Magazine

Gone baby gone

Creato il 08 settembre 2013 da Jeanjacques
Gone baby gone
Per una volta non faccio la figura dell'ignorantone, perché finalmente posso dire di aver letto il libro da cui il film è tratto. Anzi, i libri, perché le avventure di Pat Kenzie e Angie Gennaro sono un mio personalissimo must da che ho studiato a Torino, quando trovai quel meraviglioso libro è che Pioggia nera in una bancarella dell'usato a soli due euro. Sapevo che l'autore Dennis Lehane aveva scritto il gradevole La morte non dimentica, dal quale avevano tratto un capolavoro di film quale Mystic river, quindi ero ben incentivato a leggerlo sul tragitto in treno che mi avrebbe portato a casa. Finii che lo lessi tutto in due giorni, ed erano 460 pagine di romanzo. Da lì il reperirmi tutti gli altri volumi divenne una mania, e fu così che lessi [in ordine casuale, però] anche Un drink prima di uccidere, Buio prendimi per mano, Fuga dalla follia, Moonlight mile e, per ultimo, quello dal quale questo film è tratto, ovvero La casa buia. Senza contare poi che questo film non mi interessava solo per quanto concerne l'origine letteraria, ma anche perché segnava l'esordio alla regia di Ben Affleck, attore che non ho mai apprezzato particolarmente e che speravo di poter rivalutare in questa nuova veste.
Gli investigatori Pat Kenzie ed Angie Gennaro sono chiamati dalla polizia per aiutarli nelle ricerche di Amanda, figlia di una madre assente e tossicodipendente misteriosamente rapita. Sulla strada sono stai lasciati molti indizi, che però portano tutti in direzioni diverse e apparentemente dissociate...Per quanto ora in molti stiano parlando di Ben Affleck solo per il fatto che sia stato contattato per la parte del nuovo Batman [tanto che alcuni sociopatici hanno realizzato una petizione da far firmare a Obama per farlo togliere dal cast], la cosa mi fa un po' incazzare. Perché sì, come attore forse non è la rivelazione del millennio presente e passato, ma ha saputo usare il suo fascino da bel bamboccione per arrivare ad occupare una posizione che riscattasse il suo successo che per molti appariva ancora decisamente immeritato - molti però dimenticano ancora la sceneggiatura di Good Will Hunting scritta per Gus Van Sant. Questo suo esordio alla regia quindi, a sorpresa di molti, su dimostra come una delle pellicole rivelazione opiù interessanti degli ultimi anni, ed anche se non riesce ad eguagliare in tutto il bellissimo libro da cui ha origine (per molti operò uno dei punti più bassi della saga, io però ragiono da fanboy) dimostra d'essere una pellicola che riesce a ricollegarsi allo spirito e alla morale originale. La sceneggiatura è perlopiù molto fedele al materiale di partenza, e si prende una sola piccola e grande libertà verso il centro che però agevola il ritmo generale, tagliando alcuni punti che se messi avrebbero allungato a dismisura il tutto. La regia di Affleck è forse troppo scolastica in più punti, ma si dimostra sicura e cupa quanto basta, dando al tutto un ritmo generale davvero ben sostenuto e che non annoia mai manco nelle parti più lente. Quello che però mi ha reso davvero felice a riguardo è la scelta di mantenere inalterato il discusso finale, vero epicentro ideologico e filosofico del libro, che porta con sé una serie di interrogativi non indifferenti. Chi erano alla fine i veri colpevoli? La legge va seguita sempre in ogni sua sfaccettatura? Tutte domande che non trovano una risposta precisa e che vengono lasciate allo spettatore, senza però perdere la propria efficacia. Ben sviluppato anche il tema della bestialità di Kenzie che ha modo di sfogarsi durante quella famosa e grottesca scena verso la fine, illustrata con una particolare grazi e senza abbandonarsi allo shock facile e spettacolare, cosa ancora più apprezzabile visto come in molti ultimamente tendono a usare la violenza proprio per fare spettacolo. Il bello dei libri di Lehane quindi è mantenuto in tutta la sua frizzante originalità, perché come dico sempre: il genere di appartenenza è solo un contorno per sviluppare una vicenda e le tematiche che essa racchiude, quindi se la tematica di base viene sviluppata a dovere e sa colpire lo spettatore/lettore di turno, allora il risultato è garantito alla perfezione - e questo a mio parere vale anche con la musica. Buono anche il cast, sorretto sulle spalle dei due protagonisti Casey Affleck (il broda del regista) e Michelle Monaghan, convincenti e ben affiatati per quella che è una delle mie coppie letterarie preferite, e qui rappresentate degnamente. Ma buon lustro lo fanno le superstar Ed Harris e Morgan Freeman, il primo che da il giusto sfogo alla sua freddezza inquietante, mentre il secondo è recluso in una parte fondamentale ma dal minutaggio davvero ridotto. Tutto sommato alla fine, nonostante alcuni difetti passabilissimi, il film può dirsi ottimamente riuscito e soddisfacente sia per lo spettatore medio che per chi come me è fan dei libri. Unica cosa che operò voglio criticare è il personaggio di Bubba, al quale viene tolta la simpatia e la pazzia originaria, per una versione molto più soft e anonima - senza contare che il rapper Slain non è molto convincente come attore.Film promosso, e che ha lanciato quello che si sta rivelando un autore coi fiocchi. Quindi, anziché lamentarvi per il fatto che il nuovo Batman sarà lui, fate piuttosto delle petizioni affinché diriga il film della JLA come si vociferava tempo fa!Voto: ★½Gone baby gone
Gone baby gone
Gone baby gone
Gone baby gone
Gone baby gone
Gone baby gone

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog