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Grande Fratello, con la crisi il reality diventa "sobrio" (La Repubblica)

Creato il 31 gennaio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
Il Grande Fratello ha tredici anni e i suoi autori gli vogliono cambiare i connotati. «Tornerà a fine febbraio e sarà più sobrio» promettono dopo la deludente ultima edizione, con la vincitrice Sabrina Mbarek acclamata da appena 3.9 milioni di spettatori. Lo stesso Paolo Bassetti (patron di Endemol) ammise: «Non siamo stati capaci di raccontare storie come negli anni passati». Ma seppur col 18% di share il reality resta conveniente. Produce una prima serata su Canale 5, le dirette su Mediaset Premium, varie finestre quotidiane anche su Italia 1. Così, dopo un anno di fermo, la formula è stata «ripensata»: si taglia la durata (tre mesi anziché sei), si riduce all’osso il numero dei concorrenti: solo 18 vanno in gara, l’ultima volta erano 34.
A dicembre un incendio ha distrutto la “casa” di Cinecittà e ora a ritmi serrati la scenografa Trixie Zitkowsky, con folta squadra di operai, sta ricostruendo la nuova residenza-prigione. Il numero 13 porta male? «In Spagna il GF 13 l’hanno chiamato GF13+1 per scaramanzia. Noi ci siamo rimboccati le maniche per ricostruire, dalle ceneri, una casa più bella con il numero 13», racconta Andrea Palazzo, capoprogetto del reality più longevo della nostra tv. Il perché della drastica riduzione dei concorrenti? «Meglio pochi ma buoni. Anzi, veri: avremo 18 ragazzi “pop”. Vengono da realtà popolari, sono legati al nostro tempo, neolaureati e precari, baristi e parrucchieri, cuochi e operai, tra i 21 e i 34 anni», spiega Palazzo, per il quale il GF 13 rispecchierà «l’Italia in crisi. È finita l’epoca berlusconiana. Ci sono meno concorrenti che puntano sull’immagine, tanti invece quelli con personalità forti. Giovani che faticano a sbarcare il lunario e più che puntare al quarto d’ora di celebrità alla Andy Warhol mirano al concreto: i 250 mila euro del premio finale».
Non sarà che il GF viene pilotato sin dal casting? «A noi non serve pilotare il reality, ci conviene raccontare pezzi di realtà, frammenti di vita. Al GF servono storie da raccontare, non canovacci da recitare. Abbiamo girato per mesi, provinato 35mila ragazzi, ma davanti ad Alessia Marcuzzi arriveranno una trentina di concorrenti e, a fine serata, solo 18 entreranno nella casa». Anche dei giovani politicizzati? «Non è escluso. Ai provini per pudore non ci dicono per chi votano. Mentre confidano quante volte fanno l’amore». Lo stato di “cattività” in cui vivono le cavie del Grande Fratello produce amori e scene di sesso. È d’obbligo una quota di bellone e di palestrati? «Non inseguiamo le bellone. Per l’audience i brutti simpatici possono funzionare più dei palestrati. Dietro la maschera ci dev’essere qualcosa. Il sesso? Solo tra le coperte, di notte, nella diretta Premium». Si sta cercando un concorrente omosessuale, dopo che Mister Gay 2013, Giovanni Licchello, ha dato forfait? «Molti credono di essere stati presi dopo il provino, ma non è così: non basta essere Mister Gay per entrare nel GF. Nel fare casting cerchiamo un equilibrio tra uomini e donne, ma non in senso notarile. E un buon equilibrio tra concorrenti di Nord, Centro e Sud. Isole comprese».
Leandro Palestiniper "La Repubblica"

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