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Creato il 30 settembre 2013 da Indian

Lezioni condivise 81 – Conquista delle Canarie

Alla fine Quattrocento le grandi scoperte geografiche riguardarono soprattutto i due maggiori stati iberici: il regno di Castiglia, che con i Re cattolici si avviava a diventare la nuova Spagna riunificata e il Portogallo, che nella penisola nel corso degli anni si era costruito la propria indipendenza, grazie alla casa d’Aviz, che ne difese l’autonomia senza tentennamenti.
Lo sviluppo dei grandi viaggi non fu esattamente l’avallo dei regnanti per lo spirito avventuriero dei navigatori, ma una necessità economica non più procrastinabile. L’avanzata dei popoli islamici e in particolare quella dei turchi verso occidente aveva chiuso le vie commerciali di terra e attraverso il Mediterraneo per le Indie (così chiamavano allora genericamente tutto l’estremo oriente). Occorreva dunque trovare alternative alle tradizionali vie delle spezie, della seta e per tutti i commerci europei con l’Asia. Per alcuni l’oriente significava anche oro e pietre preziose e si cercarono per anni le fantastiche isole bibliche di Ofir e Tarsis.
I prima a muoversi furono i portoghesi attraverso le coste dell’Africa (vedi post Adiante Pereira!). Furono avviate le esplorazioni e le conquiste per aggirare l’avanzata turca in medio oriente. Il Portogallo viveva un periodo florido con la dinastia d’Aviz iniziata con Giovanni I (padre di Enrico il navigatore), portata avanti da Edoardo I (fratello di Enrico), Alfonso V e nel periodo in esame da Giovanni II (1495), Manuel I (1521).
Un’importante tappa di questi viaggi diventò la Guinea, con le cui popolazioni si instaurarono rapporti di scambio assolutamente favorevoli agli europei. Lo stato portoghese si preoccupo di ottenere il monopolio di queste spedizioni, che dovevano essere autorizzate dal governo, e si impossessò di quei territori considerati terra nullius, occupabili da chi li scopriva, ritenendosi la Chiesa (cattolica) proprietaria dell’orbis terrarum, secondo la dottrina diffusa dai papi.
Le aspirazioni portoghesi furono accolte con bolle papali del 1452 e 1454. Esse concedevano alla corona portoghese la sovranità su tutte le terre e le acque che i suoi sudditi avessero scoperto in zone ancora inesplorate, in cambio della conversione degli indigeni o la loro riduzione in schiavitù.
Intorno alla fine del secolo XV, la Spagna rivolse il suo interesse per le spedizioni verso occidente, mentre i portoghesi sperimentavano la via ostica del Capo di Buona Speranza: l’India fu raggiunta da Vasco da Gama solo cinque anni dopo la scoperta dell’America, ma ormai – trattato di Tordesillas galeotto – i due oceani conosciuti erano percorsi senza soluzione di continuità, e presto – visto che lo scopo era raggiungere l’oriente (India, ma anche Indonesia, in particolare le Molucche, ricche di spezie), navigando il meno possibile – scoperto il Pacifico, attraverso lo stretto che porta il suo nome, Magellano tentò anche quella via. Ma siamo già a cinquecento inoltrato.
(CONTINUA…)

(Storia moderna  – 28.2.1997) MP

 

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