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Grecia, vassilikos: "il referendum e' tardivo, su cosa dovremmo votare?"

Creato il 02 novembre 2011 da Pasudest

Lo scrittore greco Vassilis Vassilikos
(Foto di Danilo De Marco)

"E' troppo tardi ormai, il referendum andava fatto un anno e mezzo fa". Lo dice lo scrittore Vassilis Vassilikos, l'autore di 'Z' da cui fu tratto il film vincitore dell'Oscar nel 1970, che negli anni del regime dei colonnelli visse in esilio tra Italia e Francia e da cinquant'anni narra le vicende greche dalla dittatura militare alla rinascita democratica. La decisione del primo ministro George Papandreou di indire un referendum sul piano di aiuti dell'Unione europea e del Fondo monetario internazionale "e' fuori da ogni logica, su cosa siamo chiamati a votare?", si domanda in un'intervista all'agenzia AdnKronos. La decisione di Papandreou "e' tardiva, la Grecia si trova gia' dentro un mare di problemi che si sono manifestati dopo il primo piano di salvataggio". Le misure imposte dall'esterno, "prese troppo in fretta e senza nessuna preparazione hanno portato al declino dell'economia, i greci soffrono, nel mio quartiere, ogni giorno ci sono un paio di negozi che chiudono". Misure che "forse dovevano essere prese 30 anni fa e introdotte gradualmente". Allo sconcerto per la decisione a sorpresa di Papandreou, si aggiunge la preoccupazione per "il clima internazionale molto negativo" che si e' creato attorno alla Grecia e "per i nuovi aiuti, il cui arrivo non e' piu' sicuro". Per cui la domanda: "su cosa siamo chiamati a votare? Le decisioni prese a Bruxelles sono contenute in migliaia di pagine, chi e' in grado di leggerle tutte? Come facciamo a decidere su cose che non sappiamo?".
Vassilikos non sa dire perche' Papandreou, senza nemmeno avvertire i partner europei e i vertici delle istituzioni finanziarie e di Bruxelles, abbia preso una decisione che ha gettato nel panico non solo la Grecia, ma gran parte delle Borse mondiali e i Paesi dell'Eurozona. "Nessuno lo sa, nemmeno i suoi collaboratori piu' stretti ne erano a conoscenza, nemmeno il ministro delle Finanze Venizelos". Con la sua decisione, "Papandreou ha dato un colpo mortale al lavoro fatto in un anno e mezzo". Malgrado la rivolta di ampi settori del Pasok nei confronti del primo ministro, secondo Vassilikos, Papandreou "ce la fara'" a superare il voto di fiducia previsto per venerdi' in parlamento, ma non riuscirà a far accettare al partito la decisione sul referendum: Papandreou, quindi, "dovrebbe fare marcia indietro, ma deve trovare gli argomenti giusti per farlo". Inoltre, nel caso i greci venissero veramente chiamati a breve a esprimersi sul piano di salvataggio, l'esito della consultazione, almeno secondo quanto indicano i primi sondaggi, sembra scontato: il 60% degli elettori rifiuterebbe, infatti, nuovi e dolorosi sacrifici imposti dall'Europa. Però lo scrittore insiste: "Ma se non sappiamo ancora quale sara' la domanda! In un referendum si decide tra il 'si' e il 'no'. L'ultimo che abbiamo avuto fu nel 1974, sul ruolo del re: volete il re o no? Era chiaro. Ora quale sara' la domanda? Volete che usciamo dall'euro? Nessuno lo sa".
Due sono i sentimenti che sembrano caratterizzare piu' di altri il difficile momento che i greci stanno vivendo: l'amarezza e l'incertezza. Della classe dirigente che in questi anni non ha saputo o voluto evitare il tracollo del paese, "nessuno verra' mai punito, nessuno”, constata amaramente Vassilikos. ''Questo e' uno dei nostri problemi democratici. Sono stati puniti solo quelli che guadagnavano 700 euro al mese e ora, se sono riusciti a mantenere il lavoro, ne prendono 500. E questa e' la grande massa dei greci". Poi c'e' l'impossibilita' di capire cosa accadra' nel futuro: "Due giorni fa pensavo che sarebbe stato molto difficile uscire da questa crisi, ma che chi ha la mia eta' aveva visto la Grecia sopravvivere a momenti molto piu' duri. Adesso, con questa decisione del referendum, non e' possibile fare nessuna previsione e non voglio pensare alla catastrofe, non voglio pensarci".

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