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Gossip d'autore

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

C’è pettegolezzo e pettegolezzo. Si può passare il proprio tempo a sparlare delle chiappe di Belen o della crisi coniugale tra Antonella Clerici e suo marito, ma si può anche chiacchierare a proposito dei vizi di grandi scrittori e di personaggi capaci di influenzare la cultura mondiale.
Insomma ci sono  - purtroppo - Alfonso Signorini e Silvia Toffanin con i loro rotocalchi spazzatura da una botta e via, ma esiste anche - per fortuna - Edmund White che, con gran parte della sua opera autobiografica e, soprattutto con l’ultimo libro di memorie “Ragazzo di città” (edito in Italia da Playground), ci guida attraverso la New York degli anni ’70, portandoci con lui a feste mondane del mondo editoriale e rivelandoci aspetti meno ufficiali della vita di personaggi illustri.

Così, grazie alla scrittura disinibita e sempre senza veli di White, scopriamo un inedito Jorge Luis Borges interessato solo a farsi insegnare il maggior numero di parolacce in lingua inglese, vediamo una già attempata Cher (ma, a pensarci bene, Cher è attempata da oltre cinquant’anni) aspettare fremente nella limousine parcheggiata un giovanissimo e sconosciuto Val Kilmer pronto a soddisfare i suoi insaziabili appetiti sessuali, assistiamo a una rovente notte di sesso tra l’autore/protagonista e un Bruce Chatwin desideroso di esplorare, oltre che la Patagonia, le mutande di tre quarti popolazione maschile degli Stati Uniti.

E così la bassa pruderie umana, il comune istinto a farsi gli affari degli altri cercando le macchie nella coscienza dei VIP per giustificare quelle sulla propria, assume tutti altri toni, levature e profondità lontane anni luce dal rovistare nei ripostigli di quella gentucola che, imbevuti di non-cultura televisiva, siamo abituati a scambiare per personalità di spicco.

Senza contare che, da buon gossipparo puro, da pettegolo di vocazione, Edmund White snocciola indiscrezioni soprattutto su se stesso, prima ancora che sui suoi amici e conoscenti celebri, mettendosi a nudo nel corpo e nell’anima e, di conseguenza, acquisendo credibilità e nobiltà intellettuale anche quando rivela scottanti segreti altrui.
C’è gossip è gossip, appunto, e quando il divulgare segreti e vizi privati è fatto con la classe dello scrittore smette di essere piccolo chiacchiericcio da spiaggia o da salotto televisivo e diventa, a suo modo, letteratura.

Per questo potete star certi che, per quanto l’ipotesi sia improbabile, se dovessi un giorno avere accesso ai salotti mondani dell’editoria italiana, mi darò da fare per riempire i miei taccuini con tutti i retroscena osè sulla vita di Ammaniti e Camilleri, raccogliendo succose indiscrezioni a proposito di Michela Murgia o Andrea De Carlo. E se Edmund White ebbe la fortuna di esplorare da vicino l’Anatomia dell’Irrequietezza di Bruce Chatwin, speriamo almeno che a me capiti una notte di Gomorra con Roberto Saviano.


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