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Gravidanza: inutile sottoporsi a troppi esami

Creato il 25 gennaio 2016 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

Per le future mamme affrontare troppi esami in gravidanza non è utile, perché non evita il rischio di embolia e trombosi durante il parto e può addirittura provocare dei danni alla donna e al piccolo.

Conservazione cordone ombelicale - GuidaDi: Redazione

Con Francia e Gran Bretagna, L’Italia è ultima nella classifica mondiale per mortalità in gravidanza (circa dieci donne su centomila); una percentuale molto bassa (negli USA è il doppio). Le più comuni cause di morte materna sono la trombosi e l’embolia polmonare. I recenti casi di cronaca nera legate a donne incinte hanno portato alcuni a porsi una domanda: se queste donne si fossero sottoposte ad altri esami, oggi sarebbero ancora vive?

La risposta sembra essere comunque no, perché non è ogni azione è vana contro l’imprevisto. Sarebbe impossibile prescrivere a tutte le donne in gravidanza ogni test e non solo per le evidenti ripercussioni economiche sul sistema sanitario, ma soprattutto perché non darebbe alcun risultato tangibile. Da un punto di vista prettamente scientifico sarebbe un’operazione assurda perché un numero eccessivo di test non aiuta più a individuare le donne a rischio. Tutte le gravidanze sono ad alto o basso rischio (circa l’80%); nessuna ha rischio zero. Sottoporsi a un numero maggiore di esami non avrebbe senso, anzi, potrebbe creare dei danni perché essere positivi a una predisposizione non significa che poi si sviluppi la patologia. Alcune donne potrebbero dunque effettuare terapie con eparina a basso peso molecolare per un lungo periodo, ma senza efficacia. Essere positive a questi esami non implica, cioè, che ci sia un rischio maggiore perché alcune trombofilie sono ad alto rischio, altre meno. Occorre differenziare il risultato. Lo stesso avviene per l’esame MTHFR, che identifica un enzima che favorisce il metabolismo dell’omocisteina che, se è in eccesso, può recare danno ai vasi. Nel 40% dei casi, però, l’enzima è aumentato ma non l’omocisteina. E invece vengono trattate tutte le future mamme.

E’ importante quindi che venga effettuata una anamnesi completa anche prima del concepimento e nei primi mesi della gravidanza ogni donna dovrebbe essere classificata all’interno di un profilo di rischio. Le donne ad altissimo rischio sono quelle che hanno subitp una precedente trombosi non connessa a un intervento chirurgico maggiore e per loro è consigliata la profilassi con eparina a basso peso molecolare, sin dal momento del concepimento e sei settimane dopo il parto. Chi ha familiarità, cioè possiede un parente di primo grado sotto i 50 anni con trombosi, deve affrontare esami che studino tutte le trombofilie, congenite e acquisite. Per le altre donne questo non è necessario.

Fonte: “la Repubblica”


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