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Governo Monti, sacrifici pronti

Creato il 22 novembre 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Governo Monti, sacrifici pronti

Il Governo Monti è nato con l’obiettivo di risanare i conti e le prime misure sono pronte a essere presentate nel Consiglio dei Ministri. Il Professore ha promesso equità, scongiurando le proverbiali “lacrime e sangue”.

Niente patrimoniale perché il PDL non la voterebbe, sì invece all’Ici. L’imposta sulla prima casa, abolita dopo la promessa elettorale di Berlusconi, sarà parte della nuova Imu insieme all’Irpef sulle rendite fondiarie della seconda casa a partire da gennaio. L’aliquota sarà dello 0,76%, con possibilità di variazioni da parte dei sindaci dello 0,3%. Dal 2012 al via anche la Res, l’imposta sui rifiuti e servizi, con aliquota al 2 per mille. La sola Ici dovrebbe garantire 3,5 miliardi di gettito.

L’asso nella manica del premier però è un altro, sempre rivolto al mattone. Si tratta della riforma delle tariffe d’estimo, ferme al 1990 e ai prezzi e alla redditività delle abitazioni del 1988-89. L’idea è stata discussa dal tavolo composto da 31 sigle del mondo produttivo e sindacale, guidato dal funzionario generale di Bankitalia Vieri Ceriani, che in questo mese ha studiato delle misure in vista della grande riforma fiscale.

Si tratta sostanzialmente di un aggiornamento delle rendite ca tastali che ripoterebbe il valore di abitazioni, pertinenze e fabbricati a quello di mercato. Questo vorrebbe dire accrescere in modo proporzionale i tributi, visto che una rendita maggiore fa crescere la base imponibile. Già nel 2009 il valore era 3,7 volte il corrispondente fiscale. L’operazione non sarebbe ovviamente agevole e richiederebbe forse anni prima di vedere la luce, però intanto si può incominciare visto che il tutto potrebbe fruttare circa 60 miliardi di euro.

Il Governo Monti sembra tener fede ai primi discorsi del Presidente del Consiglio: più tasse sul patrimonio immobiliare per abbassare in futuro quelle sui lavoratori e sulle imprese.

Colgo l’occasione per rilanciare il “mio” programma di riforme. Ok i sacrifici, ma i cittadini devono avere qualcosa in cambio:

legge sul conflitto di interessi;

- nuova legge elettorale che permetta ai cittadini di scegliere l’eletto (il modello che preferisco è il doppio turno alla francese);

- riduzione del numero dei parlamentari (almeno dimezzati) e fine del bipolarismo perfetto;

- abolizione dei vitalizi o quantomeno adeguamento: i parlamentari devono una pensione adeguata ai contributi versati, non incredibilmente superiore;

- abolizione delle province;

- abolizione del finanziamento pubblico ai partiti mascherato da rimborso elettorale;

- tetto massimo di due legislature in Parlamento;

- ratifica dei trattati internazionali sulla corruzione e introduzione del reato di traffico di interessi;

- dimissioni obbligatorie per i politici quantomeno condannati in primo grado e incandidadibilità per i pregiudicati;

- razionalizzazione della Rai e liberalizzazione delle tv private (massimo due reti per soggetto);

- ritiro dei soldati in giro per il mondo (soprattutto in Afghanistan e Iraq) e riforma dell’apparato militare;

- riordino del mercato del lavoro privilegiando la stabilità e non la flessibilità, agevolazioni per le assunzioni di giovani;

- riforma in senso efficentista della giustizia: via un grado di giudizio, cauzione per l’appello, prescrizione stoppata al momento del rinvio a giudizio;

- federalismo efficace e revisione dell’attuale sistema basato sui costi standard;

- caccia alle streghe sull’evasione e sull’elusione fiscale e stop alle transazioni con il fisco;

- riforma più logica della scuola e dell’università;

- messa in sicurezza dei territori esposti al dissesto idrogeologico;

- avvio di grandi opere strategiche e soprattutto manutenzione delle infrastrutture esistenti;

- riforma della sanità pubblica e lotta allo spreco;

- riforma fiscale;

- stop dei finanziamenti ai giornali;

- formulazione di un piano energetico nazionale orientato alle rinnovabili;

- riforma del sistema bancario con netta divisione tra banche commerciali e banche d’affari;


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