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GoodMakers, GoodPeople: Flavio Meistro

Da Anna Maria Simonini @AMSimo
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Conoscete Goodmakers.it? Si tratta di un network di acquisto online che permette di trovare prodotti selezionati di qualità. Insieme a questi ragazzi, tramite qualche semplice tweet, abbiamo pensato di presentarvi le persone che stanno dietro (o dentro) al prodotto. Iniziamo quindi oggi una rassegna di interviste, che non vuole assolutamente avere regolarità spinta, ma che vuole invece spingersi oltre la bottiglia, la tavola o il bicchiere. Curiosi?

Oggi parliamo con Flavio Meistro dell’Azienda Agricola BUT.

Sono Flavio, nella mia vita ho avuto due passioni grandi: la musica e il vino. Devo dire che per anni le due cose hanno convissuto abbastanza bene, poi il vino ha vinto e ho lasciato perdere la mia seconda occupazione: ora sono un contadinaccio con le mani sporche, spettinato e orgoglioso di questa mia terra che tanto prende ma regala soddisfazioni.

Qual’è la particolarità dei vostri vini? Cosa hanno di speciale rispetto agli altri?

I nostri vini rispecchiano me e la mia terra, sono potenti e selvatici ma a volte ruffiani e addomesticabili. La soddisfazione più grossa per noi è quando qualcuno parla di loro: noi possiamo semplicemente invitare a bere e dare qualche nozione, ma alla fine è il palato di ognuno che parla.

Qual’è il vostro mercato? Italia o anche estero?

La parola “mercato” mi ha fatto sempre inorridire, ma devo usarla per forza. La fetta di vendite più cospicua rimane l’estero, ma in Italia sta crescendo. Noto però con piacere che la cultura enoica del consumatore è impennata negli ultimi anni, grazie io credo all’incremento della comunicazione da parte delle aziende e dei social media. Il  mio mercato rimane comunque un mercato di nicchia.

Una frase celebre di un membro dell’azienda che può essere presa come motto?

È una frase che uscì una sera con dei miei amici produttori dopo un’intensa seduta di degustazione “volontaria” e “autoreferenziale” (cena tra amici golosi): Si… vanta fé nen tante sirimònjie… vanta béive sense tante båle. Tradotto: Qui non dobbiamo badare molto alle formalità…bisogna bere senza farsi troppi problemi. (bere leggasi degustare)

L’azienda in un tweet

“Barbera in 6/8 e sei felice” È un mix di musica, matematica e idiozia: 6/8 equivale a 0,75.

Progetti futuri?

Continuare ad arricchirmi di esperienza usando il sapere che mi ha lasciato mio padre Renato e che continua a darmi mia madre Nella, avere una famiglia felice con Fede cercando di produrre sempre onestamente, senza perdere mai di vista il lato umano che viene chiuso in una bottiglia, perché se non si ha un po’ di etica nel produrre vino si perde l’emozione nel berlo.

Qualcosa che vi preme dire?

Sì certo! Qualcuno alleggerisca la burocrazia del vino please! Non ne posso più di produrre tonnellate di documenti per ogni litro di vino che faccio!

In una frase, perché tu sei un “buon produttore”?

Perché bevo ciò che produco.

Pensi che il futuro del vino e della sua vendita passi anche attraverso l’online?

Certamente! Sono convinto che il canale web della vendita sia in fase germinale qui in Italia e non può far altro che crescere. In altri paesi è ormai consuetudine, non vedo perché non debba diventarlo anche qui.

Che cosa ne pensi di un portale dedicato ai “buoni produttori” di vino?

Penso che sia un ottimo metodo per creare movimento e far conoscere buoni produttori ai buoni bevitori.

E dell’idea di creare una versione “social” e “online” dei GAS (Gruppo di Acquisto Solidale) per diffondere i tuoi prodotti attraverso la rete?

Perché no? I consumatori ormai sono informatissimi e creare gruppi di acquisto e comunicazione semplificherebbe molto la vita a noi produttori!


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