gli immobili utilizzati per i servizi sociali in convenzione (mense, centri di assistenza, volontariato).

Il decreto comunque contiene altre modifiche che non riguardano solo la chiesa, ma anche coloro che, attualmente, godono di agevolazioni, per esempio: musei, biblioteche, parchi, onlus, palestre di associazioni sportive,  case ristrutturate per disabili, pro-loco, aziende turistiche e di soggiorno, istituti di beneficienza.

Il decreto è assai poco chiaro nel suo complesso, creerà  infiniti contenziosi. Non si sa, per esempio, se chi non ha pagato, dovrà pagare gli arretrati. Poichè tutto questo passerà nelle mani dei Comuni, si spera che la vicinanza territoriale, tra chi deve far pagare e chi pagherà questa IMU, sia auspicio di miglior chiarezza. Anche se tanti dubbi restano.

(Le note sono tratte da La repubblica)



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